La radio ucraina che si è nascosta nei Carpazi
In un articolo pubblicato sul New Yorker, Nicolas Niarchos ha raccontato della radio indipendente ucraina Kraina FM, che da quando è iniziata la guerra si è spostata da Kiev a un luogo nascosto nei Carpazi, la catena montuosa nell’ovest dell’Ucraina: da lì dà quotidiani aggiornamenti sulla guerra, trasmessi in oltre venti città ucraine e ascoltati da moltissime persone (la radio ha circa un milione di ascoltatori, anche se ora è impossibile stabilire con precisione quanti siano). Kraina FM fa anche attività di coordinamento logistico per gli aiuti, trovando il modo di registrare ogni giorno nonostante i bombardamenti nelle vicinanze.
I conduttori principali della radio, Roman Davydov e Bogdan Bolkhovetsky, hanno chiesto per ragioni di sicurezza di non identificare il luogo, che però si sa essere un ex resort sciistico diventato con la guerra un rifugio per molte persone: anche per Davydov e Bolkhovetsky, che ci sono arrivati il 27 febbraio scappando dai bombardamenti di Kiev. Il primo ad arrivare è stato Bolkhovetsky, che aveva lasciato Kiev nei primi giorni dell’invasione, trasferendosi poco fuori città. Visto che i bombardamenti continuavano Bolkhovetsky aveva deciso di allontanarsi ancora, in macchina. Davydov lo aveva poi raggiunto, dopo aver passato tre giorni con la moglie e la figlia in un rifugio antiaereo sotterraneo.
Come hanno raccontato al New Yorker, la zona in cui si trovano è un luogo di passaggio di molti profughi che vanno verso i paesi europei. Loro si sono fermati lì semplicemente perché hanno trovato posto per sé e per le mogli e i figli, che dopo qualche giorno hanno proseguito verso ovest. Davydov e Bolkhovetsky non hanno potuto seguirli, dato che la legge marziale vieta agli uomini di lasciare il paese: si sono quindi messi d’accordo con l’esercito e hanno dato la propria disponibilità ad allestire una stazione radio improvvisata. Anche se sono convinti che sia stata la scelta più sicura, dividersi dalla famiglia è stato «terribile come nient’altro», ha raccontato Bolkhovetsky.
Pochi giorni dopo l’inizio della loro attività dai Carpazi, il Consiglio nazionale ucraino per la televisione e la radio, l’ente statale che regola la comunicazione e l’informazione in Ucraina, ha proposto a Davydov e Bolkhovetsky di usare la propria stazione, come avevano fatto altre emittenti, per trasmettere la programmazione proposta dal governo. Davydov e Bolkhovetsky hanno raccontato che però consisteva in un unico programma, trasmesso sia in radio che in TV: hanno quindi preferito continuare a trasmettere i propri programmi e di trasformare Kraina FM nella loro «stazione di resistenza nazionale».
Kraina FM è nata da un altro canale radio, Radio EU, e fino a prima della guerra trasmetteva principalmente musica rock e pop, programmi per bambini e, sporadicamente, qualche notiziario. Da quando è iniziata la guerra, però, la sua programmazione è cambiata: ora, oltre ai quotidiani aggiornamenti sulle operazioni militari, sulle battaglie in corso e sull’avanzamento dei russi, fa anche attività di coordinamento logistico per distribuire gli aiuti, informando sulle necessità delle varie città o anche dell’esercito, a seconda dei casi. Una volta i soldati a Kiev avevano bisogno di computer portatili, e Kraina FM lo ha fatto sapere in diretta, facendone arrivare in breve tempo tantissimi.
A partire dalla seconda settimana di guerra, Kraina FM ha anche integrato nella propria programmazione alcuni programmi per bambini, oppure incontri con esperti su come gestire la propria quotidianità in guerra. Tra le altre cose, per esempio, hanno trasmesso un’intervista con uno psicologo che dava consigli su come affrontare le paure e i problemi dei bambini in un contesto di guerra.
Lo spostamento da Kiev ai Carpazi ha comportato diverse difficoltà pratiche, a cui Davydov e Bolkhovetsky hanno trovato il modo di far fronte. L’ufficio in cui lavorano, una piccola mansarda in cui ci stanno a malapena due scrivanie, è stato prestato loro da un contabile del posto; parte dei microfoni e della strumentazione è quella che Davydov aveva nel bagagliaio della macchina e che usava sporadicamente per registrare cose urgenti fuori dalla redazione; il resto della strumentazione arriva dagli aiuti inviati all’Ucraina dal resto d’Europa. Spesso Davydov e Bolkhovetsky hanno problemi con la connessione a internet, o devono registrare durante i bombardamenti: lo fanno trovando il modo di attutire il più possibile i suoni esterni, per esempio registrando con la testa e il microfono avvolti in coperte e panni.
Sia Davydov che Bolkhovetsky lavorano in radio da anni: Davydov ha cominciato a 18 anni facendo programmi umoristici in una stazione di Kamianske, una città sul Dnepr di circa 200mila abitanti, per poi spostarsi a Kiev. Anche Bolkhovetsky, che viene da Luhansk, la regione occupata dai separatisti russi nel Donbass, lavora in radio da anni, e nel 2005 si era spostato a Kiev, dove ha lavorato per diverse stazioni.