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Crisi governo, voto di fiducia: 172 sì, 39 contrari. Tutti assenti i 5S. Draghi al Quirinale. La diretta

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Tutti assenti. Il M5S compatto non partecipa al voto sulla fiducia chiesta dal governo al dl Aiuti, come annunciato ieri sera dal leader Giuseppe Conte. Il Senato conferma la fiducia all’esecutivo con 172 sì e 39 contrari. Mario Draghi lascia palazzo Chigi e sale al Colle dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. In mattinata, il tentativo di allontanare la crisi del ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà è durato poco: la proposta di evitare la fiducia sul provvedimento non ha convinto Palazzo Chigi. Il premier aveva indicato come unica via percorribile la richiesta di fiducia al Senato sul dl Aiuti. Il governo è a un passo dalla crisi. Il Pd chiede “di verifica per capire se questa maggioranza c’è ancora o no”. La stessa richiesta era arrivata nei giorni scorsi anche da Silvio Berlusconi. Che ora però riferisce: “Andare alle urne non ci preoccupa”. La Lega – che a caldo ha invocato il voto – dopo aver valutato la verifica, fa sapere di essere al lavoro per una scelta unitaria del centrodestra aggiungendo che “piuttosto che perdere mesi con inutili tira e molla, sarebbe più saggio dare la parola agli italiani”. Luigi Di Maio è un fiume in piena. “I dirigenti M5S stavano pianificando da mesi l’apertura di una crisi per mettere fine al governo Draghi”, l’attacco del ministro degli Esteri all’ex partito. E Matteo Renzi dall’Aula lancia un appello a Draghi: “Il governo deve andare avanti, continui a fare premier: serve all’Italia”.

Le ore difficili al Nazareno

di Stefano Cappellini

Sono ore molto difficili anche al Nazareno, quartier generale del Partito democratico. La linea di Enrico Letta, mentre Mario Draghi è al Quirinale, non è cambiata: o va avanti Draghi con la stessa maggioranza o si torna al voto. Al momento non viene considerata politicamente praticabile una terza soluzione. Dal punto di vista del Pd è in gioco non solo la prosecuzione del governo, ma anche un’alleanza politica, quella con il M5S, che ha comunque poche chance di sopravvivere agli eventi di questi giorni, quale che sia l’esito della crisi. Enrico Letta non ha interrotto i contatti con Giuseppe Conte, ma la divergenza di opinioni è radicale e la tensione crescente. Peraltro il capo 5S ha fatto sapere ai dem di non aver gradito il riferimento all’incidente di Sarajevo, origine della prima guerra mondiale, usato ieri da Letta come metafora per sottolineare le enormi conseguenze che lo strappo grillino può portare nel Paese.

Dl Aiuti: tra M5S 15 in missione, 46 assenti al voto di fiducia

Dei 61 senatori che compongono il gruppo M5S a palazzo Madama e di cui nessuno ha votato la fiducia posta dal governo sul decreto Aiuti, scorrendo i tabulati della votazione, 15 risultano in missione o in congedo, tra cui il ministro Stefano Patuanelli, e 46 i senatori pentastellati che risultano assenti pur non essendo in missione o in congedo.

Il Consiglio dei ministri in stand-by

Il Consiglio dei ministri, previsto per le 15.30, è al momento in stand by. I ministri erano stati preallertati ieri sera sulla riunione di oggi pomeriggio ma la convocazione non è poi stata diramata dati i nuovi sviluppi. Il presidente del Consiglio, infatti, è al momento a colloquio con Sergio Mattarella al Quirinale. La riunione del Cdm potrebbe essere convocata più tardi, dopo il faccia a faccia.

Mario Draghi da Mattarella al Quirinale

Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha lasciato in auto palazzo Chigi ed è arrivato al Quirinale per un colloquio con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Il Senato conferma la fiducia con 172 sì, M5s non partecipa al voto

L’Aula del Senato ha confermato la fiducia al governo posta sul dl Aiuti. I sì sono stati 172, i no 39, nessun astenuto. Il M5S non ha partecipato al voto risultando assente alla prima e alla seconda chiama.

