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Diplomatici russi espulsi, la Lega si smarca. Il responsabile Esteri Fontana: “Storia insegna che la pace non si raggiunge in questo modo”

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“La Farnesina avrà fatto le sue valutazioni e siamo certi che i provvedimenti saranno giustificati in modo chiaro e completo. Di certo, la storia insegna che la pace si raggiunge con il dialogo e la diplomazia e non espellendo i diplomatici. L’Italia deve lavorare per fare in modo che si risolva il conflitto il prima possibile, per tutelare e salvare più civili possibili e al tempo stesso difendere gli interessi del Paese”. Così il responsabile Esteri della Lega, Lorenzo Fontana, critica la scelta del governo di espellere trenta diplomatici russi dall’Italia per motivi di sicurezza nazionale, annunciata martedì dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Una svolta in scia con le misure analoghe adottate nei giorni scorsi da Germania e Francia – che hanno allontanato rispettivamente 40 e 35 funzionari delle ambasciate russe, sospettati di spionaggio – e che ha provocato l’ira della diplomazia di Mosca: “La Russia darà una risposta pertinente“, ha fatto sapere la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. Parole a cui Di Maio ha replicato assicurando che “non saranno delle minacce a fermare la nostra azione per la pace”.

I pubblici distinguo della Lega – partito che sostiene il governo – rischiano però di indebolire la credibilità delle misure sul fronte esterno. D’altra parte il segretario del Carroccio Matteo Salvini non ha ritenuto di spendere nemmeno una parola per condannare le immagini che hanno turbato il mondo, quelle dei cadaveri per le strade della città ucraina di Bucha abbandonata dalle truppe russe. In più, come ha rivelato l’ultima puntata di Report, l’accordo di partenariato “paritario e confidenziale” siglato il 6 marzo 2017 tra Lega e Russia Unita (il partito di Vladimir Putin) si è rinnovato automaticamente il 6 marzo scorso alla scadenza del termine quinquennale: il patto prevede un partenariato tra la Federazione russa e la Repubblica italiana basato sullo scambio diinformazioni su temi di attualità, sulle relazioni bilaterali e internazionali, sullo scambio di esperienze nella sfera della struttura del partito, del lavoro organizzato, delle politiche per i giovani, dello sviluppo economico, così come in altri campi di interesse reciproco”. Una strategia, quella di stipulare accordi con i partiti di destra europei, che secondo il direttore del “Center for democratic integrity” Anton Shekhovtsov serviva per “influenzare l’opinione pubblica in Occidente”.

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