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Dottoressa suicida dopo minacce no-vax: c’è un indagato

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di Paolo Virtuani

Lisa-Maria Kellermayr, 36 anni, si è tolta la vita venerdì scorso. Un uomo le aveva mandato mail con minacce di morte e di tortura dalla Germania. In migliaia lunedì a Vienna le hanno reso omaggio davanti alla cattedrale

C’è un indagato per la morte di Lisa-Maria Kellermayr, la dottoressa austriaca che venerdì si è tolta la vita nel suo studio dopo mesi di continue minacce e insulti da parte dei no-vax. Kellermayr, 36 anni, era molto nota in Austria per le sue prese di posizione a favore dei vaccini contro il Covid e sulla necessità della vaccinazione. Tra l’altro dal 1° agosto in Austria è caduto anche l’obbligo di quarantena per i positivi al Sars-CoV-2 asintomatici.

Un indagato

Le autorità giudiziarie della Baviera stanno indagando su un uomo sospettato di aver minacciato la dottoressa austriaca, come ha confermato un portavoce della Procura di Monaco. L’uomo è sospettato di inviato mail in cui minacciava di torturare e uccidere la dottoressa.

Le minacce

Kellermayr è stata trovata morta nel suo studio a Seewalchen am Attersee, nella regione dell’Alta Austria. Accanto al suo corpo sono state rinvenute tre lettere i cui contenuti non sono stati resi noti. Lunedì migliaia di persone si sono radunate per ricordarla davanti alla cattedrale di Santo Stefano a Vienna e per chiedere leggi più restrittive sulle minacce online. Anche il presidente austriaco, Alexander Van der Bellen, ha deposto un mazzo di fiori davanti allo studio viennese della dottoressa, che aveva chiuso a metà luglio dicendo che «era diventato impossibile proseguire il lavoro in condizioni normali». Kellermayr dopo le minacce aveva speso oltre 100 mila euro negli ultimi mesi in sistemi e personale di sicurezza affermando di non sentirsi abbastanza protetta dalla polizia e dallo Stato. Nel novembre 2021 i Querdenker, sostenitori tedeschi e austriaci della teoria del complotto sul Covid, hanno circondato una clinica dove lavorava a Wels impedendo alle ambulanze di entrare. La procura di Wels aveva aperto un procedimento contro un cittadino tedesco, ma era stato archiviato perché le autorità austriache sono state ritenute non competenti. Anche in Italia molti medici che si sono espressi a favore dei vaccini hanno ricevuto minacce.

3 agosto 2022 (modifica il 3 agosto 2022 | 09:15)

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