Al via seconda chiama fiducia, tutto il M5S non partecipa al voto

M5S compatto rispetto alla decisione di non partecipare al voto sulla fiducia chiesta dal governo al dl Aiuti. Al termine della prima chiama i senatori non hanno risposto, risultando assenti. È ora iniziata la seconda chiama.

Castellone: “Oggi difendiamo la nostra diginità”

“Responsabilità, stabilità e dignità”: sono questi i tre i concetti richiamati dal capogruppo al Senato Mariolina Castellone in chiusura del suo intervento in Aula al Senato sulla fiducia. “Irresponsabili non siamo noi, irresponsabile è chi non dà risposte al Paese. La stabilità si costruisce su basi solide, sulle azioni che il governo mette in campo. La dignità è quella che stiamo difendendo oggi di un Gruppo parlamentare e di una forza politica che si comporta da anni con lealtà ma subisce attacchi vergognosi”, conclude.

Voto o avanti ancora con Draghi? Il dilemma del centrodestra di governo

di Emanuele Lauria

Puntare con decisione al voto o facilitare la prosecuzione del viaggio di Draghi? È il dilemma del centrodestra di governo, impegnato da stamattina in riunioni febbrili e piccoli movimenti tattici. Silvio Berlusconi, che aveva detto di ritenere possibile una maggioranza senza i 5S, oggi ha visto il coordinatore Antonio Tajani e i capigruppo Paolo Barelli e Annamaria Bernini. Alla fine una nota in cui il Cavaliere sembra più aperto all’ipotesi del voto: “I numeri dicono che il governo potrebbe proseguire il suo lavoro fino a fine legislatura anche senza il M5S. FI, in continuità con l’atteggiamento di responsabilità che ha sempre contraddistinto la sua azione, attende con rispetto le determinazioni del presidente Draghi e le indicazioni che darà il capo dello Stato. È chiaro e innegabile – afferma Berlusconi – che eventuali elezioni anticipate in un momento così delicato per l’Italia saranno da attribuire unicamente all’atteggiamento irresponsabile dei 5S. Se dovesse accadere, andare alle urne non ci preoccupa: anzi siamo certi che il risultato elettorale premierebbe il centrodestra”. 

Posizione figlia anche di contatti fra il presidente di forza Italia e Salvini, che ieri ha ribadito la linea del voto (“meglio le urne di questa tiritera”). Fi e Lega si sono impegnati ad assumere una posizione comune. Ma anche nel Carroccio il dibattito è acceso: il leader ha incontrato oggi i dirigenti e ha sentito i governatori Fedriga e Zaia, più propensi alla continuazione del viaggio del governo Draghi. Il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, dice che “non c’e alcuna linea autonoma dei governatori. Siamo assolutamente in asse con quello che dice il segretario. Mi sembra che quanto richiesto sia assolutamente logico: meglio in questo caso le urne”

Castellone: “Confermo la non partecipazione del M5S alla fiducia”

“Oggi non partecipiamo al voto di questo provvedimento perché non condivido né parte del merito né il metodo, ma questa nostra posizione si sottrae alla logica della fiducia al governo”. Lo ha detto la capogruppo del M5s al Senato Mariolina Castellone, in dichiarazione di voto sul dl Aiuti.

Castellone (M5S): “Chi parla di responsabilità non votò Pnrr con Conte 2”

“Il governo Conte 2 cadde per mano di chi oggi parla di responsabilità ma all’epoca non si fece scrupoli a non votare il Pnrr in Consiglio dei ministri rifiutando di fatto 209 miliardi di euro”. Lo ha detto la capogruppo del M5S al Senato Mariolina Castellone, in dichiarazione di voto sul dl Aiuti.

Senato: M5S contro Bernini (FI), interviene Casellati

Proteste e fischi, grida “stai zitta” dai banchi del Movimento 5 stelle alla volta della capogruppo di Forza Italia Anna Maria Bernini, durante la sua dichiarazione di voto sulla fiducia posta dal governo sul decreto Aiuti. Bernini sta attaccando, non senza frasi ironiche ma anche tranchant, i 5 stelle per la scelta di non votare la fiducia. E dai banchi dei grillini si levano le proteste. È costretta a intervenire la presidente Casellati, che richiama all’ordine invitando i 5 stelle a lasciar concludere l’intervento della senatrice azzurra.

