Il Papa ai cattolici Lgbt: «La Chiesa non vi rifiuta»
ServizioChiesa e diritti civili
Risposta alle domande del gesuita americano Martin
di Carlo Marroni
9 maggio 2022
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Cosa direbbe il Papa a un cattolico Lgbt «che ha subito un rifiuto dalla Chiesa»? Ebbene Francesco risponde: «Vorrei che lo riconoscessero non come ’il rifiuto della Chiesa’, ma piuttosto di ’persone nella Chiesa’. La Chiesa è madre e chiama insieme tutti i suoi figli. Prendiamo ad esempio la parabola degli invitati alla festa: ’i giusti, i peccatori, i ricchi e i poveri, ecc’. (Matteo 22:1-15; Luca 14:15-24). Una Chiesa ’selettiva’, di ’sangue puro’, non è la Santa Madre Chiesa, ma piuttosto una setta». Questa la risposta (scritta) di Bergoglio a tre domande del padre gesuita americano James Martin riguardanti i cattolici Lgbt.
La storica apertura del 2013: «Chi sono io per giudicare?»
Non è la prima volta che Francesco rivolge parole di apertura nei confronti dei diritti gay, come ha fatto lo scorso gennaio quando ha detto, rivolto ai genitori di ragazzi omosessuali: «Mai condannare un figlio». Fin dall’inizio del pontificato Francesco ha usato parole di apertura e accoglienza verso le persone omosessuali. Sul volo di ritorno dal Brasile nel luglio del 2013 chiese: «Se uno è gay e cerca il Signore, chi sono io per giudicarlo?». E aggiunse: «Non si devono discriminare o emarginare queste persone, lo dice anche il Catechismo. Il problema per la Chiesa non è la tendenza. Sono fratelli. Quando uno si trova perso così va aiutato, e si deve distinguere se è una persona per bene».