Fino a 800 euro al mese, ecco come funzionerà il bonus per i “padri separati”
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Il sostegno (destinato in realtà anche alle madri) viene incontro a chi, a causa del Covid, abbia incontrato importanti difficoltà economiche
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Il genitore separato in stato di bisogno che deve provvedere al proprio mantenimento e a quello dei figli conviventi, che non ha ricevuto l’assegno di mantenimento a cui avrebbe diritto per inadempienza dell’altro genitore o coniuge o convivente, incapace di provvedervi a causa della crisi economica, potrà contare su un sostegno che è stato già soprannominato “Bonus per padri separati”, ma che andrà in realtà a madri e padri.
Ambito di applicazione
Una cifra che sarà erogata al genitore – madre o padre – destinatario dell’assegno di mantenimento non corrisposto, che può arrivare a 800 euro al mese per un totale quindi di 9.600 euro all’anno e può essere erogata solo se il richiedente non supera un reddito di 8.174 euro. Il contributo verrà anche erogato anche ai genitori separati di figli maggiorenni portatori di handicap grave.
I presupposti
La proposta di decreto, firmata dalla ministra per le Pari opportunità e la Famiglia Elena Bonetti, è alla firma degli altri ministri competenti. L’intento è quello di venire incontro ai genitori che, a causa del Covid, abbiano avuto un calo delle entrate se non una cessazione della propria attività lavorativa dall’8 marzo 2020 per una durata di almeno 90 giorni o comunque una riduzione degli introiti del 30% rispetto al 2019.
Lo slittamento dei tempi
All’inizio la formulazione della norma era stata ritenuta inapplicabie ed è stato necessario modificare il testo. La Lega aveva presentato un emendamento per inserirlo nel decreto fiscale di dicembre. Entro due mesi la misura sarebbe dovuta passare ma l’inapplicabilità del testo ha causato uno slittamento dei tempi. Adesso al testo mancano solo le ultime firme.
La ministra: felice di averlo portato a compimento
Si tratta di «una misura che ha avuto un lungo iter perché nella formulazione con cui la Lega l’aveva presentata era di fatto inapplicabile. Era buona in gran parte degli intenti ma è stato necessario modificarla per renderla applicabile e equa verso tutti i figli di coppie separate», ha commentato la ministra per le Pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti. «In questo modo riusciamo a erogare queste risorse necessarie ai ragazzi. Felice di aver portato a compimento questa misura firmando nel mese di luglio la proposta di decreto».