Dal Portogallo alla Francia, impennata dei contagi alimentata dalle sottovarianti di Omicron
4′ di lettura
È candidata a diventare una “sorvegliata speciale” la sottovariante Ba.5 di Omicron. In Portogallo per la crescita repentina dei casi di Covid-19 è di lei che si sospetta, un balzo che trova corrispondenza in Francia e anche in Germania negli ultimi giorni. Sebbene il periodo sia caratterizzato nel nostro Paese da una lenta ma progressiva diminuzione dei contagi, alla nuova mutazione si guarda con attenzione per via della sua alta trasmissibilità. Il plus sintetizzato dal virologo Fabrizio Pregliasco riguarda la sua «maggiore diffusività, molto di più rispetto a tutte le altre». Più contagiosa, «ma meno grave».
L’inversione di tendenza
Al momento la Ba.5 è un problema soprattutto in Portogallo dove, secondo i dati della John Hopkins University, i casi di Covid sono passati dagli oltre 11mila registrati all’inizio del mese di aprile a circa 28mila. «Per noi potrebbe diventare un problema in autunno», spiega ancora Pregliasco che in merito a una eventuale quarta dose di vaccino ipotizza a settembre una vaccinazione bivalente. Dopo molte settimane di continua discesa, pur in totale assenza ormai di ogni precauzione, pure la Francia segna un’inversione della tendenza. Le mascherine sono scomparse dai trasporti dall’inizio della primavera e non ci sono più regole o limiti per gli assembramenti. Nonostante la fine delle precauzioni, il numero di casi quotidiani di Covid-19 è diminuito da marzo al ritmo di circa il 20% ogni settimana. Ma dal ponte festivo dell’Ascensione, una settimana fa, sembra riprendere l’accelerazione. L’inattesa ripresa ha invece preso tutti alla sprovvista e gli epidemiologi ipotizzano che all’origine ci siano le sottovarianti Ba.4 e Ba.5, che appartengono al filone Omicron ma sono più contagiose della Ba.2. Gli stessi sanitari prevedono che queste due varianti, in continua crescita, divengano predominanti in Francia a metà giugno.
I numeri in Italia
Al pari del resto del mondo, Omicron è la variante di coronavirus che domina in assoluto. Quanto alle due sottovarianti Ba.4 e Ba.5, i dati dell’Istituto superiore di sanità riferiti al 3 maggio scorso indicavano che le sequenze rilevate corrispondevano rispettivamente allo 0,47% e 0,41% al totale delle sequenze del virus ottenute in Italia. Per quanto riguarda la circolazione della Ba.5 in Europa, i dati dell’Agenzia britannica per la sicurezza sanitaria (Ukhsa) relativi all’8 maggio scorso indicano che allora in Portogallo rappresentava il 18,47% del virus in circolazione (al 20 maggio era aumentata al 37%), contro le percentuali decisamente inferiori di Germania e Gran Bretagna (in entrambe 1,28%) e poi Francia (0,88) e Danimarca (0,41%). Nel bollettino diffuso oggi dal ministero della Salute si sono registrate 8.512 nuove diagnosi e 70 decessi nelle ultime 24 ore: quindi, rispetto al dato precedente (15.082), i casi si sono dimezzati, anche se i tamponi analizzati sono decisamente inferiori (75.010 contro 123.699 del giorno prima). Salgono i ricoveri nei reparti ordinari ( 42) ma calano le intensive (-1). Crescono i decessi: 70 rispetto ai 27 precedenti.
Due mutazioni sotto la lente
Cominciano intanto ad arrivare i primi dati secondo cui ha almeno due mutazioni che la rendono più contagiosa rispetto alle sue sorelle, ossia alle altre sottovarianti di Omicron che finora abbiamo imparato a conoscere, prima fra tutte la Ba.2. Fa accezione la Ba.4, nella quale sono state identificate le stesse mutazioni. È questo il quadro generale che sta spingendo molti esperti a sospettare che la Ba.4 e la Ba.5 possano essere un segnale che SARS-CoV-2 sta cambiando, al punto da provocare ondate periodiche. Il dibattito, al quale sta dedicando molto spazio la rivista Nature sul suo sito, al punto che alcuni esperti ritengono che le sottovarianti capaci di generare nuove ondate meritino un nome proprio, come finora è accaduto per le varianti, dall’Alfa alla Delta. «È davvero prematuro dire che il virus SARS-CoV-2 si stia indebolendo», osserva il virologo Francesco Broccolo, dell’Università Bicocca di Milano.
I meccanismi ipotizzati
Ad additare la Ba.5 di Omicron come più contagiosa rispetto alle altre sottovarianti della stessa famiglia Omicron sono i dati online sulla piattaforma BiorXiv, che accoglie studi non ancora sottoposti alla revisione della comunità scientifica, frutto di una ricerca condotta in Giappone e coordinata da Izumi Kimur, dell’Univesità di Tokyo: la Ba.5, come la Ba.4, ha una mutazione che le permette di legarsi alle cellule umane in modo più efficace, già vista nelle varianti Delta e Lambda. Secondo Broccolo sono tre i motivi che potrebbero mettere in relazione la presenza della sottovariante Ba.5 con l’aumento dei casi in Portogallo: il primo è la mutazione L452R, che da sola è in grado di far cambiare moltissimo la struttura della proteina Spike, con la quale il virus aggancia le cellule umane. Il secondo elemento è nei dati secondo cui «le due sottovarianti sfuggirebbero di più agli anticorpi, sia a quelli generati dal vaccino sia a quelli generati dalle infezioni causate da Ba.1, Ba.2 e Ba.2.12.1»; il terzo è nel fatto, come la variante Delta, anche la Ba.5 è sinciziogena, ossia le cellule polmonari infettate dal virus si fondono con quelle adiacenti sane.