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La conta in Parlamento: ecco chi sta con Draghi e chi no

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15 Luglio 2022 – 11:28




La prossima settimana il governo Draghi dovrebbe ottenere di nuovo il sostegno della sua maggioranza, ma le incognite sono molteplici




La conta in Parlamento: ecco chi sta con Draghi e chi no





Mercoledì sarà il giorno della verità, o meglio della verifica. Sulla carta, Mario Draghi dovrebbe ancora avere il sostegno della sua maggioranza, ma le sorprese potrebbero essere dietro l’angolo.

Posto che la maggioranza si raggiunge con 361 voti favorevoli, è bene partire dalle certezze. Il Pd, che ha già chiesto al premier di restare a Palazzo Chigi, può garantire 97 voti, mentre Matteo Renzi può assicurare le 31 preferenze di Italia Viva. Il nuovo gruppo dei dimaiani, Insieme per il futuro, nato proprio per puntellare il governo, vanta ben 53 deputati. Il ministro Roberto Speranza, con LeU, porta in dote altri 10 voti. I riformisti di Azione e Europa sono 7 e dovrebbero sostenere compattamente l’esecutivo così come i membri del Centro Democratico di Bruno Tabacci (5) e di Maie-Psi-Facciamo (5). In bilico ci sono i 104 deputati del M5S che, molto probabilmente, al momento del voto, indipendentemente dalla decisione finale di Giuseppe Conte, si divideranno. Alla Camera i grillini sono tendenzialmente più filo-governativi e, persino esponenti come il capogruppo Davide Crippa e l’ex viceministro al Mef Stefano Buffagni, hanno espresso le loro perplessità sull’opportunità di uscire dal governo. Anche il ministro dei Rapporti col Parlamento, Federico D’Incà è dello stesso avviso e, fino all’ultimo, ha provato a disinnescare la crisi. Quanti saranno i deputati grillini che si prenderanno davvero la responsabilità di far cadere il governo, al momento, non ci è dato saperlo.

Certo è che i 14 ex grillini del gruppo Alternativa continueranno a non appoggiare Draghi, proprio come i 5 deputati ecologisti di Europa Verde e i 4 deputati di estrema sinistra che appartengono alla componente del gruppo misto Manifesta-Potere al popolo, partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea. I 37 deputati di Fratelli d’Italia si sono schierati all’opposizione del governo Draghi fin dalla sua nascita e continueranno a farlo anche mercoledì, sperando che pure Forza Italia e Lega decidano di staccare la spina a questo governo. Né gli azzurri (82 deputati) né i leghisti (131) hanno dichiarato di voler togliere la fiducia al premier, ma si dicono pronti per affrontare la prova delle urne. Ma non solo. Né Forza Italia né la Lega appaiono intenzionati a proseguire un’esperienza di governo insieme ai grillini e, pertanto, bisognerà attendere l’evolversi della situazione prima di sapere quale sarà l’orientamento finale del centrodestra. Al momento, secondo quanto trapela da fonti del Carroccio, vi sarebbe un dialogo costante tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi che starebbero lavorando, via telefono, “a stretto contatto e in sitonia”. In una nota, Salvini ha spiegato in dettaglio qual è la posizione attuale del Carroccio: “La Lega è stata leale, costruttiva e generosa per un anno e mezzo, ma da settimane il presidente Draghi e l’Italia erano vittime dei troppi No del Movimento 5 Stelle e delle forzature ideologiche del partito democratico. La Lega, unita e compatta anche dopo le numerose riunioni di oggi, condivide la preoccupazione per le sorti del Paese: è impensabile che l’Italia debba subire settimane di paralisi in un momento drammatico come questo, nessuno deve aver paura di restituire la parola agli italiani”.

Giovanni Toti, leader di Italia al Centro (11 deputati) tifa per un Draghi-bis senza il M5S, mentre per il suo ex compagno di viaggio, il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, leader di Coraggio Italia (10 membri), ritiene che sia “da pazzi togliere adesso fiducia al Governo”. In bilico i voti della componente di Noi Con l’Italia (5 voti) dal momento che Maurizio Lupi ha attaccato duramente il M5S .“Per il proprio interesse Conte ha aperto una crisi politica e offerto l’Italia alla speculazione internazionale. Siamo ad un bivio: o il governo va avanti con la stessa maggioranza o meglio il voto per dare al Paese un governo stabile”, ha scritto su Twitter Lupi. I 4 deputati della componente delle minoranze linguistiche, infine, sono tendenzialmente filo-governativi. Ecco, dunque, che la situazione è alquamto ingarbugliata e solo la seduta di mercoledì quali saranno i reali numeri a sostegno di Draghi.























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