Famiglia, i nuovi modelli che avanzano: perché è tempo di parlare di genitorialità condivisa
ServizioFesta della mamma 2022 / Le storie
La generazione under 40 sta proponendo nuovi modelli di famiglia in cui i lavori di cura vengono equamente suddivisi all’interno della coppia
di Livia Zancaner
8 maggio 2022
4′ di lettura
Hanno fatto il giro del mondo le foto di Samantha Cristoforetti, 45 anni, che in tuta da astronauta manda un bacio ai figli prima di partire per la sua seconda missione spaziale. Cristoforetti starà in orbita cinque mesi e i bimbi – 5 anni e un anno – rimarranno con il papà Lionel Ferra. L’emblema di un nuovo concetto di maternità, sdoganato giorno dopo giorno da donne che si realizzano in famiglia ma anche sul lavoro, nello sport, nelle proprie passioni.
Eppure i numeri ci dicono che la complessità nel creare una famiglia è aumentata e allo stesso tempo che le donne possono fare scelte differenti. Così nel 2021 le nascite in Italia sono scese al minimo storico: neanche 400 mila i nuovi nati, in calo dell’1,3% rispetto al 2020, indica l’Istat. L’età media al parto è in salita a 32,4 anni, la più alta d’Europa e il numero medio di figli per donna è pari a 1,25, a fronte di un tasso medio Ue pari a 1,5. Ma nonostante l’instabilità economica, le disparità salariali, la difficoltà a conciliare vita e lavoro, la voglia e gli strumenti ci sono, come raccontano quattro donne, professioniste e mamme: Veronica Diquattro, 38 anni, manager e dirigente d’azienda con un passato in Google, Spotify e ora in Dazn; Giulia Bevilacqua, 43 anni, attrice e regista; Julia Elle, 34 anni, scrittrice e imprenditrice; Elisa Di Francisca, 40enne, schermitrice e oro olimpico nel fioretto.
Veronica Diquattro
«Mi ricordo ancora quando entravo alle riunioni e credevano fossi l’assistente che apriva la porta al capo», commenta Veronica Diquattro , che dopo la nascita del suo Edoardo, tre mesi e mezzo fa, si è presa una pausa. «Oggi c’è una maggiore apertura e consapevolezza alla ricchezza della diversità, anche se dipende da settore e contesto – ricorda la manager – ma a livello generale interrompere il lavoro per i mesi di congedo viene visto ancora come un evento eccezionale, soprattutto se si occupano posizioni di responsabilità. Ma i mesi della maternità non sono mesi persi, costituiscono un ulteriore momento di sviluppo personale e arricchimento per il dipendente e per l’azienda».
Giulia Bevilaqua
Si cambia il racconto della maternità con l’esempio e la sua generazione lo sta facendo in diversi ambiti, anche se non sempre risulta semplice, come racconta Giulia Bevilacqua , che sottolinea come nello spettacolo «la maternità a volte viene vissuta come una malattia, un handicap». L’attrice, quando ha scoperto di essere incinta del secondo figlio Edoardo, ha dovuto rinunciare ad alcuni progetti: «In quel momento stavo girando un film, la mia primogenita Vittoria aveva 9 mesi, avevo appena ricominciato a lavorare. Sul set mi sono stati molto vicino, ma in altri ambienti sono stata meno fortunata». Con il tempo ha imparato a delegare e a chiedere aiuto perché era arrivata «a una stanchezza fisica e psicologica incredibile».
Julia Elle
Per le nuove generazioni, però, non è più questione di chiedere aiuto, dalla maternità si è passati alla genitorialità condivisa. «Noi siamo invece la generazione che sta cercando di passare da un concetto di maternità a un concetto di genitorialità condivisa. Veniamo da famiglie in cui l’accudimento dei figli era prevalentemente della madre, ma non è il modello che stiamo replicando. Siamo una generazione di mezzo: la genitorialità condivisa è infatti poco compresa dalla generazione che ci ha preceduti ed è invece un’aspirazione per la generazione che segue» osserva Julia Elle , tre figli (Chloe 8 anni, Chris 5 anni e Chiara 7 mesi), che racconta la genitorialità sui social con Disperatamentemamma.