Bernini (FI): “Oggi nuova maggioranza se qualcuno non vota la fiducia”

“Noi continueremo a essere coerenti ma chiediamo coerenza a tutto questo emiciclo e a tutte le forze politiche che stanno sostenendo questo governo. Perché è evidente che se qualcuno non voterà la fiducia, oggi nascerà una nuova maggioranza di governo – ha detto in Aula Anna Maria Bernini, capogruppo di Forza Italia al Senato – Ma noi non abbiamo paura di essere coerenti votando provvedimenti che fanno bene al paese e non abbiamo paura delle elezioni”.  

Giorgetti: “Il governo è finito? Ci sono sempre i supplementari”

“Ci sono sempre i tempi supplementari”, ha risposto il ministro leghista dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti sull’esecutivo a un passo dalla crisi dopo la decisione del M5S di non votare la fiducia al dl Aiuti in Senato.

Salvini sente Fedriga e Zaia

Sulla situazione del governo il leader della Lega Matteo Salvini ha sentito in videocollegamento i governatori leghisti del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga e del Veneto Luca Zaia. 

Fontana (Lega): “Non c’è una linea dei governatori, noi con Salvini”

“Non c’è nessuna linea dei governatori, siamo in linea con quello che dice il segretario Salvini e la Lega”. La precisazione è del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana. ieri le sue parole e quelle di Zaia sembravano frenare la richiesta di tornare al voto invocata dal segretario del carroccio.

Dl Aiuti, Malpezzi: “Scelta M5S non lascia indifferente il Pd”

“Non possiamo che prendere atto della scelta del M5S, una scelta che noi riteniamo sbagliata e che non ci lascia indifferenti nel metodo e nel merito – ha detto la capogruppo del Pd al Senato, Simona Malpezzi, intervenendo in Aula sul voto al decreto Aiuti – Non abbiamo considerato le questioni che avete posto come degli ultimatum, ma come un pungolo. Abbiamo anche visto un governo pronto a mettere al centro della sua azione l’agenda sociale, una nuova risposta al nuovo quadro economico che stiamo affrontando. Non un governo sordo. Per lavorare a questa agenda serviva la compattezza di tutta la maggioranza. Non siamo rimasti indifferenti nemmeno nel metodo. Oggi si vota la fiducia al governo ed è un dovere per i gruppi di maggioranza votare la fiducia al governo di cui si fa parte. Il nostro non può che essere un appello alla responsabilità, una responsabilità vera”, ha aggiunto Malpezzi. 

Renzi a Draghi: “Nulla giustifica la fine del governo”

“Io sono estimatore del presidente Draghi – ha aggiunto Matteo Renzi prendendo la parola in Aula al Senato – sono orgoglioso di averlo come premier, ma nulla giustifica la fermata del governo in questa situazione”. 

Renzi: “Se il M5S non vota la fiducia allora firmi le dimissioni dei ministri”

È sempre Renzi a parlare: “Il dibattito di queste ore non è stata una cosa seria. Al M5S dico che se uno apre una crisi in un momento di difficoltà ha pieno diritto di farlo. Non sarei credibile se dicessi il contrario. Se il M5S ha scelto di non votare la fiducia questo è legittimo e non è accettabile il disegno moralista di chi dice il contrario. Ma se si decide di non votare la fiducia allora si firma la lettera di dimissioni dei ministri e dei sottosegretari. Perché è ridicolo Il ministro dell’Agricoltura dov’è? Che fa? Vota la fiducia? Perché c’è un limite di dignità e decenza che avete sorpassato in queste ore”,  – continua il leader di Italia viva intervenendo in Senato per la dichiarazione di voto sulla fiducia posta dal Governo al decreto Aiuti.

