Elezioni: Carfagna: “Entro in un partito che non tramerà con la Russia”
“Da oggi inizia un nuovo percorso, una nuova battaglia che richiede coraggio, ma con una sicurezza, quella di entrare nella vera casa dei liberali, dei riformisti e di popolari. Ho la certezza di entrare in un partito che non tramerà con la Russia contro l’Italia; ho la certezza di entrare in un partito che non si accoderà a Orban, che dice cose enormi”. Lo ha detto Mara Carfagna nella conferenza stampa con Carlo Calenda e Mariastella Gelmini.
“Fino a pochi giorni fa non avrei pensato di fare questa scelta. Poi, il 20 luglio, con la fine del governo, l’Italia è stata esposta al rischio in una fase delicata. Non potevo star zitta. Per questo, da oggi, inizia un nuovo percorso con Azione”, ha scritto Carfagna in un tweet. “Voglio fare questa campagna elettorale a testa alta e a viso aperto, rivendicando il lavoro del governo e senza dire bugie. Per questo ho scelto di candidarmi con Azione. La mia è una scelta di libertà, serietà e soprattutto di verità”, ha aggiunto.
“Sono straconvinta del nuovo percorso con Azione che sto intraprendendo”, ha detto Mariastella Gelmini nella conferenza stampa con Mara Carfagna e Carlo Calenda in cui ha annunciato l’adesione ad Azione. “Fi e Lega – ha detto ancora – hanno voltato le spalle all’Italia, gettando alle ortiche il lavoro fatto. La data del 24 febbraio (inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ndr) non puo’ essere ignorata. Salvini – spero possa essere smentito quanto è emerso in questi giorni – ha avuto delle ambiguità che non possono essere ignorate. L’atlantismo e l’europeismo devono essere al centro dei programmi”. “Con questa mia scelta spero di poter raprpesentare i cittadini seri e responsabili che in questi giorni mi hano mandato centinaia di messaggi – ha concluso – e anche quei cittadini che si sono disamorati della politica”.
Elezioni, Calenda: ‘La destra vince? La destra vince de che…’
“La scelta di Azione non è affidata a un sondaggio. Quello che c’è da capire è se una performance migliore sul proporzionale aiuta o meno a fermare la vittoria della destra sovranista. Quale sia la decisione più conveniente per Azione è evidente”. Lo ha detto Carlo Calenda, nella conferenza stampa tenuta con Mara Carfagna e Mariastella Gelmini, rispondendo a una domanda sull’eventuale accordo elettorale con il Pd. “Noi faremo una campagna elettorale – ha poi precisato – sul nostro programma, se ci sarà una alleanza tecnica sarà nell’interesse dell’Italia”.
“Qualsiasi decisione prenderemo nei prossimi giorni, la prenderemo insieme”, ha affermato Calenda. “La partita delle elezioni è chiusa? no, questa destra non vince. Non è possibile che gli italiani vogliano essere declassati da partner di Germania e Grancia a partner di Orban e Putin. La destra vince? Ma de ché! La combatteremo metro per metro, la rimanderemo nella bolgia degli irresponsabili”, ha affermato Calenda.
“E’ incomprensibile, anzi incredibile la scelta di un uomo di esperienza come Berlusconi di far cadere il governo Draghi. Ora la parte più attenta di Fi lascia il partito, se ne va”, ha osservato Calenda.
“Toti si è già fatto l’accordo con il centro destra e questo mi dispiace. Se poi l’accordo non c’è più allora porte spalancate”. lo ha detto Carlo Calenda rispondendo ad una domanda su un possibile dialogo con Italia al centro di Giovanni Toti. “In questi giorni sto vedendo Toti più spesso di mia moglie – ha aggiunto – e queste cose ce le siamo dette già decine di volte”.
Gelmini, Calenda e Carfagna
Gelmini e Carfagna: riconoscenza per Berlusconi
“La riconoscenza per Berlusconi, il rispetto e anche l’affetto non cambiano. Però sono una donna libera e nel momento in cui Berlusconi ha deciso di far cadere il governo Draghi non potevo far finta di nulla, restando in Fi”. Lo ha detto Mariastella Gelmini nella conferenza stampa con Mara Carfagna e Carlo Calenda in cui le ministre hanno annunciato l’adesione ad Azione. “Provo anche io riconoscenza per Berlusconi – ha detto Carfagna ma vorrei sottolineare che il parallelo con Angelino Alfano è improprio. Noi non cambiamo per mantenere il ruolo di ministro. La legislatura è finita e noi usciamo per presidiare l’area riformista abbandonata da Fi.