I funerali di Alberto Balocco a Fossano e la lettera della figlia Diletta: «Una fortuna averti nella nostra vita»
di Massimo Massenzio
A portare l’ultimo saluto al presidente dell’azienda dolciaria sono arrivate centinaia di persone da tutto il Piemonte. La figlia maggiore Diletta: «Abbiamo avuto la fortuna di essere parte della tua vita»
Un silenzio «irreale» è calato sin dal mattino di oggi, 29 agosto, sulla città di Fossano nel giorno dei funerali di Alberto Balocco. A portare l’ultimo saluto al presidente dell’azienda dolciaria fossanese, morto venerdì scorso durante un’escursione in mountain bike a Pragelato, sono venute centinaia di persone da tutto il Piemonte.
Politici, imprenditori, ex calciatori e tanti, tantissimi comuni cittadini
. Accalcati sotto i portici di via Roma, in attesa dell’uscita del feretro da palazzo Daviso, c’erano anche gli operai e i dipendenti della fabbrica fossanese. Di fronte alla cattedrale un muro di folla, con i calciatori e le giovanili del Fossano Calcio schierati in prima fila, ha accolto il corteo funebre. In testa la moglie di Alberto Susy Pinto e i figli Diletta, Matteo e Gabriele. Subito dietro la sorella Alessandra assieme al marito, le cognate e tanti altri parenti.
Tanta la commozione all’ingresso in chiesa della bara di legno chiaro, ricoperta da una corona di rose bianche. La moglie Susy, distrutta dal dolore, per tutta la durata della celebrazione ha stretto le mani dei figli. Accanto a lei, nello stesso banco, anche la cognata Alessandra, con gli lucidi coperti da occhiali scuri, assieme al marito Ruggero Costamagna e al figlio Marco. «Venerdì pomeriggio, quando è arrivata la terribile notizia, siamo rimasti tutti attoniti — ha detto dal pulpito monsignor Piero Delbosco, vescovo di Cuneo e Fossano —. Il silenzio ha avvolto tutto il Cuneese. Assieme a un interrogativo: perché? Perché proprio Alberto? Non dobbiamo vergognarci di questi dubbi. Dobbiamo fermarci a riflettere e provare a cogliere la via del Vangelo. La vita è il primo capitolo dell’esistenza e la morte è quello successivo. Alberto e il suo amico Davide Vigo, scomparso assieme a lui, non sono chiusi fra quattro assi, ma sono vicini a Dio». Il vescovo ha poi ricordato la sua ultima chiacchierata con Alberto Balocco: «Qualche tempo fa ci siamo sentiti, mi ha parlato dei tempi difficili che stiamo vivendo, ma nelle sue parole ho colto fiducia e volontà di combattere in vista di momenti migliori. Dobbiamo seguire il suo esempio».
Il momento più toccante — e significativo — è stato l’elogio funebre, quando ha preso la parola Diletta, la figlia maggiore di Alberto, che ha letto una commovente lettera indirizzata al padre: «Fortuna — ha esordito —. Sembra assurdo utilizzare questa parola in un momento come questo, ma è proprio così. Abbiamo avuto la fortuna di essere parte della tua vita. Sei stato un padre, un marito e un imprenditore meraviglioso. Il migliore in ognuno di questi ruoli. Ci hai insegnato a stringere i denti e a non mollare mai, proprio come facevi tu. Abbiamo avuto fortuna, perché ci hai amato con tutto il tuo essere e ogni tuo gesto era pieno d’amore. Ci hai insegnato a vivere. Sei stato e continuerai a essere il nostro motore. Come quando ci raccontavi per l’ennesima volte una delle tue storie, che ormai conoscevamo a memoria. Ci hai dato il tuo buon esempio, ci hai insegnato a uscire dalla nostra “comfort zone”, come la chiamavi tu. Noi lo seguiremo e a ogni passo penseremo “papà avrebbe fatto così”. Ci hai dato tutto, sei il nostro orgoglio e un punto di riferimento. Ti amiamo».
Fulvio, un amico di infanzia, ha ricordato i suoi 50 anni insieme a «Bebe», il soprannome che Alberto Balocco si portava dietro sin dalle elementari, quando frequentavano insieme le scuole delle suore domenicane: «Hai girato il mondo, ma la tua casa restava sempre Fossano. Perché noi, se non ci svegliamo guardando il Monviso, non siamo contenti. Al massimo Sauze, o Alassio. Oppure Napoli, dove sei riuscito a far innamorare la tua amata Susy. Tu e Davide avete scritto una storia bellissima, fatta di feste, avventure, complicità e musica. Eravate i più veloci di tutti, ma non lo siete stati abbastanza per scansare il fulmine che vi ha portato via. Adesso vi immaginiamo insieme, allegri e sorridenti. Pronti a combinarne ancora un’altra».
Al termine della funzione la folla silenziosa ha gremito via Roma e si aperta in due ali al passaggio della famiglia. Tutti i dipendenti si sono schierati sulla scalinata del duomo per l’ultimo saluto al «titolare buono» e un lungo applauso ha salutato la partenza del feretro: «Ciao Alberto». Il tempo del dolore non è ancora finito, ci vorrà tempo, ma la sensazione è che Fossano stia già cominciando a guardare avanti Senza mai dimenticare il passato e la storia. Quella dei Balocco.
29 agosto 2022 (modifica il 30 agosto 2022 | 11:12)
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