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Cosa si sa del danneggiamento dell’incrociatore russo “Mosca”

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Giovedì il ministero della Difesa russo ha detto che il suo incrociatore “Mosca”, nave ammiraglia della flotta del Mar Nero, è stato «seriamente danneggiato» da un’esplosione di munizioni causata da un incendio, e che l’intero equipaggio è stato evacuato. La versione russa è in netto contrasto con quella fornita dall’Ucraina, secondo cui l’incrociatore sarebbe stato colpito da due missili ucraini. Al momento non ci sono molte informazioni al riguardo, e non c’è certezza su quale delle due versioni sia vera.

Il ministero russo non ha fornito molti dettagli su quanto accaduto e ha detto solo che le cause dell’esplosione verranno indagate. Non ha detto nemmeno quando di preciso sarebbe avvenuta l’esplosione e in che zona del Mar Nero si trovava la nave in quel momento. Questa versione è molto diversa da quella fornita dall’Ucraina, che ancor prima che arrivasse il messaggio del ministero russo avevano detto che l’incrociatore era stato colpito da missili antinave “Neptune”.

Non ci sono notizie certe nemmeno sulle condizioni attuali della nave: il ministero della Difesa russo giovedì mattina ha detto che l’incrociatore “Mosca” è ancora a galla seppur danneggiato, mentre secondo fonti ucraine sarebbe stato affondato. Al momento non è stato possibile verificare nessuna delle due informazioni in modo indipendente: CNN scrive che a causa del maltempo che sta riguardando in queste ore tutta l’area del Mar Nero, le immagini satellitari non permettono di visualizzare la nave e appurarne le condizioni.

L’incrociatore “Mosca” fu costruito negli anni Settanta dall’Unione Sovietica ed entrò in servizio nel 1983. Dopo la fine dell’Unione Sovietica, divenne una delle più importanti navi da guerra russe, e fu utilizzato in molte delle recenti operazioni militari del paese, tra cui l’invasione della Georgia, la crisi in Crimea e la guerra in Siria. La nave è equipaggiata con 16 missili antinave “Vulkan”, che hanno una portata di circa 700 km.

Nel corso della guerra in Ucraina si era già parlato dell’incrociatore “Mosca” perché a bordo della nave si trovavano i soldati russi che avevano intimato la resa a 13 soldati ucraini che stavano difendendo l’isola dei Serpenti nel mar Nero: dell’episodio si era discusso soprattutto perché uno dei soldati ucraini aveva risposto all’offerta di resa con un «vaffanculo».

Proprio in riferimento a quanto accaduto all’isola dei Serpenti, giovedì mattina il governatore della regione di Odessa, Maksym Marchenko, ha commentato il danneggiamento dell’incrociatore “Mosca” dicendo che ora «è ufficialmente andato dove lo avevano mandato i nostri soldati di guardia all’isola dei Serpenti».

Diversi analisti militari sostengono che se dovesse essere confermato l’affondamento della nave, qualunque ne sia stata la causa, sarebbe un colpo molto duro per l’esercito russo.

Alessio Patalano, professore di strategia militare al King’s College di Londra, ha evidenziato l’importanza che potrebbe avere sul morale russo la perdita di una nave di questa rilevanza e con una così lunga storia militare: «Le navi operano lontano dall’attenzione del pubblico e le loro attività sono raramente oggetto di cronaca. Ma sono grandi pezzi galleggianti di territorio nazionale, e quando ne perdi una, per di più un’ammiraglia, ciò che viene fuori è un chiaro messaggio politico e simbolico».

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