Il fisico che perse uno dei documenti segreti più importanti del mondo

La mattina del 7 gennaio 1953 il fisico statunitense John Wheeler stava viaggiando su un treno partito da Princeton, New Jersey, e diretto a Washington DC. Dopo aver passato la notte in cabina, alle 6:45 andò alla toilette degli uomini per farsi la barba e prepararsi per la giornata. Poggiò la sua valigetta sul ripiano del lavandino, fece quello che doveva fare e poi entrò nel cubicolo del bagno, ma prima estrasse dalla valigetta un plico con alcuni documenti molto importanti che non voleva lasciare incustoditi.

Quei documenti contenevano un segreto che all’epoca era probabilmente uno dei più importanti al mondo, ossia dettagliate informazioni sullo sviluppo della bomba all’idrogeno da parte degli Stati Uniti.

Non sapendo dove mettere il plico, Wheeler lo incastrò tra i tubi dello scarico e il muro. Usò il bagno, poi uscì per continuare a lavarsi. A quel punto si accorse di aver lasciato il plico nel cubicolo e si voltò per tornare a prenderlo, ma il bagno era già stato occupato da un altro uomo. Preso dall’ansia, Wheeler si arrampicò per sbirciare nel cubicolo e tenere d’occhio l’uomo: non stava leggendo nulla, però dalla sua posizione Wheeler non riusciva a vedere i documenti. Appena l’uomo uscì, Wheeler rientrò di corsa e si riprese il plico, dopodiché, con più calma, finì di lavarsi e tornò in cabina.

Mentre si preparava per scendere dal treno, Wheeler pensò di fare un ultimo controllo dei documenti. Aprì il plico, sfogliò i documenti e si accorse con orrore che la cartellina più importante, quella relativa alla bomba, non c’era.

Gli eventi di quelle ore, dalla sosta al bagno alle ricerche successive, sono noti da quando il file relativo all’indagine dell’FBI sulla vicenda è stato reso pubblico, e poi raccontato in una lunga e dettagliata ricostruzione di Physics Today, nel 2019. Ma per capire l’importanza dei documenti persi da Wheeler bisogna prima inquadrare la sua sfortunata giornata nel contesto storico di allora.

All’inizio degli anni Cinquanta la Guerra fredda stava attraversando una fase particolarmente delicata. Unione Sovietica e Stati Uniti stavano investendo moltissimo sullo sviluppo di nuove armi nucleari: la potenza dei rispettivi arsenali sarebbe servita nei decenni successivi come deterrente per evitare una guerra tra i due blocchi, ma in quegli anni uno scontro diretto era ritenuto assai probabile, soprattutto per via della Guerra di Corea iniziata nel 1950, che rappresentò il primo terreno di scontro diretto tra blocco occidentale e blocco sovietico.

Nel confronto gli Stati Uniti avevano un grosso vantaggio competitivo, essendo stati i primi, pochi anni prima, a sviluppare e impiegare la bomba nucleare nelle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki. Dopo la fine della Seconda guerra mondiale la ricerca di nuove tecnologie militari non si arrestò, anzi, nacquero nuovi progetti per portare le armi nucleari a un livello ancora più sofisticato e distruttivo.

Il primo test di una bomba H, avvenuto nel 1952 nel Pacifico (Three Lions/Getty Images)

John Wheeler era a capo di uno di questi progetti, che era chiamato “Project Matterhorn B” e aveva reso l’esercito degli Stati Uniti l’unico al mondo ad avere in dotazione la bomba all’idrogeno, anche detta bomba H o bomba termonucleare, settecento volte più potente delle armi nucleari all’uranio o al plutonio sviluppate fino a quel momento e impiegate a Hiroshima e Nagasaki. I documenti che Wheeler stava trasportando in treno erano il riassunto di un rapporto più lungo ed esteso della Joint Committee on Atomic Energy (JCAE), la commissione del Congresso statunitense che supervisionava i programmi atomici della nazione.

Dato che nel paese lo sviluppo della bomba aveva diversi oppositori, sia nella comunità scientifica che in politica, la funzione di questo rapporto era dimostrare che il progetto Matterhorn B aveva portato a qualcosa di concreto ed efficace, smentendo in particolare i tecnici di un’altra commissione, la Atomic Energy Commission (AEC), che invece faceva capo al governo federale. Per stilare il rapporto, la JCAE si avvalse della collaborazione di Wheeler, a cui chiese un commento tecnico sulla sintesi del rapporto finale. Dato che a gennaio Wheeler aveva comunque in programma di andare a Washington per altri impegni, pensò di approfittarne per consegnare le proprie osservazioni di persona alla commissione, portando con sé, di fatto, un libretto di istruzioni per costruire la bomba.

Quando Wheeler si accorse di aver perso la cartellina con dentro i documenti cominciò a cercarli freneticamente al bagno e in cabina, senza trovarli. Una volta sceso dal treno vagò nella Union Station di Washington in cerca di persone che avevano viaggiato con lui, potenziali ladri dei documenti, ma di nuovo senza concludere nulla. Allora si arrese e chiamò la JCAE raccontando l’accaduto.

In breve tempo arrivarono tre funzionari che aiutarono Wheeler nelle ricerche. Le ore passarono. Era stato informato dell’incidente anche il capo della commissione, William Borden, che travolto dal panico chiamò l’FBI. All’inizio non gli diedero retta, gli fu detto che un caso del genere non rientrava nella loro giurisdizione. Poi quando Borden specificò che si trattava di documenti segreti relativi a un’arma termonucleare il tono della conversazione cambiò. Fu organizzato un incontro tra Borden, Wheeler e alcuni agenti federali, vicino al Campidoglio. Durante il colloquio gli agenti trovarono la storia quantomeno strana, chiesero che ruolo avesse la commissione per l’energia atomica del governo, la AEC. Borden disse di non averla informata e di non avere intenzione di farlo.

Gli agenti capirono allora che la faccenda era ancora più delicata del previsto, e che c’era anche una questione di rivalità tra istituzioni. Iniziò un’estesa e scrupolosa indagine da parte dell’FBI che coinvolse direttamente il suo capo, J. Edgar Hoover. Venne esaminato il treno in ogni sua parte, si seguirono innumerevoli piste, vennero interrogate diverse persone. I principali sospetti si concentrarono su Wheeler, che fu scrupolosamente interrogato, su un suo collega che viaggiava con lui e sul facchino del vagone dove alloggiava Wheeler, ma ogni tentativo si rivelò infruttuoso.

Alla fine l’FBI concluse che Wheeler aveva perso la cartellina mentre era in cabina. Prima di andare al bagno, infatti, Wheeler aveva passato diverso tempo a leggere il rapporto e ripassare le proprie osservazioni in vista dell’incontro con la commissione. Secondo l’FBI gli era scivolata mentre la stava consultando, e poi si era persa definitivamente in un secondo momento, probabilmente spazzata via durante le pulizie o buttata. Ovviamente non poterono escludere un’ipotesi comunque plausibile: che i documenti fossero stati rubati da una spia straniera presente sul treno.

Borden, il capo della JCAE, fu licenziato mentre Wheeler rimase al suo posto perché era troppo importante per il progetto e di fatto non poteva essere sostituito. Pochi mesi dopo la sventura di Wheeler, il 12 agosto 1953, l’Unione Sovietica fece il primo test di una propria bomba all’idrogeno, in Siberia.

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