GdF, più incroci di dati contro mafie ed evasione
ServizioContrasto al sommerso
Al centro della mappatura socio economico della criminalità su cui lavorano le Fiamme Gialle sei fenomeni, dalla cosiddetta ricchezza generata al rischio delle infiltrazioni mafiose nel tessuto imprenditoriale
di Marco Mobili
17 maggio 2022
3′ di lettura
Una mappatura puntuale «socio economica della criminalità». È quella che la Guardia di Finanza ha predisposto per potenziare e migliorare l’analisi di rischio nel contrasto alle frodi, all’evasione e al riciclaggio. Alla base di tutto il Comando generale delle Fiamme gialle pone, infatti, lo sviluppo pluriennale dei principali fenomeni per fare emergere in modo dettagliato le relazioni esistenti. E i fenomeni analizzati sono proprio quelli in qualche modo collegabili tra loro in termini di frodi ed evasione.
Focus su sei “fenomeni”
La circolare e il manuale (messi a punto a inizio maggio 2022 dal Comando generale) mettono sei fenomeni al centro della mappatura socio economico della criminalità. Si parte dalla cosiddetta ricchezza generata e dalle spese registrate. L’analisi comparativa dei dati consente ai reparti della Fiamme gialle di stimare le province che presentano il più elevato rischio di evasione fiscali. In questa analisi del rischio giocano un ruolo determinate le variabili, sia a livello di aggregato provinciale sia pro capite, delle fonti e degli impieghi della ricchezza, nonché di alcune spese che possono essere i fabbisogni standard o le spese per il gioco pubblico.
Il secondo filone di analisi riguarda gli aiuti per l’emergenza sanitaria erogati a imprese e partite Iva. Le informazioni da utilizzare e messe in correlazione tra loro sono quelle riferite alle province dove negli ultimi due anni si è concentrato il maggior numero di imprese che hanno ricevuto aiuti e contributi per affrontare la crisi del Covid e i relativi lockdown. Nel mirino delle Fiamme gialle ci sono le aree dove si può registrare un indebito accesso agli aiuti o una vera e propria evasione fiscale.
Partendo invece dal livello di povertà delle famiglie, nel mirino della Gdf finisce anche il Reddito di cittadinanza, soprattutto rapportando il dato dei percettori a quello della popolazione residente e il dato relativo al tasso di disoccupazione. Le percezioni indebite del sussidio statale sono l’obiettivo dichiarato già da tempo dalla Guardia di finanza.
Infiltrazioni mafiose sotto la lente
Gli altri tre filoni di analisi del rischio si focalizzano soprattutto sul rischio delle infiltrazioni mafiose nel tessuto imprenditoriale con l’esame delle partite Iva attive e l’incidenza sul territorio dei fenomeni criminali, così come con l’incrocio dei dati sulla ricchezza prodotta in termini di valore aggiunto e la chiusura delle imprese, sulle operazioni sospette e le relative denunce delle forze dell’ordine. Infine l’analisi passa anche per le sofferenze bancarie e i procedimenti per reati economico finanziari.