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Di Battista torna e insulta Di Maio: «Arrivista». Il M5S fa una norma ad hoc per candidare lui e Raggi

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di Claudio Bozza

Da venerdì a lunedì via alle votazioni online per la scelta dei candidati. Conte spinge per il ritorno del «ribelle» pentastellato e avrà i poteri per scegliere i capilista

«Di Maio? Chi lo conosce lo evita». Poi: «Luigi è un arrivista». E infine: «Non ha un voto. È un trasformista, disposto a tutto, incline al più turpe compromesso pur di stare nei palazzi. Perché il Pd dovrebbe concedergli il “diritto di tribuna”, il solito paracadute sicuro come quello per Maria Elena Boschi nel 2018?
». Alessandro Di Battista usa parole di fuoco contro il suo ex compagno di tandem a Cinque stelle, reo di aver prima architettato l’appoggio a Draghi e poi di aver varato la scissione. È passata un’era geologica da quando «Gigi» e «Dibba» si abbracciavano in lacrime dopo lo storico trionfo alla Politiche del 2018, con il 32,7%. Ora «Gigi» si è schierato ufficialmente con il nemico giurato, il Pd. E «Dibba», che pur aveva lasciato il M5S nel febbraio del 2021 dopo l’ok a Draghi, ora è a un passo dal tornare in sella.

Negli ultimi giorni, dopo aver incassato per mesi attacchi pesantissimi dallo stesso Di Battista, il leader Giuseppe Conte ha però speso parole al miele per convincere «Alessandro» a tornare in campo. L’ex premier, convinto di riuscire a recuperare consensi, è infatti certo che la strategia migliore sia quella del ritorno alle origini, dei «duri e puri», della protesta. E per riuscirci ha bisogno proprio dell’ex frontman ribelle. «Dibba» non sembra scalpitare per tornare a Montecitorio, ma ieri il Movimento gli ha spalancato di fatto le porte. Difficile, ora, dire di no. Nel regolamento appena approvato per le «parlamentarie», cioè la votazione online per scegliere i candidati per le Politiche, è infatti scomparso il cavillo che avrebbe inibito la corsa di «Dibba».
Tra le condizioni per correre non sarà obbligatorio essere iscritti alla piattaforma Skyvote da almeno sei mesi, cavillo che avrebbe inibito la corsa visto che l’ex deputato non è più iscritto al Movimento da oltre un anno. Le primarie online inizieranno alle 14 del 5 agosto e finiranno alla stessa ora dell’8 agosto. A scorrere il regolamento salta subito all’occhio anche un’altra norma ad hoc, il «Salva Raggi»: è grazie a un complesso gioco di parole che l’ex sindaca di Roma, oggi consigliera comunale, potrà candidarsi alla Camera, dribblando appunto lo stop al terzo mandato imposto da Grillo. Raggi, che siede nel comitato che ha scritto le norme per le «parlamentarie» assieme a Roberto Fico e Laura Bottici, avrebbe ottenuto questa contropartita politica dopo aver mollato la presa contro le deroghe al «principio di territorialità».

Il regolamento del M5S prevede infatti che uno possa candidarsi solo nella città in cui risiede. Questa norma, però, avrebbe impedito a Conte di avere mani libere sulla scelta dei capilista nei collegi blindati, rischiando di lasciare a piedi i suoi fedelissimi «vice», come Ricciardi, Gubitosa e Todde. «Conte — filtra dai vertici — avrà l’ultima parola sulla scelta dei capilista». «Di Battista, se vuole, può candidarsi — commenta invece Raggi —. È stato iscritto ed è molto più Cinque stelle di tanti che ora sono dentro. La regola serve ad evitare di imbarcare perfetti sconosciuti, non chi il Movimento ha aiutato a farlo nascere». Infine, viene meno il paletto, presente nel 2018, che sbarrava la porta delle candidature a chi aveva «contratti di collaborazione di qualsivoglia natura e/o di lavoro subordinato con portavoce eletti sotto il simbolo del M5S». Che avrebbero potuto comunque correre licenziandosi dall’incarico. Il venire meno di questa regola apre, ad esempio, la strada a Rocco Casalino, già pronto a candidarsi nella sua Puglia, probabilmente assieme a Conte.

3 agosto 2022 (modifica il 3 agosto 2022 | 22:08)

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