Economia

Covid, studio italiano: variante Centaurus meno pericolosa di Omicron

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Analisi genetica

Dai risultati emerge che Centaurus presenta una capacità di evolversi ed espandersi inferiore a quella della variante Omicron 5 (che risulta essere ancora la variante dominante)

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2′ di lettura

La variante Centaurus del Covid 19 è meno contagiosa e meno pericolosa della Omicron 5. Lo certifica lo studio “On the SARS-CoV-2 BA.2.75 variant: a genetic and structural point of view”, condotto dai ricercatori dell’Università di Sassari, in collaborazione con l’’Università Campus Bio-Medico di Roma e il Dipartimento di Scienze Biochimiche della Sapienza Università di Roma.

Prospettiva genetica

L’analisi su Centaurus, pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica Journal of Medical Virology, è la prima che fornisce una prospettiva genetica analizzando tutti i genomi disponibili e conducendo il primo studio evolutivo di natura filodinamica su questa variante.

Centaurus si diffonde meno di Omicron 5

Dai risultati emerge che Centaurus presenta una capacità di evolversi ed espandersi inferiore a quella della variante Omicron 5 (che risulta essere ancora la variante dominante). Lo studio sottolinea che, alla luce dei dati attuali, la variante Centaurus non presenta preoccupanti caratteristiche compatibili con una che abbia elevate capacità di espansione. «I risultati del nostro studio hanno un valore predittivo poiché oltre a permettere per la prima volta l’identificazione del momento in cui Centaurus ha raggiunto il suo picco massimo di espansione nella seconda metà di giugno 2022, indicano inoltre che, allo stato attuale delle cose, nell’immediato futuro Centaurus non sarà in grado di espandersi ulteriormente», spiega Pier Luigi Fiori del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Sassari.

Indagine su 700 genomi virali

Per lo studio sono stati analizzati tutti i genomi disponibili nella banca dati pubblica GSAID, per la variante Centaurus e per il lignaggio principale della variante Omicron 5, al momento delle analisi che sono state condotte circa 20 giorni fa. In particolare, sono stati utilizzati 700 genomi virali che hanno richiesto circa 1500 ore di calcolo computazionale per portare a termine le analisi genetiche.

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