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Incontri, liti, telefonate: Draghi e i partiti si preparano al test fiducia

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di Monica Guerzoni

Proteste del centrodestra per l’incontro tra il premier e Letta a Palazzo Chigi. Poi Tajani e Salvini dal premier, riflettori puntati sui voti dei governisti del Movimento 5 Stelle

Declinando i verbi al condizionale, come è d’obbligo quando il tema è la politica italiana, oggi il Senato dovrebbe confermare la fiducia a Mario Draghi. I Cinque Stelle di Giuseppe Conte potrebbero uscire dalla maggioranza e una ventina di parlamentari rompere con il Movimento per sostenere il premier. Lega e Forza Italia soffrono, ma sono orientati ad appoggiare Draghi. A condizione che si vada a votare a marzo del 2023 e non a maggio: Salvini e Berlusconi non vogliono lasciare a Letta il tempo di riorganizzare il centrosinistra. Ecco la cronaca della vigilia, un frullatore di incontri, telefonate e pranzi, con gli occhi e le orecchie puntati allo psicodramma dei 5 Stelle.

Ore 9: Nardella punta a 2.000 sindaci

Dario Nardella punta a 2.000 sindaci per Draghi e il premier spagnolo Pedro Sánchez scrive su Politico. Eu che l’Europa ha bisogno delle sue «riflessioni intelligenti, creative e costruttive». Salvini riunisce i big della Lega e rinnova il veto «a un governo col M5S».

Ore 10: Letta avvistato sotto Palazzo Chigi

Letta si chiude nello studio di Draghi per sondarne l’animo e capire se la granitica resistenza del presidente abbia davvero iniziato a sgretolarsi: «L’ho trovato molto bene e molto determinato, focalizzato sulle cose da fare».

Ore 11: il premier sale al Quirinale

È il primo faccia a faccia con il capo dello Stato dopo le dimissioni di giovedì e dietro l’incontro «interlocutorio» si intravede la svolta. Draghi lascia a Mattarella l’impressione che ci sia ancora «molta incertezza». Ma l’ondata di implorazioni a restare ha molto colpito il premier e ha aperto una breccia nel suo marmoreo non possumus. La schiarita fa il giro dei palazzi, finché sulle chat del centrodestra comincia a rimbalzare una parola: «Sconcerto». L’ira di Salvini e Berlusconi per la visita di Letta a Draghi esploderà nel pomeriggio e rischierà di troncare l’esile filo della trattativa.

Ore 13: il centrodestra è a Villa Grande

Ma c’è tempo, la giornata più lunga della disunita unità nazionale è solo all’inizio. Giorgia Meloni ironizza sulle «dissonanze cognitive della sinistra». Berlusconi invita a pranzo i leader del centrodestra a Villa Grande. Toti non è gradito, perché tifa per Draghi «senza se e senza ma». A tavola si accomodano Salvini, Cesa, Tajani, Lupi, Ronzulli e i capigruppo di Forza Italia e Lega. Al centro del video per Instagram con tanto di musichetta thriller c’è Marta Fascina, la fidanzata dell’ex premier, in azzurro. Enzo De Luca ne spara una delle sue: «Il governo ha avuto la fiducia e il presidente si dimette? Facciamo la figura dei disturbati mentali». Fioccano promesse di fiducia dai 5 Stelle governisti: Soave, Cimino, Invidia… Ma la grande fuga non ci sarà e alla Camera tiene banco il dilemma del capogruppo: «Crippa avrà mai gli attributi per rompere?».

Ore 14: la rabbia del centrodestra

Conte li avrà, dicono i boatos del Parlamento. L’ex premier ha passato la notte tra domenica e lunedì all’ospedale Gemelli per una brutta intossicazione alimentare. «Non voterà la fiducia» è il pronostico di Di Maio, convinto però che il direttivo del M5S alla Camera domani dirà sì. Il caos è totale. Qualcuno accredita un incontro Draghi-Conte, ma il derby non ci sarà. Dalla villa che fu di Zeffirelli montano l’indignazione dei commensali di Berlusconi e il sospetto che Draghi abbia stretto un «patto» con Letta e Mattarella: «È un momento preoccupante». Il centrodestra vuole essere ricevuto dal capo del governo. Così Draghi, cui hanno riferito che Berlusconi è seccato con lui («non mi chiama mai!») telefona al Cavaliere e invita Salvini, Tajani e gli altri.

Ore 17: il discorso per la continuità

Draghi lavora al discorso, stempera i toni di commiato e fissa paletti e condizioni. Le agenzie battono la notizia che alle 18.30 di oggi inizia a Palazzo Madama la «chiama» dei senatori per il voto di fiducia. È un altro indizio che l’intesa si avvicina, ma il centrodestra alza i toni per alzare il prezzo. Salvini punta al rimpasto, vuole per uno dei suoi la poltrona dell’Agricoltura che il contiano Patuanelli si appresterebbe a liberare.

Ore 18: Draghi sente Zelensky

Finisce dopo 5 ore il vertice da Berlusconi. Draghi parla con Zelensky e rinnova all’Ucraina tutto il sostegno contro la guerra di Mosca. Alessandro Di Battista sentenzia su Twitter: «Entrare nel governo Draghi è stato un suicidio». Letta rimanda a primavera la campagna elettorale e si prepara a raccogliere i frutti della mediazione: «È il momento della verità, ognuno si assumerà le proprie responsabilità. S
e cade il governo, dalla Russia si sentirà un applauso».

Ore 21: Tajani, Salvini, Lupi e Cesa da Draghi

La delegazione di centrodestra lascia Palazzo Chigi dopo aver posto a Draghi le sue condizioni per rinunciare al voto anticipato. «Qualcuno perderà la faccia — è il siluro di Renzi a Conte —. Ma l’Italia non perderà questo governo».

19 luglio 2022 (modifica il 19 luglio 2022 | 23:47)

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