Gas, ecco i tre livelli del piano italiano per la sicurezza: ora siamo in pre-allerta
Gli approvvigionamenti
Al momento non si sta valutando l’attivazione dello “stato di allarme”, passando così al livello successivo
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Preallarme (“early warning”), che è quello in cui ci troviamo oggi in Italia dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, allarme (“alert”) ed emergenza (“emergency”). Sono tre i livelli di crisi previsti dal «Piano di emergenza del sistema italiano del gas naturale» (aggiornato al 30 settembre 2020). Nei primi due il mercato funziona ancora e c’è un monitoraggio costante che, in caso di aumento dei rischi, fa passare dal preallarme all’allarme; nel terzo, il mercato non può funzionare e scattano misure straordinarie, che vanno dall’utilizzo dello stoccaggio strategico, a nuove soglie di temperatura, all’interrompibilità della fornitura ad alcuni settori industriali.
La decisione del Mite
Il ministero della Transizione ecologica, autorità competente per la sicurezza degli approvvigionamenti di gas naturale, sentito il Comitato tecnico di emergenza e monitoraggio del sistema gas nazionale, ha dichiarato lo scorso 26 febbraio lo stato di preallarme. La comunicazione viene fatta sempre dal Mite, su segnalazione dell’impresa maggiore di trasporto ed entrambi la comunicano sul proprio sito internet. E, come ha spiegato Palazzo Chigi, non si sta valutando l’attivazione dello “stato di allarme”, passando così al livello successivo.
“Early warning”
Scatta quando ci sono informazioni serie secondo cui può verificarsi un evento che potrebbe ridurre significativamente le importazioni e far passare al livello di allarme o di emergenza, ad esempio la previsione di una domanda di gas giornaliera eccezionalmente elevata per eventi climatici estremi, come successo in anni scorsi. Di fatto attiva un monitoraggio più stringente.
“Alert”
Può scattare dopo il preallarme, per il peggioramento della situazione o all’improvviso per l’interruzione della fornitura e/o in caso di eventi climatici sfavorevoli di eccezionale intensità. Le possibili misure di mercato adottate sono aumento delle importazioni, riduzione della domanda di gas; impiego di combustibili di sostituzione alternativi negli impianti industriali.
“Emergency”
Si verifica quando la fornitura di gas è insufficiente a soddisfare la domanda e si attiva in caso di una di sei condizioni che vanno dai giorni consecutivi di allarme al raggiungimento del limite di volume erogato oltre il quale si verifica l’utilizzo dello stoccaggio strategico. Può essere conseguente allo stato di allarme o scattare all’improvviso e prevede misure non di mercato: interventi per incrementare la disponibilità di gas in rete, regole di dispacciamento della produzione di energia elettrica, riduzione obbligatoria del prelievo di gas dei clienti industriali, definizione di nuove soglie di temperatura e/o orari per il riscaldamento, sospensione dell’obbligo di fornitura verso i clienti non tutelati, sospensione della tutela di prezzo, utilizzo dello stoccaggio strategico, interrompibilità del gas per alcune industrie.