L’appello di Renzi a Draghi: “Il governo deve andare avanti”

“La situazione che si è creata pone l’esigenza di lanciare da questa Aula un appello alla responsabilità e un appello a un destinatario, il presidente Mario Draghi”. Lo dice Matteo Renzi intervenendo in Aula in occasione del voto sul Dl Aiuti. “Il governo deve andare avanti, bisogna chiudere il Pnrr e la legge di bilancio, poi l’anno prossimo andremo a votare. Pensare di usare gli schiamazzi per bloccare una attività fondamentale per il Paese sarebbe inaccettabile”, ha aggiunto Renzi. “Draghi deve continuare a fare il presidente del Consiglio perchè serve all’Italia”.

Al via le dichiarazioni di voto

Al via le dichiarazioni di voto (tempo stimato 1 ora e 40). La successiva chiama durerà 40 minuti. 

Dl Aiuti, Pellegrini (M5S): “Provocatoria la norma sull’inceneritore di Roma, il governo tira la corda”

“La norma sull’inceneritore di Roma è provocatoria. Avevamo chiesto lo stralcio ma ci è stato detto di no, si è deciso di continuare a tirare la corda”. Così il senatore M5S Marco Pellegrini intervenendo in discussione generale, al Senato, sul decreto Aiuti.

Dl Aiuti: governo pone la fiducia al Senato

Il governo, con il ministro per i rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, ha posto la questione di fiducia al Senato sul decreto Aiuti, sullo stesso testo già licenziato dalla Camera.

Gentiloni: “Esecutivo di larghe intese serve in questo momento”

Se in Italia non ci fosse ora un governo di “larghissima maggioranza”, bisognerebbe “inventarlo” e chi muove in una direzione “opposta” alla necessaria “coesione” in tempi difficili di certo non favorisce il Paese. È quanto sostiene il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni, a Bruxelles a margine della presentazione delle previsioni economiche d’estate. “Siamo in acque molto agitate – afferma – e potremmo trovarci a dover affrontare una tempesta, perché c’è una guerra in corso, ci sono rischi sulle forniture energetiche e un’inflazione molto alta. Quindi è il momento della coesione nazionale, di fare fronte comune. Se non ci fosse un governo di larghissima maggioranza si tratterebbe di inventarlo, in questo momento. Creare invece situazioni opposte certamente non favorisce il nostro Paese”, conclude.

Lega, al lavoro per una scelta unitaria del centrodestra

Dalla lega fanno sapere: “Siamo stupiti e preoccupati. Dopo un anno e mezzo di sostegno leale della Lega al governo in una fase di emergenza, siamo costretti a perdere tempo in Parlamento con i no dei 5 Stelle e una sinistra che si occupa di droga libera e cittadinanza agli immigrati. Non si può andare avanti così per mesi, con milioni di italiani che hanno problemi con stipendi, pensioni e bollette. Attendiamo le prossime ore, la Lega lavorerà per una scelta unitaria del centrodestra per il bene del Paese. Piuttosto che perdere mesi preziosi con inutili e logoranti tira e molla, sarebbe più saggio dare la parola agli italiani”.

Conte perde un altro pezzo in Senato, Leone passa con Di Maio

Cinzia Leone lascia il Movimento 5Stelle e passa a Ipf di Luigi Di Maio. Il partito di Giuseppe Conte perde un altro pezzo, questa volta pesante, perché si tratta di una senatrice, oggi chiamata a votare la fiducia sul dl Aiuti. Così il gruppo di Conte in Senato scende a 61 eletti al pari della Lega.

Gentiloni: “Seguo vicende con preoccupato stupore”

Da Bruxelles Paolo Gentiloni segue l’evoluzione della politica italiana, con una crisi di governo alle porte, con “preoccupato stupore”. Lo dice il commissario europeo all’Economia, rispondendo ad una domanda in conferenza stampa a Bruxelles. “Io – afferma – parlo spesso di acque agitate, ‘troubled waters’. E in queste acque agitate, quindi la guerra, l’alta inflazione, i rischi energetici, le tensioni geopolitiche, la stabilità è un valore in sé. Penso che in questo momento serva coesione, non procurare instabilità. Quindi noi seguiamo l’evoluzione della situazione italiana, ovviamente con tutto il distacco del caso dal punto di vista ufficiale, dal punto di vista personale il distacco è un po più relativo, ma comunque la seguiamo direi con preoccupato stupore”.

