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“Il Donbass è un inferno”. L’ultima resistenza degli Azov

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20 Maggio 2022 – 07:40

Combattimenti concentrati soprattutto nelle aree attorno a Severodonetsk. A Mariupol i comandanti del Battaglione Azov fanno sapere di non volersi arrendere

Le novità più importanti che arrivano dall’Ucraina, sotto il profilo militare, riguardano ancora una volta il Donbass. Non è un caso che nel suo discorso notturno pubblicato sui social e rivolto alla nazione, il presidente Volodymyr Zelensky abbia definito la regione un inferno. “Le Forze armate dell’Ucraina continuano la liberazione della regione di Kharkiv – ha dichiarato – Ma nel Donbass, le forze di occupazione stanno cercando di aumentare la pressione. È l’inferno e non è un’esagerazione”.

I confini aperti nel Donbass

Qui si sta combattendo soprattutto in due quadranti. Il primo riguarda Severodonetsk, ultima città dell’oblast di Lugansk in mano a Kiev. Il secondo invece è situato attorno alla strategica località di Avdiyivka. Severodonetsk in particolare appare quasi del tutto accerchiata dai russi. La città è un obiettivo strategico molto importante sia per Mosca che per i combattenti dell’autoproclamata repubblica filorussa di Lugansk. Ieri un raid ha causato almeno 12 morti tra i civili, una delle stragi più cruente degli ultimi anni nell’area.

Non lontano da Severodonetsk c’è un’altra regione dove si sta combattendo aspramente ed è quella di Izyum. La cittadina, appartenente sotto il profilo amministrativo all’oblast di Kharkiv, è stata occupata dai russi ad aprile. Ma il territorio circostante è conteso. Le forze di Mosca nelle ultime ore hanno bersagliato con colpi di artiglieria pesante le postazioni ucraine a sud del fiume Seversky Donetsk, in direzione di Slovjansk, altra città strategica del Donbass.

Combattimenti in corso nella notte, così come capita da oramai diverse settimane, nella località di Lyman. I russi sembrerebbero qui voler puntare sull’eliminazione dell’ultimo saliente ucraino a nord del fiume Seversky Donetsk, con l’intento di accorciare la linea del fronte e poter puntare verso Slovjansk e Kramatorsk, oltre che tagliare le linee di rifornimento ucraine verso Severodonetsk.

Ad Avdiyivka invece le truppe di Mosca, coadiuvate dai separatisti di Donetsk, stanno mettendo sotto pressione gli ucraini. In caso di avanzata in questa regione, i russi potrebbero accerchiare le località più strategiche del Donbass meridionale.

La situazione a Kharkiv

Non mancano però incognite sulle ambizioni russe nell’est dell’Ucraina. L’avanzata appare piuttosto lenta e la controffensiva ucraina attorno a Kharkiv potrebbe creare non pochi problemi ai rifornimenti soprattutto verso le aree di Izyum. Nella notte si è combattuto nuovamente proprio nell’oblast di Kharkiv. In particolare, pur se in ritirata, i russi stanno provando ad assestarsi in un’area cuscinetto non lontana dal confine per evitare possibili azioni di Kiev dentro il territorio della federazione.

Gli Azov non si arrendono

Situazione delicata nell’area dell’acciaieria Azovstal di Mariupol, all’interno della quale sono rimasti asserragliati gli ultimi combattenti del Battaglione Azov. Dopo l’evacuazione di almeno mille di loro, nelle ultime ore non sono emersi segnali di nuove trattative per le sortite dei militari tra Mosca e Kiev. Anzi, poco prima della mezzanotte è stato diffuso un video in cui si nota il vice comandante del Battaglione, Sviatoslav Palamar, smentire la notizia che era circolata nel pomeriggio riguardante la sua resa. “Sono e siamo ancora dentro Azovstal – ha detto – noi non ci arrendiamo”-

Pochi gli allarmi aerei nel resto del Paese. Anche a Odessa, dopo le tensioni dei giorni scorsi, il contesto generale appare più tranquillo. Ma nessuno da queste parti si fa illusioni: l’impressione è quella di una quiete prima della tempesta. A Leopoli, poco prima di mezzanotte, un allarme aereo ha messo panico nella popolazione ma non sono emerse al momento altre informazioni.

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