Gas, Ue: “Accordo sul taglio dei consumi”. L’Ungheria vota contro. Berlino: “Mandare segnale a Putin, non ci dividerà”

All’indomani dell’annuncio del nuovo taglio di Gazprom ai flussi di gas verso l’Europa, scesi al 20% della portata teorica sul gasdotto Nord Stream 1, i ministri dell’Energia europei si ritrovano in un Consiglio straordinario per cercare di mettere a punto il piano d’emergenza che, nella versione presentata dalla Commissione, è troppo divisivo. Dal vertice arriva un’intesa sulla riduzione dei consumi. “I ministri hanno raggiunto un accordo politico sulla riduzione della domanda di gas in vista del prossimo inverno”, ha annunciato in un tweet, la presidenza ceca del semestre Ue mentre è ancora in corso il Consiglio Affari Energia. Unico voto contrario quello dell’Ungheria, ma per l’approvazione era necessaria  la maggioranza qualificata, quandi l’opposizione di Budapest è risultata ininfluente. Per l’Italia, ha spiegato il ministro per la transzione Ecologica Roberto Cingolani,  “si tratterà di un risparmio di gas del 7%, che è la percentuale che avevamo già previsto nel nostro piano”. Cingolani ha rassicurato anche sullo stato delle riserve italiane. Il riempimento degli stock di gas dell’Italia “ha superato il 70%, stiamo andando verso il 71%, quindi direi che stiamo bene”. “Entro l’inizio dell’inverno – ha aggiunto  – saremo quasi indipendenti dalle forniture russe ed entro l’anno prossimo la situazione sarà piuttosto sicura, senza grandi dipendenze dalla Russia. Anzi, senza alcuna dipendenza dalla Russia”.

Ma l’ultima mossa di Vladimir Putin si è preso la scena, almeno all’avvio dei lavori: “E’ molto importante che il prossimo passo dimostri che l’Ue resta unita e che dia un segnale forte a Putin e alla Russia anche nel giorno in cui i flussi di gas del Nord Stream 1 si ridurranno di un ulteriore 20%: non ci dividerai”, ha detto il ministro dell’Economia tedesco, Robert Habeck, arrivando al Consiglio straordinario Energia.

L’ultima versione del piano Ue d’emergenza sul gas, negoziato dalla presidenza ceca, presenta “molti compromessi, questo è il modo in cui opera l’Ue”, il fatto che le deroghe introdotte portino a “troppa burocrazia è un pericolo, ma le esenzioni di per sé sono ragionevoli”, ha evidenziato Habeck.

L’annuncio da parte di Gazprom sulla riduzione delle consegne di gas alla Germania attraverso il Nordstream 1 “non” cambia la prospettiva della Commissione Europea, perché “sappiamo che non c’è alcuna ragione tecnica: è una decisione politicamente motivata e dobbiamo essere pronti. Per questo la riduzione preventiva della domanda di gas è una strategia saggia”, sottolinea invece la commissaria europea all’Energia, Kadri Simson, a margine del Consiglio Energia straordinario. “E’ importante sottolineare che ora il riempimento dei depositi sotterranei di gas continua”, e attualmente è “al 66%”, il che vuol dire che “nelle ultime settimane gli Stati membri sono riusciti ad attirare più gas di quello che consumano in estate”, conclude Simson.

Quanto al piano, si attendono modifiche alla proposta lanciata la scorsa settimana: si va verso il dimezzamento della durata dell’arco emergenziale, da due a un anno. Sarà mantenuta la percentuale del 15% di tagli ai consumi di gas, ma lo scatto verso l’emergenza avverrà solo in caso almeno 5 Paesi (e non tre) dichiarino lo stato d’allerta, passando da una decesione del Consiglio europeo (e quindi dai capi di governo). Su pressione dei Paesi iberici, poi, saranno anche previsti dei modi alternativi alla riduzione secca del consumo, in particolare basandosi sulla percentuale di rinnovabili usate o se i Paesi in questione non comprano gas dalla Russia.

Per il momento, le tensioni sul gas si fanno sentire parecchio sul mercato: il prezzo ad Amsterdam viaggia ben sopra 180 euro al megawattora.

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