Spunta il nome di Amato come traghettatore fino alle elezioni

di Francesco Bei

Il governo Draghi appare a fine corsa e in tanti, in queste ore, si stanno adoperando per non far precipitare il Paese verso un voto anticipato che  potrebbe spalancare a Giorgia Meloni il portone di palazzo Chigi. Tra chi si sta dando da fare, racconta un’autorevole fonte M5S, ci sarebbe anche Massimo D’Alema. L’ex presidente del Consiglio avrebbe infatti sondato sia Giuseppe Conte che ambienti vicini al segretario leghista (se non direttamente Matteo Salvini) per verificare la praticabilità di un nuovo governo. A guidarlo, secondo quanto D’Alema avrebbe suggerito a Conte e Salvini, dovrebbe essere chiamato Giuliano Amato. Il professor Amato, del resto, ha quasi terminato il suo mandato alla Corte costituzionale (scadrà ai primi di settembre) di cui è diventato presidente a gennaio.

Non è la prima volta che il nome di Massimo D’Alema si associa a quello di Amato. Anche lo scorso gennaio la candidatura del Professor Sottile alla presidenza della Repubblica venne accostata a un suggeritore d’eccezione come D’Alema. Che non ha fatto mistero della sua avversione per il tecnico Draghi, espressione della “finanza internazionale”, auspicando “un ritorno in campo della politica”. Chissà se stavolta sarà quella buona. Certo che Amato ha le spalle larghe per gestire situazioni di crisi come quella attuale. Giusto pochi giorni fa è caduto il trentennale dello storico prelievo forzoso del 6 per mille. Era il 10 luglio 1992 e a palazzo Chigi sedeva Amato, il premier che salvò l’Italia da una drammatica crisi finanziaria che portò a una svalutazione del 25% della lira e all’uscita dallo Sme. Corsi e ricorsi storici, al Tesoro come direttore generale c’era un certo…Mario Draghi. 

Appresa la notizia, D’Alema a Repubblica l’ha definita “falsa e infondata”, aggiungendo di essere “totalmente fuori da queste vicende”.

Meloni: “Basta temporeggiare: elezioni subito”

“Basta temporeggiare. La parola torni agli italiani. Elezioni Subito”. Lo scrive su Twitter la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.

Berlusconi: “FI attende le decisioni di Draghi, urne non preoccupano”

“I numeri dicono che il governo potrebbe proseguire il suo lavoro fine a fine legislatura anche senza il M5S. Forza Italia, in continuità con l’atteggiamento di responsabilità che ha sempre contraddistinto la sua azione, attende con rispetto le determinazioni del presidente Draghi e le indicazioni che darà il capo dello Stato – ha commentato Silvio Berlusconi – È chiaro e innegabile che eventuali elezioni anticipate in un momento così delicato per l’Italia saranno da attribuire unicamente all’atteggiamento irresponsabile dei 5S. Se dovesse accadere, andare alle urne non ci preoccupa: anzi siamo certi che il risultato elettorale premierebbe il centrodestra”. 

Qestione fiducia a dl Aiuti attesa alle 12.30

Verrà posta intorno alle 12.30 la questione di fiducia sul decreto Aiuti al Senato. 

M5S, la deputata Dieni a Patuanelli: Voti la fiducia o si dimetta

“Patuanelli voti la fiducia o si dimetta. #coerenza”. Così su Twitter la deputata M5S Federica Dieni, ieri critica in assemblea sulla scelta dell’Aventino parlamentare, diretta al capodelegazione del Movimento al governo.

Renzi: “Draghi parli al Paese e vada avanti senza M5S”

“Ci vediamo alle 13, in diretta dal Senato. Farò un appello a Mario Draghi: parli al Paese dicendo le cose che vanno fatte da qui alle elezioni e vada avanti senza i grillini. Basta coi ricatti dei 5 Stelle, torniamo a correre”, ha detto il leader di Italia viva Matteo Renzi.

