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Coronavirus, ecco come Omicron buca immunità naturale e vaccino

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Oltre l’emergenza

Il caso della reinfezione a 20 giorni: interessata una giovane operatrice sanitaria spagnola. L’importanza della sorveglianza genomica sui virus

Vaccini Covid, una su mille dosi le reazioni avverse

2′ di lettura

Due volte il Covid a distanza di soli 20 giorni l’una dall’altra e nonostante vaccino e booster: è successo a una giovane donna in Spagna, un’operatrice sanitaria che è stata infettata prima dalla variante Delta, poi da Omicron nel giro di poche settimane. Riportato in occasione del congresso della società europea di malattie infettive e microbiologia clinica, è il caso di doppia infezione più ravvicinata mai documentato.

I due diversi momenti

In base agli elementi resi noti dai curatori del congresso Eccmid – a Lisbona dal 23 al 26 aprile – durante il quale viene presentato il caso, la donna ha contratto il Covid due volte in tre settimane. La prima volta è risultata positiva il 20 dicembre 2021, a un test Pcr (il classico tampone molecolare) durante lo screening del personale sul posto di lavoro. Aveva ricevuto il richiamo vaccinale 12 giorni prima e non ha sviluppato alcun sintomo. Si è autoisolata per 10 giorni prima di tornare al lavoro. E il 10 gennaio 2022, appena 20 giorni dopo essere risultata positiva per la prima volta, ha sviluppato tosse, febbre, malessere generale. Ha eseguito un altro test Pcr. Anche questo era positivo.

La scoperta grazie al sequenziamento

Il sequenziamento dell’intero genoma virale ha però rivelato che la paziente era stata infettata da due diversi ceppi di SARS-CoV-2. La prima infezione, a dicembre, è stata con la variante Delta. La seconda, a gennaio, con la variante Omicron che era stata classificata come variante di preoccupazione dall’Organizzazione mondiale della sanità poco più di un mese prima, il 26 novembre 2021.

Il potenziale della variante Omicron

Omicron è diventata in breve la variante dominante in tutto il mondo, è molto più contagiosa di Delta e può eludere l’immunità da infezioni pregresse e dalla vaccinazione, spiegano gli esperti che si sono occupati del caso di reinfezione ultrarapida. Un caso che, sottolinea una delle autrici dello studio, Gemma Recio, dell’Institut Català de Salut di Tarragona in Spagna, «mette in evidenza il potenziale della variante Omicron di eludere la precedente immunità acquisita da un’infezione naturale con altre varianti o da vaccini». Le persone che hanno avuto Covid «non possono presumere di essere protette dalla reinfezione, anche se sono state completamente vaccinate. Tuttavia, sia la precedente infezione con altre varianti che la vaccinazione sembrano proteggere parzialmente da malattie gravi e ospedalizzazione» con Omicron.

Cruciale la sorveglianza genomica

Per Recio, il doppio contagio ravvicinato mostra anche «la necessità di effettuare la sorveglianza genomica dei virus nelle infezioni che colpiscono persone completamente vaccinate e nei casi di reinfezione in persone guarite. Questo monitoraggio aiuterà a rilevare le varianti con la capacità di eludere parzialmente la risposta immunitaria».

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