Gas russo, l’Eni annuncia l’apertura dei conti «K» in euro e in rubli per i pagamenti
Energia
di Fausta Chiesa17 mag 2022
Il ceo del gruppo Eni Claudio Descalzi
L’Eni il 17 maggio alle 15 e 45 ha annunciato di aver avviato le procedure per aprire il conto corrente con Gazprom Bank in doppia valuta, euro e rubli, per poter pagare le forniture di gas russo. Il gruppo italiano guidato da Claudio Descalzi stava attendendo l’ultimo momento utile per poter rispettare i contratti in essere con Gazprom, che prevedono la formula del «take or pay», in base ai quali se il Cane a sei zampe non compra il gas, comunque deve pagarne una certa quantità minima che – oltre al prezzo – rientra tra le clausole riservate tra le parti. «Eni – si legge nella nota – in vista delle imminenti scadenze di pagamento previste per i prossimi giorni, ha avviato in via cautelativa le procedure relative all’apertura presso Gazprom Bank dei due conti correnti denominati K, uno in euro e uno in rubli, indicati da Gazprom Export secondo una pretesa unilaterale di modifica dei contratti in essere, in coerenza con la nuova procedura per il pagamento del gas disposta dalla Federazione Russa. Eni, tuttavia, ha già da tempo rigettato tali modifiche. Pertanto l’apertura dei conti avviene su base temporanea e senza pregiudizio alcuno dei diritti contrattuali della società, che prevedono il soddisfacimento dell’obbligo di pagare a fronte del versamento in euro. Tale espressa riserva accompagnerà anche l’esecuzione dei relativi pagamenti».
«Decisione condivisa con le istituzioni italiane»
«La decisione, condivisa con le istituzioni italiane – si legge sempre nella nota – è stata presa nel rispetto dell’attuale quadro sanzionatorio internazionale e nel contesto di un confronto in corso con Gazprom Export per confermare espressamente l’allocazione a carico di Gazprom Export stessa di ogni eventuale costo o rischio connesso alla diversa modalità esecutiva dei pagamenti».
Le procedure
«Da un lato, a oggi, – scrive sempre l’Eni nella nota – Gazprom Export e le autorità federali russe competenti hanno confermato che:
(i) la fatturazione (effettivamente giunta ad Eni nei giorni scorsi nella valuta contrattualmente corretta) e il relativo versamento da parte di Eni continueranno a essere eseguiti in euro, così come contrattualmente previsto;
(ii) che le attività operative di conversione della valuta da euro a rubli saranno svolte da un apposito clearing agent operativo presso la Borsa di Mosca entro 48 ore dall’accredito e senza coinvolgimento della Banca Centrale Russa;
e che (iii) nel caso di ritardi o impossibilità tecniche nel completare la conversione nei tempi previsti non ci saranno impatti sulle forniture.
Dall’altro lato, l’esecuzione dei pagamenti con queste modalità non riscontra al momento nessun provvedimento normativo europeo che preveda divieti che incidano in maniera diretta sulla possibilità di eseguire le suddette operazioni (peraltro Eni, in linea con le indicazioni della Commissione Europea, ha già chiarito da tempo a Gazprom Export che l’adempimento degli obblighi contrattuali si intende completato con il trasferimento in euro, e rinnoverà il chiarimento all’atto di apertura dei conti K). Se la nuova procedura appare quindi neutrale in termini di costi e rischi, non incompatibile con il quadro sanzionatorio in vigore e con adempimento che avviene al momento del trasferimento degli euro, un mancato pagamento esporrebbe Eni sia al rischio di violazione dell’obbligo di dar corso in buona fede ad eventuali richieste contrattuali di Gazprom Export imposte alla stessa dalla propria autorità, sia al rischio per Eni di inadempimento dei propri impegni di vendita con i clienti a valle in caso di interruzione delle forniture. Eni, tuttavia, in assenza di future risposte complete, esaustive e contrattualmente fondate da parte di Gazprom Export, avvierà un arbitrato internazionale sulla base della legge svedese (come previsto dai contratti in essere) per dirimere i dubbi rispetto alle modifiche contrattuali richieste dalla nuova procedura di pagamento e alla corretta allocazione di costi e rischi. In ogni caso, Eni ribadisce fermamente che rispetterà qualsiasi eventuale futuro provvedimento normativo che dovesse intervenire a sanzionare il trading del gas o le attuali controparti».
La Commissione: il conto viola le sanzioni
Secondo Bruxelles, se la società considera che il pagamento è effettuato una volta pagato in euro non si violano le sanzioni, se apre il conto in rubli allora l’embargo è violato.«La questione è molto semplice – ha dichiarato il portavoce della Commissione europea, Eric Mamer, rispondendo a una domanda nell’incontro quotidiano con la stampa – ciò che non è nelle linee guida per il pagamento del gas russo non è autorizzato. Tutto quello che va al di là di aprire un conto nella valuta prevista dal contratto, fare un pagamento in quella valuta e fare una dichiarazione in cui si dice che il pagamento in quella valuta chiude il pagamento per la fornitura di gas in questione, viola le sanzioni. È tutto quello che possiamo dire su questa materia: le nostre posizioni non sono cambiate per nulla in queste ultime settimane». Aprire un conto in rubli presso Gazprombank «va al di là di quello che abbiamo detto che è consentito dal quadro» sanzionatorio, ha ribadito. Far rispettare le sanzioni contro la Russia decise collettivamente dal Consiglio, che riunisce gli Stati membri Ue che hanno deciso all’unanimità, «spetta agli Stati membri», ricorda Mamer. E dunque spetta agli Stati far rispettare una decisione «che ha forza di legge nell’Unione Europea. E se gli Stati membri non lo fanno, allora, come abbiamo già detto, si applica il quadro generale delle procedure di infrazione, che può essere messo in atto dalla Commissione Europea».
La finlandese Gasum non paga in rubli
Altre due compagnie energetiche oggi hanno preso una posizione. La finlandese per la distribuzione del gas, Gasum, ha detto che non pagherà la Russia in rubli e non utilizzerà il sistema di pagamento proposto da Gazprom. Lo riporta la Tass. In una nota Gasum afferma che il contratto con Gazprom è ormai messo in discussione e che intende portare la questione davanti a un arbitrato. Gasum ha avvertito che ciò comporterebbe un aumento del rischio di interruzione delle sue forniture di gas naturale dalla Russia. La società ha affermato di essersi preparata a questa situazione con i suoi clienti e il governo. Il presidente russo Vladimir Putin con un decreto a fine marzo ha imposto che il gas russo sia venduto ai Paesi «ostili» (tra cui figura l’Italia, ndr) solo dietro un pagamenti in rubli.
La francese Engie apre il conto Gazprom
La società elettrica francese Engie ha dichiarato di aver raggiunto un accordo con Gazprom sul suo schema per pagare il gas russo in rubli. Allo stesso tempo ha riportato maggiori profitti nel primo trimestre e ha aumentato i suoi obiettivi finanziari per il 2022. Lo scrive Reuters, specificando l’assenza di ulteriori specifiche sull’eventuale aperture di un conto Engie in Gazprombank.
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