Ebola, primo caso in Europa, Sierra Leone, 121 vittime in 24 ore
E’ un’infermiera spagnola di Madrid, si tratta del primo caso di infezione fuori dall’Africa, il primo in Europa
Un’infermiera spagnola di Madrid è stata infettata dal virus dell’Ebola. Lo scrive El Pais, precisando che si tratta del primo caso di infezione fuori dall’Africa, il primo in Europa. L’infermiera, scrive il quotidiano su suo sito, faceva parte della squadra che ha curato il missionario spagnolo Manuel Garcìa Viejo, morto il 26 settembre all’ospedale Carlos III della capitale. E’ stata proprio lei ad occuparsi di lui quando è stato colpita da febbre provocata dall’Ebola. Secondo fonti del ministero spagnolo della Sanità le due analisi effettuate sulla donna, di cui non è stata rivelata l’identità, hanno avuto esito positivo. E’ il terzo caso di Ebola trattato in Spagna (i due primi infetti, che avevano contratto il morbo in Africa, sono deceduti), ma il primo contratto in Spagna e in Europa
Intanto in Sierra Leone sono stati registrati 121 morti e 81 nuovi casi nella sola giornata di sabato, una delle peggiori da quando e’ comparsa la malattia. I dati, raccolti dall’Emergency Operations Center della Sierra Leone, mostrano che il numero totale di morti nel Paese e’ arrivato a quota 678, dai 557 del giorno prima.
Vertice su Ebola alla Casa Bianca. Il responsabile dei Center for Desease Control (Cdc), la massima autorita’ sanitaria satunitesne, fara’ in giornata il punto della situazione col presidente americano, Barack Obama, e altri esperti e responsabili del settore. L’incontro e’ previsto nel primo pomeriggio ora di Washington.
IL BILANCIO – Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanita’ (Oms) il bilancio complessivo delle vittime di Ebola aggiornato a mercoledi’ primo ottobre e’ di 3.439 morti su un totale di 7.492 casi in Africa occidentale (compreso il caso registrato negli negli Stati Uniti). Il virus e’ comparso in Guinea a marzo, quindi si e’ diffuso in Liberia e in Sierra Leone. Focolai minori in Nigeria e Senegal sembrano essere invece sotto controllo.
Preoccupaziohe in Europa per la vicenda del ricovero di un uomo, di cui non è stata diffusa nè l’identità nè la nazionalità, ed è ricoverato da ieri sera all’ ospedale Albert Schweitzer di Dordrecht, in Olanda, in quanto possibilmente infetto dal virus dell’Ebola. Secondo il sito della tv pubblica olandese Nos, l’uomo si era recato recentemente in Sierra Leone.
In Usa, invece, il paziente di Dallas che ha contratto il virus di Ebola resta in gravi condizioni e “sta lottando per la vita”. Lo afferma Thomas Frieden, responsabile dei Cdc, la massima autorità sanitaria americana, sottolineando come Eric Duncan sia per ora l’unico caso negli Usa di persona che abbia contratto il virus.
Invece il cameraman americano, un freelance della Nbc, che ha contratto il virus in Liberia è arrivato negli Stati Uniti. Ashoka Makupo, 33 anni, sara’ ora messo in isolamento al Nebraska Medical Center, ad Omaha. Al suo capezzale c’è una quarantina tra medici, infermieri e ricercatori. “Tutte le opzioni di cura sono aperte”, hanno detto i medici mentre Michael Levy, il padre del giovane, ha detto che le sue condizioni “non sono peggiorate da quando gli hanno parlato l’ultima volta dalla Liberia”.
Due guarigioni in Europa rischiarano l’orizzonte di un’altra pesante giornata sul fronte Ebola. Ma negli Stati Uniti il liberiano Thomas Duncan che ha portato Ebola in America e rischia di essere incriminato per aver mentito sul questionario in aeroporto in merito ai suoi contatti con persone contagiate, è adesso in condizioni critiche. Intanto l’allarme per il virus dilaga su scala mondiale: in serata, un volo United Airlines da Bruxelles é stato accolto a Newark da agenti federali dei CdC in tute anti-contagio, dopo che un passeggero a bordo ha manifestato sintomi del virus.
E alla Mecca, dove è cominciato l’annuale pellegrinaggio, sono stati mobilitati 22.000 medici addestrati per riconoscere i sintomi del virus e isolare gli eventuali casi. Le autorità saudite hanno anche adottato misure severe, a partire dal blocco dei visti per i fedeli di Sierra Leone, Liberia e Guinea. Ad Amburgo, il primo paziente ricoverato in Germania, nel policlinico universitario di Eppendorf, è stato dimesso stamani: ”Sta bene e non è più contagioso da molti giorni. Siamo molto contenti per lui e del fatto che possa tornare nel suo Paese”, ha fatto sapere l’ospedale.