La Russia continua a bombardare Mariupol
Nonostante Putin avesse rivendicato la conquista della città: intanto non è stata concessa nessuna tregua per la Pasqua ortodossa
Nonostante giovedì il presidente russo Vladimir Putin avesse rivendicato la vittoria nella battaglia per la conquista di Mariupol, sotto assedio per quasi due mesi, i bombardamenti dell’esercito russo sulla città non si sono mai fermati e non è stato nemmeno possibile evacuare le decine di migliaia di civili che vi si trovano.
La rivendicazione russa era infatti arrivata nonostante lo stabilimento siderurgico Azovstal, nella zona portuale della città, non fosse stato liberato dai soldati ucraini che sono asserragliati all’interno e che lo stanno difendendo. Putin aveva ritenuto che provare ad assaltare da terra lo stabilimento fosse controproducente, e aveva dato l’ordine di circondarlo e impedire che nessuno ne uscisse se non dopo essersi arreso. La resa però non è arrivata e l’esercito russo ha quindi continuato a bombardare lo stabilimento quasi ininterrottamente. Peraltro, oltre ai soldati ucraini, si stima che nei sotterranei dell’acciaieria ci siano circa mille civili, le cui scorte di acqua e cibo starebbero ormai finendo.
A proposito degli attacchi su Mariupol, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto sabato che se la Russia dovesse uccidere uno solo dei soldati ucraini che stanno difendendo l’acciaieria, o se dovesse annunciare un referendum sull’indipendenza delle regioni meridionali parzialmente occupate finora, l’Ucraina sospenderà i negoziati di pace. Intanto stanno proseguendo gli attacchi russi nelle zone orientali dell’Ucraina, diventate il principale obiettivo della Russia, e non è stata concessa nessuna tregua per la Pasqua ortodossa, che si festeggia oggi.