La protesta dei Navigator: il governo ci assuma nei centri per l’impiego
Politiche attive del lavoro
In vista di fine aprile, quando scadono le circa 1.900 collaborazioni con Anpal servizi, il ministro Orlando convocherà un tavolo per cercarer una soluzione
di Giorgio Pogliotti
29 marzo 2022
2′ di lettura
Si avvicina la scadenza del 30 aprile concessa nell’ultima proroga ai poco meno di 1.900 navigator che si sono mobilitati per chiedere una stabilizzazione nei centri per l’impiego dove operano da luglio del 2019, con contratti di collaborazione per Anpal servizi. La protesta organizzata dai sindacati sotto il ministero del Lavoro ha ottenuto la convocazione di un tavolo istituzionale da parte del ministro Andrea Orlando che – riferiscono Felsa Cisl, Nidil Cgil e UilTemp – «si è impegnato per trovare una soluzione, insieme al ministro della Pa, Renato Brunetta».
Già concesse due proroghe
Sono già state concesse due proroghe, ad aprile e dicembre 2021 per i navigator che hanno un’età media di 35 anni, sono tutti laureati (la media è 107), ed hanno superato un test selettivo in base a titoli e 100 domande, per ottenere Il contratto di collaborazione con Anpal servizi che, tra retribuzione tabellare e rimborsi forfettari, si aggira sui 30mila euro lordi annui. Rispetto ai 2.980 originari, il numero dei navigator nel frattempo è sceso a quota 1.884: in molti hanno optato per candidarsi agli 11.600 posti con contratto a tempo indeterminato banditi dalle regioni per i centri per l’impiego. Tuttavia, lamentano i rappresentanti dei navigator riuniti nell’associazione Anna, «questi posti sono spesso appannaggio dei precari storici dei centri per l’impiego, in molti casi non viene riconosciuto alcun punteggio per l’esperienza da noi maturata sul campo, che al più viene considerata un titolo di preferenza a parità di punteggio».
Le resistenze delle regioni
Il problema è che le regioni hanno sin dall’inizio opposto resistenza all’ingresso dei navigator nei centri per l’impiego, dove sono stati chiamati ad affiancare i dipendenti regionali nell’assistenza a trovatre un lavoro ai percettori del reddito di cittadinanza. I risultati deludenti sul versante dell’attivazione dei percettori del reddito di cittadinanza “occupabili”, difficilmente possono essere imputabili ai soli navigator: le politiche attive non sono ancora decollate, i dipendenti dei Cpi sono impegnati in larga prevalenza in attività amministrative, manca l’interoperabilità dei sistemi informatici dei vari attori coinvolti dal Rdc, i data base delle regioni non dialogano tra loro, in questo quadro l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro risulta arduo.
In arrivo 4,4 miliardi per le politiche attive
Ma il Pnrr ha messo a disposizione nel complesso 4,4 miliardi per lo sviluppo delle politiche attive del lavoro: la prima tranche destinata alle regioni ammonta a 880 milioni. Con le 11.600 assunzioni che in molte regioni procedono in ritardo, e con il decollo da aprile del programma di politiche attive del lavoro, Gol (garanzia occupabilità dei lavoratori), i navigator sono convinti di poter svolgere un ruolo importante nei centri per l’impiego e chiedono al Governo di «costruire un percorso di stabilizzazione».