Fedriga: “Scelte pericolose”

“Credo che alcune scelte fatte in questi giorni dalla forza politica che sta mettendo in crisi il governo siano molto pericolose”. Il presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga ha commentato così gli ultimi sviluppi politici. “Dire che in un ramo del Parlamento non si vota la fiducia, rappresenta di fatto un allontanamento dalla maggioranza stessa”, ha continuato. “Il Paese e l’Europa stanno vivendo una crisi internazionale importante, con l’aumento delle materie prime, i costi dell’energia: delle sfide che dobbiamo affrontare insieme, uniti. Questa situazione sicuramente non aiuta il paese. Incontreremo oggi il segretario della Lega Matteo Salvini – ha concluso – per condividere delle riflessioni e fare scelte condivise”.

Di Maio: “Chi subì Papeete 1 ora sta facendo Papeete 2”

“Chi subì il Papeete 1, adesso sta facendo il Papeete 2. È chiaro a tutti che se oggi non votano la fiducia aprono la stagione del Papeete bis. Un marchio che non si toglieranno più. E da loro non accettiamo lezioni di coerenza”, ha continuato Luigi Di Maio parlando all’assemblea congiunta di ‘Insieme per il futuro’.

Confermato Cdm, riunione alle 15.30

Nel primo pomeriggio, come da programma, si terrà una riunione del Consiglio dei ministri. Lo confermano fonti di governo. La riunione era stata convocata per le 15.30 già nella giornata di ieri.

Dl Aiuti: per Draghi unica via percorribile è fiducia

Il ministro D’Incà ha avuto un confronto con il presidente Draghi il quale ha indicato come unica via percorribile la richiesta di fiducia al Senato sul Dl aiuti. La fiducia sarà posta al termine della discussione generale.

Dl Aiuti: fonti governo, ipotesi di non mettere la fiducia non è percorribile

L’ipotesi di non mettere la fiducia in Senato sul decreto Aiuti “non è percorribile”. È quanto apprende LaPresse da fonti si Governo, che bollano la possibilità come “una sciocchezza”.

Letta: “Maggioranza senza M5S ipotesi improbabile”

Una maggioranza senza il M5S “a me sembra un’ipotesi totalmente improbabile. Dopodiché il Parlamento è sovrano, quindi ascolteremo tutti”. Così il segretario del Pd Enrico Letta, incontrando i giornalisti davanti a Palazzo Marino, a Milano, per un punto stampa.

Di Maio: “I dirigenti hanno trasformato il M5S in partito padronale”

“Non votare la fiducia al governo è un fatto grave, va chiesta una verifica di maggioranza. Una crisi di governo è un chiaro atto di irresponsabilità. Faccio un appello a tanti colleghi: in molti non si riconoscono più in quello che, di fatto, non è più il Movimento 5 Stelle. Oggi è una forza politica che alcuni dirigenti hanno distrutto per egoismi ed opportunismi, trasformandola in un ‘partito padronale'”, ha detto Luigi Di Maio, nel corso della congiunta di Insieme per il futuro.

Il ministro D’Incà in contatto con Palazzo Chigi

Il ministro per i Rapporti col Parlamento Federico D’Incà in costante contatto con Palazzo Chigi. Il presidente del Consiglio Mario Draghi è informato di tutti i passaggi che il ministro sta portando avanti per tentare di evitare di porre la questione di fiducia sul dl Aiuti.

Di Maio: “M5S pianificava da mesi l’apertura di una crisi per mettere fine al governo Draghi”

“I dirigenti M5S stavano pianificando da mesi l’apertura di una crisi per mettere fine al governo Draghi. Sperano in 9 mesi di campagna elettorale per risalire nei sondaggi, ma così condannano solo il Paese al baratro economico e sociale. Non potevamo essere complici di questo piano cinico e opportunista, che trascina il paese al voto anticipato e al collasso economico e sociale”. Lo ha detto il leader di Ipf e ministro degli Esteri Luigi Di Maio nerl corso dell’assemblea congiunta del suo partito.

Letta: “Se altri si sfilano pronti alla campagna elettorale”

Per il segretario del Pd, Enrico Letta, dopo le dichiarazioni di Conte che non andrà a votare il dl Aiuti, adesso serve la verifica in Parlamento e “quello che verrà detto lì” fa la differenza. Se il percorso non è condiviso con altri partiti della maggioranza “questo vorrà dire che si andrà di fronte agli italiani. E noi siamo pronti a prepararci per questa campagna elettorale”.

