Eleonora, il suo tema consegnato a mamma Sabrina: In quelle righe ho ritrovato mia figlia
di Letizia Cini
“Ho aspettato due anni, ma ne valeva la pena”. Sono lacrime di gioia quelle di Sabrina Bergonzoni, madre di Eleonora, morta a 13 anni per un osteosarcoma: «Tumore rarissimo, 125 casi l’anno, in Italia e il 60% di loro hanno fra i 10 e i 20 anni», sospira mamma Sabrina stringendo quei fogli che le sono costati tanta fatica». «Questa mattina (ieri per chi legge, ndr) la dirigente scolastica mi ha consegnato il tema di mia figlia, il suo ultimo componimento, quasi un’eredità spirituale, che finalmente ho potuto leggere”.
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Pochi mesi prima della sua scomparsa, Eleonora aveva infatti svolto da privatista una delle prove di idoneità per accedere alla terza media, a Bologna. Le richieste della madre per poterlo avere, inizialmente non avevano ricevuto risposta, poi… la svolta: Sabrina Bergonzoni ha ricevuto la notizia della scuola della tredicenne e ieri ha potuto stringere quel tema.
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Che emozione è stata?
“Immensa, si tratta di un ultimo messaggio, molto bello e carico di significato”.
Di che cosa parlava, Eleonora, nel suo componimento?
“Le avevano chiesto di descrivere una persona che ammirava, e lei ha scelto la moglie di un caro amico, tratteggiando la peculiarità che, in lei, amava di più”.
Che sarebbe?
“La capacità di saper ascoltare, ma saper ascoltare per davvero. Aveva scelto la traccia descrittiva: “C’è una persona per cui provo grande ammirazione, ve ne parlo” e aveva deciso di raccontare di questa amica, psicologa di professione, alla quale si era molto legata. Una persona sensibile: Ele parlava tanto, come una macchinetta e lei, che aveva da poco avuto una figlia, era felicissima di starla a sentire. Inoltre…”
Inoltre, Sabrina?
“Ha tracciato un elenco delle qualità che caratterizzano le presone da ammirare, persone belle, che hanno un’anima pura. Eleonora aveva concluso il suo elaborato con una definizione del concetto di ammirazione: ‘Ammirare vuol dire guardare anche con il cuore, ammirare vuol dire stimare, per me l’ammirazione è per persone buone, brave, coraggiose, forti e decise verso il bene, piene d’amore, di giustizia, di misericordia’. Parole importanti, a 13 anni…”.
In queste righe ha ritrovato la sua bambina?
“Assolutamente sì, come immaginavo. Grazie alle gentilezza della dirigente scolastica ho potuto leggere parole che vengono dal cuore, spensierate, anche se fanno riflettere. Un tema senza rabbia, nel quale Ele non fa cenno alla malattia”.
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Che cosa ha fatto del tema quando lo ha potuto ritirare, dopo due anni di battaglie, lettere, email e appelli su Facebook?
“L’ho messo in borsa, è stato come sentire nuovamente Eleonora, che ho ritrovato in quelle righe scritte con la stilografica: un’adolescente saggia, idealista, profonda, quella che conosco molto bene. Poter leggere le sue parole e aver scoperto questa valanga di solidarietà e partecipazione è ora una spinta in più per proseguire nell’impegno con l’associazione Agito (genitori tumori ossei) e lavorare per superare piccoli e grandi muri di gomma, al fianco delle famiglie che devono affrontare una malattia grave del figlio”.
Eleonora ha una sorella più piccola di due anni e mezzo, Margherita, che ora ha 14 anni: anche lei ha letto il tema?
“No, ha scelto di autoproteggersi: ‘Quello è di tua figlia, mi ha detto indicando il foglio protocollo, io mia sorella ce l’ho nei miei ricordi e questo mi basta’. Per lei la morte di Eleonora è stato un trauma, erano unitissime, anche troppo, quasi chiuse nel loro mondo. Elaborare questo lutto non è stato e non è facile, soprattutto per Margherita».
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Il tema di Eleonora scritto con la penna stilografica e un bell’8 vergato sull’ultima pagina, è stato ritrovato venerdì pomeriggio negli archivi dell’istituto: ci sperava?
“Tanto, lo cercavo dal 2020 e nonostante le lungaggini burocratiche non mi sono persa d’animo: forse qualcuno inizialmente non ha ascoltato la storia e non ha capito il perché della mia richiesta. La richiesta di una mamma che ha perso la figlia nel settembre del 2018 a causa di un cancro, a soli 13 anni. A maggio di quello stesso anno, pochi mesi prima della sua morte, aveva svolto, da privatista a causa delle sue condizioni di salute, il tema come prova di idoneità alla terza media. Un’ultima testimonianza di vita che ora ho finalmente potuto leggere e terrò con me, con noi, in memoria della nostra bambina”.
Nel vostro immenso dolore può esserci spazio per un piccolo lieto fine.
“Sì. Il viaggio era importante quanto la meta. L’ascolto delle famiglie è il tema centrale di questo polverone. Speriamo ci sia un briciolo di attenzione e di umanità in più in futuro e che ci siano sempre meno burocrati. Con l’ufficio scolastico di Bologna lavoreremo per progetti di sensibilizzazione sulla malattia e la disabilità a scuola”.