Di Maio debutta col nuovo gruppo e annuncia “Arriveranno altri”. Azzolina in pole
24 Giugno 2022 – 06:00
Nome e simbolo cambieranno “Ancora odio contro di noi”. Spadafora sulla collocazione: “Con Sala ci piacerebbe dialogare”
Primo giorno di scuola. Almeno il dilemma del nome è stato risolto. Vincenzo Spadafora, coordinatore politico del nuovo contenitore dimaiano, a Un Giorno da Pecora su Rai Radio1 mette in chiaro le cose: «Insieme per il Futuro non lo utilizzeremo per fare altro che per questo gruppo parlamentare, non sarà quello il nome della nostra forza politica. E a proposito delle trattative con gli altri: « «C’è uno come Beppe Sala con cui ci piacerebbe dialogare».
Il nome per esteso ricorda una lista civica di un paesello qualunque, la sigla Ipf sembra quella di una banca o di un’assicurazione. Meglio cambiare dunque. Deputati e senatori si presentano alla spicciolata al suono della campanella. Sorrisi larghi e tutti con il vestito migliore. Alla Camera va in scena la prima assemblea congiunta di Insieme per il Futuro. «Finalmente parteciperemo a un’assemblea congiunta in cui non ci saranno beghe e litigi», è la voce che arriva dai dimaiani pronti ad entrare nella Sala della Lupa. Liberi. Senza regole cervellotiche ed eredità di un passato superato dalla storia. «Ho preso le distanze da un progetto che credo si stia radicalizzando sempre di più e che pur di inseguire qualche sondaggio ha provato a mettere in discussione anche la sicurezza del governo italiano», insiste il ministro degli Esteri uscendo da Montecitorio. Accanto a lui i capigruppo nuovi di zecca, l’esperto Primo Di Nicola per il Senato e la giovane Iolanda Di Stasio alla Camera. E non fanno paura nemmeno le minacce fatte pervenire da Conte sulla possibilità di multare i 62 che hanno cambiato casacca. I dimaiani sono ragionevolmente sicuri che il M5s non andrà a impelagarsi ancora in una faida legale, esponendosi al rischio di una caterva di ricorsi. Anche perché, e non è un dettaglio, la questione davanti al Tribunale di Napoli è tutt’altro che conclusa. I giudici partenopei dovranno entrare nel merito del ricorso degli attivisti ed esprimere un verdetto. Ed emerge un retroscena sulla riunione decisiva che ha dato il via allo strappo. L’ex capo politico la settimana scorsa ha riunito i fedelissimi in call e dopo aver tastato il malessere dei suoi ha fatto partire le danze della scissione. «Ho il Movimento tatuato sulla pelle, questa scelta non sarà facile, ma non possiamo andare avanti così», lo sfogo di Di Maio riportato dall’Adnkronos.
Di Maio annuncia: «Ho visto in queste ore che continua l’odio contro di noi, noi rispondiamo con il sorriso, ce ne facciamo una ragione. Andiamo avanti e guardiamo avanti, questo è un progetto molto attrattivo, nelle prossime ore arriveranno altre persone». Il ministro punta forte sul territorio, cercherà di accaparrarsi sindaci civici e consiglieri regionali centristi, soprattutto al Sud. Ma è a Roma che è partito il suk parlamentare. Il numero dei possibili partenti aumenta di ora in ora. L’ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina è sempre in pole position. I colleghi la descrivono sofferente e travagliata, ma tutti sono quasi certi che il calvario finirà dalle parti di Insieme per il Futuro. Crescono anche le quotazioni dell’ex Guardasigilli Alfonso Bonafede. Bonafede è stato isolato dai pretoriani di Conte per il suo atteggiamento soft tenuto durante il Consiglio Nazionale in cui si parlava di espulsione di Di Maio. Durante lo stesso vertice anche Azzolina si era schierata tra i mediatori. E si continua a ipotizzare l’uscita dell’ex sottosegretario di Conte Riccardo Fraccaro ed entra nel toto nomi il capogruppo grillino alla Camera Davide Crippa. Se Di Maio mettesse a segno questi colpi, Grillo potrebbe anche decidere di riprendersi il simbolo e congelare il M5s.
Ipf è un contenitore squisitamente governista. Sono quasi dei responsabili draghiani, infatti si parla di entrate anche tra i fu aspiranti puntelli del mai nato Conte ter. «Oggi costituiamo dei gruppi che aiuteranno e rafforzeranno la stabilità del governo», rivendica Di Maio. Il ministro ribadisce: «Non vogliamo assolutamente costruire proposte populiste o qualunquiste, vogliamo soluzioni pragmatiche, non saremo un partito personale, ma un percorso di ascolto del territorio». Di Maio spiega che c’è «un’onda civica» che sta montando e dice: «Mi stanno chiamando tanti sindaci». Atteso anche un manifesto politico di Ipf, di cui è stato nominato responsabile il deputato Giuseppe L’Abbate.