Letta: “La decisione del M5S ci divide”

“Quello che è successo ieri a Roma e la decisione del M5S di non votare la fiducia al decreto Aiuti cambia lo scenario politico. Prendiamo atto di questa scelta, non è la nostra: è una scelta che ci divide. Noi oggi voteremo convintamente la fiducia”, le parole del segretario del Pd, Enrico Letta, in un punto stampa a Milano.

Dl Aiuti: trattativa per evitare la fiducia al Senato. Confronto con Palazzo Chigi

Affinchè si raggiunga una intesa tra governo e maggioranza per evitare la fiducia al Senato sul dl Aiuti, in modo che i 5 stelle non abbandonino l’Aula negando la fiducia al governo, il presupposto è che il Movimento ritiri gli emendamenti presentati al decreto (tra cui ve ne sono anche contro il termo-valorizzatore a Roma) e si vada in Aula con il testo licenziato dalla Camera. Resterebbero in campo gli emendamenti delle opposizioni, ma i tempi sarebbero contingentati. In questo modo, i 5 stelle potrebbero sostenere il provvedimento votando le norme su cui sono a favore, e magari astenersi sulle norme sull’inceneritore. Si attende il via libera di Palazzo Chigi e del premier Mario Draghi a questa ipotesi.

 In corso riunione congiunta Insieme per il futuro

Luigi Di Maio ha riunito i parlamentari ed è in corso una riunione congiunta di ‘Insieme per il futuro’. 

Berlusconi riunisce lo stato maggiore di Forza Italia

Il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, ha riunito il coordinatore nazionale, Antonio Tajani, e i capigruppo al Senato e alla Camera, Annamaria Bernini e Paolo Barelli, per analizzare gli sviluppi della situazione politica. 

Dl Aiuti: mediazione in corso, ipotesi voto senza fiducia

Via libera definitivo al decreto Aiuti al Senato senza ricorrere al voto di fiducia. Sarebbe questo il tentativo che alcuni esponenti di governo starebbero tentando per evitare lo show down. Questa mattina, riferiscono alcune fonti, il ministro per i rapporti con il Parlamento, il pentastellato Federico D’Incà (che nella assemblea dei parlamentari M5S di ieri sera ha espresso perplessità sulla linea decisa dal Movimento di non partecipare alla fiducia a palazzo Madama) avrebbe avuto un confronto con i capigruppo di maggioranza al Senato, avanzando l’ipotesi di procedere con il voto finale sul dl Aiuti, nello stesso testo licenziato dalla Camera, senza ricorrere al voto di fiducia. Il nodo, tuttavia, sono gli emendamenti presentati al testo, che senza fiducia dovrebbero essere votati e tra le proposte di modifica ve ne sono alcune a firma M5S. Dunque, per procedere al voto senza fiducia, dovrebbe essere raggiunto un accordo ‘blindato’, che assicuri il via libera al decreto prima di dopodomani, pena la decadenza.

Dl Aiuti, il voto di fiducia atteso per le 15

Il voto di fiducia è atteso intorno alle 15. Il provvedimento scade il 16 luglio e la mancata conversione lo farebbe decadere.

Dl Aiuti, la discussione e poi la dichiarazione di voto sulla fiducia

Al termine della discussione, il governo porrà la questione di fiducia. A quel punto, si passerà direttamente alle dichiarazioni di voto sulla fiducia e, quindi, al voto con la chiama per appello nominale. Sono al momento iscritti a parlare in discussione generale 21 senatori. Tra gli interventi previsti figura un solo senatore M5S iscritto a parlare: Marco Pellegrini.

Al via la discussione generale sul dl Aiuti al Senato

È iniziata nell’aula del Senato la discussione generale sul decreto legge Aiuti su cui il governo ha annunciato la questione di fiducia. Il Movimento 5Stelle dopo un Consiglio nazionale fiume ha deciso che al momento del voto uscirà dall’emiciclo.

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