Epatiti nei bambini, dai sintomi alle cause: le cinque cose da sapere
ServizioI chiarimenti
“Nessun chiaro fattore di rischio epidemiologico è emerso tra i casi, così come nessuna associazione con i viaggi”, segnala l’Iss
di Nicola Barone
27 aprile 2022
3′ di lettura
I ricercatori provano a far luce sui pochi elementi solidi riscontrati nelle epatiti tra i bambini al centro dell’attenzione. Nel Regno Unito, dove si conta la maggior quantità dei casi sin dal principio, era stata proposta una causa infettiva o anche la possibile esposizione a sostanze tossiche. Ma “informazioni dettagliate raccolte attraverso un questionario relativo a cibi, bevande, abitudini personali dei casi non hanno evidenziato esposizioni comuni”, dice l’Istituto superiore di sanità in un aggiornamento sulla situazione.
Più probabile natura infettiva
In base al quadro epidemiologico e clinico una eziologia infettiva sembra essere la più probabile. “In nessuno dei casi sembra che non si siano trovate tracce dei virus comunemente responsabili delle epatiti (A, B, C, D ed E). Le ipotesi in ballo al momento sono che si possa trattare di infiammazioni legate a un ignoto agente infettivo. Alcuni bambini hanno avuto il Covid, altri sono risultati positivi al coronavirus, altri ancora alla presenza di adenovirus”, sintetizza Massimo Ciccozzi del Campus Bio-Medico di Roma. “Siamo ancora all’origine di un fenomeno che non possiamo spiegare con la presenza di virus noti certi o con correlazioni farmacologiche”.
Dall’ittero al dolore addominale
Una epatite acuta “dà sintomi gastrointestinali, quali nausea, diarrea, e comparsa di ittero, i valori di enzimi epatici, le transaminasi, aumentano nel sangue per effetto della distruzione degli epatociti”, spiega l’epidemiologo. Attualmente la presentazione clinica è di epatite acuta grave con aumento delle transaminasi (AST/ALT) superiore a 500 IU/L e in molti casi ittero. “Le epatiti sono malattie infiammatorie che danneggiano il fegato. Le cellule dell’organo in presenza di epatite subiscono una riduzione della loro capacità. Se il danno persiste o il fegato, per motivi diversi, ha difficoltà a rigenerarsi, confrontare l’insufficienza epatica grave che può richiedere il trapianto d’organo”. Stando alle informazioni rese disponibili dall’Iss, nelle settimane precedenti alcuni casi avevano presentato sintomi gastrointestinali tra cui dolore addominale, diarrea e vomito. “La maggior parte non ha presentato febbre. Alcuni casi hanno usufruito di cure specialistiche in unità epatologiche pediatriche e alcuni di questi hanno ricevuto un trapianto di fegato”.
Nessun fattore di rischio epidemiologico
“Nessun chiaro fattore di rischio epidemiologico è emerso tra i casi, così come nessuna associazione con i viaggi”, scrive l’Iss nel suo resoconto pubblicato sul sito.
No al legame con vaccino anti-Covid
Allo stesso tempo nessun elemento suggerisce una connessione, secondo l’Iss, tra la malattia e la vaccinazione. “E anzi diverse considerazioni porterebbero ad escluderla. Nella quasi totalità dei casi in cui si è a conoscenza dello status i bambini colpiti non erano stati vaccinati”.