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Germania attiva allerta piano emergenza gas, verso accordo di solidarietà con l’Italia

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Il nodo energia

La Germania ha attivato “l’allerta” del piano di emergenza nazionale sul gas. Ad annunciare questa soluzione è stato il vicecancelliere verde Habeck, il quale ha spiegato che si tratta del primo di tre step di una classifica che prevede, successivamente, un secondo stadio, «l’allarme», e un terzo, l’«emergenza»

(foto Reuters)

3′ di lettura

La richiesta della Federazione russa di pagare in rubli le forniture di gas destinate all’Europa occidentale, con l’aut aut di Putin (gas in rubli o stop contratti) ha spinto Germania e Italia, ovvero i paesi più dipendenti da Mosca sul piano degli approvvigionamenti, ad adottare delle contromosse. Da fonti di Palazzo Chigi si è appreso che l’Italia sui pagamenti del gas russo applicherà le linee concordate a livello europeo, ma al momento non c’è ancora un’interpretazione finale del provvedimento annunciato da Putin. Le stesse fonti spiegano che la Commissione europea sta studiando in queste ore i vari aspetti interpretativi delle misure del Cremlino e che al momento i pagamenti si possono continuare a effettuare in euro e in rubli.

Draghi sente Scholz, confronto su gas e sanzioni,avanti uniti

Nella serata di giovedì 31 marzo il premier Mario Draghi e il cancelliere tedesco Olaf Scholz si sono sentiti al telefono: i due leader, ha spiegato Palazzo Chigi, si sono confrontati sul tema delle sanzioni alla Federazione Russa e sui recenti sviluppi in merito alle importazioni di gas dalla Russia. Draghi e Scholz hanno concordato circa l’importanza di mantenere in vigore l’impianto sanzionatorio verso la Russia, che si sta dimostrando molto efficace. Draghi e Scholz si sono detti d’accordo sull’importanza di mantenere un approccio unitario a livello europeo.

Germania attiva allerta piano emergenza gas

Intanto la Germania ha attivato “l’allerta” del piano di emergenza nazionale sul gas. Ad annunciare questa soluzione è stato il vicecancelliere verde Robert Habeck, il quale ha spiegato che si tratta del primo di tre step di una classifica che prevede, successivamente, un secondo stadio, «l’allarme», e un terzo, l’«emergenza». È così scattata una «fase di monitoraggio», che sarà affidata ad una unità di crisi. Se Habeck ha rinnovato l’invito ai concittadini a risparmiare energia, a Berlino si lavora notte e giorno per differenziare le importazioni del gas, mentre continua il dibattito anche su un possibile prolungamento dell’attivita’ delle ultime tre centrali nucleari, in dismissione quest’anno.

Il premier italiano: per non finanziare Putin serve fissare pezzo gas

Per quanto riguarda invece l’Italia, incontrando la stampa estera Draghi ha ricordato che «Germania e Italia stanno finanziando, insieme a tutti i paesi importatori di gas, di grano, la guerra russa. Non c’è dubbio. Per questo nel Consiglio europeo abbiamo spinto per un price cap sul gas. Non c’è nessun motivo perchè il gas sia così caro per gli europei. Ma non è semplice. La Russia non può venderlo a nessun altro: c’è lo spazio per fissare un tetto – h aggiunto il capo del governo -. Poi se la risposta russa è niente gas? Stiamo discutendo. Serve evitare i timori di una risposta russa. Per ridurre i finaziamenti alla Russia dobbiamo abbassare prezzo del gas». Sul pagamento in rubli Draghi ha detto che «le parole di Putin sono state: i contratti esistenti rimangono in vigore, le aziende europee, e ha rimarcato che è una concessione solo per loro, continueranno a pagare in euro o in dollari. La spiegazione su come si faccia a conciliare le due posizioni, dollari e pagare in rubli, è stata lunga e ho ascoltato dicendo che poi i tecnici si sarebbero messi in contatto. Quello che ho capito è che la conversione è un fatto interno alla Federazione Russa. Ora ci sono analisi in corso per capire che significa».

Il ministro Cingolani: accordo gas Berlino, ho chiesto un paio settimane

Itala e Germania stanno lavorando a un’intesa bilaterale di solidarietà. «Sull’accordo di solidarietà sul gas fra Italia e Germania – ha spiegato il ministro della Transizione ecologica Cingolani – c’è piena intesa col governo tedesco: noi abbiamo chiesto un paio di settimane di tempo, per capire come lanciare le gare per lo stoccaggio».

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