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«Finlandia nella Nato senza indugi»: l’annuncio dei leader, Helsinki rompe la storica neutralità

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di Claudio Del Frate

Annuncio congiunto della premier Sanna Marin e del capo dello stato Sauli Niinisto. Dal 1948 il Paese era «non allineato» e aveva un trattato con Mosca di «non belligeranza». I due blocchi avranno un confine diretto di oltre 1.500 chilometri

La Finlandia rompe gli indugi e domenica chiederà ufficialmente il suo ingresso nella Nato. La prima ministra Sanna Marin
e il capo dello Stato Sauli
Niinisto hanno rilasciato oggi una dichiarazione congiunta che ufficializza una decisione già nell’aria da tempo e che il conflitto in Ucraina ha drasticamente accelerato.

Si tratta di una svolta storica perché in questo modo Helsinki rompe la neutralità che aveva caratterizzato la sua politica estera
a partire dal termine della seconda guerra mondiale e perché in questo modo Nato e Russia si trovano a condividere per la prima volta un confine diretto molto esteso.

«La Finlandia deve presentare domanda per l’adesione alla Nato senza indugio», hanno scritto nella nota Niinisto e Marin. «Durante questa primavera si è svolta un’importante discussione sulla possibile adesione della Finlandia alla Nato», prosegue il comunicato sottolineando che «c’è voluto del tempo per lasciare che il Parlamento e l’intera società prendessero posizione sulla questione. È stato necessario del tempo per stretti contatti internazionali con la Nato e i suoi Paesi membri, nonché con la Svezia. Abbiamo voluto dare alla discussione lo spazio necessario. L’adesione alla Nato rafforzerebbe la sicurezza della Finlandia».

In pochi mesi la percentuale di favorevoli all’ingresso nell’Alleanza è balzata nel Paese scandinavo al 70%. Una anno fa era poco superiore al 20.

Molto più esplicito sul perché di questa accelerazione il ministro degli esteri finlandese Pekka Haavisto: «Il comportamento imprevedibile della Russia è un problema enorme. La Russia è pronta a eseguire delle operazioni che sono ad alto rischio anche per noi e che porteranno anche da noi un elevato numero di vittime». ha dichiarato in audizione alla commissione Affari Esteri del Parlamento europeo.

«Le regole della guerra non vengono rispettate dalla Russia, abbiamo visto molti casi dove crimini di guerra sono stati perpetrati o dove la convenzione di Ginevra è stata violata. Ed è molto importante che si indaghi su questi casi», ha evidenziato .

Helsinki può schierare una forza attiva di 230.000 effettivi e una riserva di altri 900.000 soldati, secondo i dati del ministero della difesa. I rapporti con l’Alleanza Atlantica sono avviati da tempo e la Finlandia ha più volte partecipato a esercitazioni congiunte.

Ma la decisione dal punto politico resta di enorme rilevanza: la Finlandia aveva sempre incarnato il modello del Paese «non allineato». A partire dal 1949 aveva deciso di non aderire alla Nato e allo stesso tempo di sottoscrivere un trattato di amicizia con l’allora Urss proprio con l’obiettivo di rimanere al di fuori di ogni conflitto armato. Il patto con il Cremlino impediva esplicitamente a Helsinki di prestare il proprio territorio a operazioni militari rivolte contro la Russia.

Analogo percorso di ingresso nella Nato è stato annunciato – per le medesime ragioni geopolitiche – dalla Svezia, altro Paese storicamente neutrale. Il giorno in cui la Finlandia sarà accolta ufficialmente nella Nato, il blocco atlantico e la Russia si troveranno a strettissimo contatto come mai era avvenuto nella storia. Il confine tra i due Paesi misura infatti 1.340 chilometri. Attualmente i due blocchi condividono una frontiera di appena 210 chilometri, quella tra la Polonia e l’enclave russa di Kaliningrad.

L’ingresso ufficiale dei nuovi membri (probabile che le richieste di Helsinki e Stoccolma vengano esaminate congiuntamente) non sarà immediato: la timeline prevede un vertice di tutti gli Stati membri a Bruxelles e successivamente la ratifica da parte di tutti i 30 parlamenti degli Stati che compongono l’Alleanza. L’ultimo Paese ad aver completato questo iter è stata la Macedonia del Nord, nel 2019. Le repubbliche baltiche ex sovietiche vi erano approdate nel 2004, l’Ucraina ha presentato domanda nel 2008.

Articolo in aggiornamento…

12 maggio 2022 (modifica il 12 maggio 2022 | 11:21)

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