Dl Aiuti, Conte: sì a fiducia alla Camera, al Senato vedremo
ServizioIl confronto nel Governo
Sarà l’occasione per capire se la posizione del leader è condivisa dai deputati o se al momento del voto di fiducia non si delineerà una fronda interna
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Una fiducia al buio. Conto alla rovescia per il voto sulla fiducia sul decreto Aiuti in corso alla Camera. Sullo sfondo i rapporti nella maggioranza, e soprattutto la posizione dei Cinque Stelle. «Diamo la fiducia oggi a questo governo, ma attendiamo delle risposte: ci aspettiamo misure a lungo termine che consentano ai cittadini di superare un momento di crisi così lungo, la conferma del reddito di cittadinanza senza se e senza ma, il salario minimo, il superbonus e lo stop alla speculazione sul prezzo del gas». È quanto ha affermato il deputato Luigi Gallo del M5S in dichiarazione di voto sul dl Aiuti. Una posizione in linea con quella espressa dal leader M5s, Giuseppe Conte: ««Sì alla fiducia alla Camera, al Senato vedremo».
Il nervo scoperto dell’inceneritore di Roma
Uno di punti più invisi ai Cinque Stelle è quello della norma sull’inceneritore a Roma, prevista dal provvedimento. «Francamente non abbiamo compreso perché ci sia stata l’ostinazione di inserire una norma del tutto eccentrica rispetto alla materia dei sostegni, quella che riguarda l’inceneritore, che è qualcosa di assolutamente obsoleto. Non possiamo condividere questo contenuto», ha detto Conte.
Il faccia a faccia con Draghi
Il voto sulla fiducia rappresenta l’occasione per capire se la posizione del leader è condivisa dai deputati o se al momento del voto di fiducia non si delineerà una fronda interna, contro il sì alla fiducia e a favore dello strappo, ovvero l’uscita dall’esecutivo nella direzione di un appoggio esterno all’esecutivo. Una posizione che Conte ha illustrato al presidente del Consiglio Mario Draghi, in occasione di un recente incontro tra i due. Conte ha confermato di voler continuare a condividere le responsabilità di governo a fronte, però , di «un forte segno di discontinuità». Poi, a distanza di poche ore, ha alzato decisamente i toni sottolineando che Draghi non ha alcuna «cambiale in bianco», che il sostegno è lungi dall’essere scontato e che il M5s si aspetta «valide motivazioni» per restare in maggioranza.