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Come sono cambiate le regole del calcio

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Con l’inizio dei campionati 2022/23 è entrato in vigore il regolamento del calcio aggiornato per la nuova stagione. Si tratta per lo più di chiarimenti e parziali modifiche a norme già esistenti, mentre per le partite di Champions League e per i Mondiali, in programma dal 21 novembre al 18 dicembre in Qatar, è stata introdotta anche una significativa novità tecnologica: il fuorigioco “semi-automatico”.

Il regolamento del calcio, che è lo stesso per tutte le competizioni organizzate nel mondo, rimane diviso in 17 capitoli. Da quest’anno diventa una regola definitiva e non più temporanea quella che consente di effettuare cinque sostituzioni durante le partite. Non si torna indietro, insomma, e il limite dei tre cambi è ormai superato. Inoltre adesso gli allenatori possono portare fino a quindici giocatori in panchina, mentre fino alla scorsa stagione il limite massimo era di dodici.

Resta invariata la modalità con cui si possono cambiare i giocatori: ogni squadra può interrompere il gioco per un massimo di tre volte durante la partita. Le sostituzioni effettuate durante l’intervallo della gara alla fine del primo tempo – oppure alla fine del secondo tempo nei casi in cui le partite proseguano ai tempi supplementari – non vengono considerate come interruzioni del gioco. Quindi in totale gli allenatori possono cambiare uno o più giocatori durante l’intervallo e per massimo tre volte nel corso della partita, rispettando il limite di cinque sostituzioni complessive.

È consentita una sesta sostituzione prima dell’inizio dei tempi supplementari o durante lo svolgimento degli stessi solo quando il cambio aggiuntivo sia previsto dal regolamento di quella specifica competizione. Ad esempio è possibile in Coppa Italia.

Ci sono anche alcune novità nel testo del regolamento. Viene ad esempio specificata con maggiore chiarezza la procedura di sorteggio di inizio partita. Spetta soltanto all’arbitro lanciare una moneta sul campo davanti ai due capitani per stabilire quale squadra avvierà il gioco e in quali delle due metà di campo si disporranno inizialmente le due squadre. Il testo della norma non specificava che la responsabilità del lancio della moneta fosse esclusivamente dell’arbitro e ora la norma è stata riscritta così: “L’arbitro lancia una moneta e la squadra che vince il sorteggio decide la porta da attaccare nel primo periodo di gioco o se eseguire il calcio d’inizio. Il lancio di una moneta per determinare la porta da attaccare/difendere nel primo periodo di gioco e la squadra che eseguirà il calcio d’inizio è responsabilità dell’arbitro e la formulazione deve essere coerente con la Regola 10”.

Quest’ultima regola stabilisce che, nel caso in cui una partita finisca ai calci di rigore, l’arbitro lanci di nuovo una moneta e la squadra che vince il sorteggio scelga se calciare il primo o il secondo rigore. All’interno dello stesso capitolo del regolamento viene ora specificato che durante la battuta di un calcio di rigore può essere ammonito o espulso qualsiasi componente della squadra, compresi i tesserati del club presenti a bordo campo come ad esempio gli allenatori, i preparatori, i medici o il team manager.

Compare poi un chiarimento nella norma riguardante i falli di mano che impediscono di segnare un gol (ad esempio un difensore che “para” un pallone con le mani o con le braccia mentre sta entrando in porta) o che interrompono un’evidente occasione per segnare un gol. Questa infrazione è punita con l’espulsione a prescindere dal punto del campo dove viene commesso il fallo. Nel nuovo regolamento si specifica che la sanzione non riguarda i portieri, che possono ovviamente toccare il pallone con le mani o con le braccia, ma la vecchia versione della norma poteva essere interpretata erroneamente e per questo è stato aggiornato il testo.

Sempre in relazione ai portieri c’è una novità sulla posizione che possono tenere durante il tiro di un calcio di rigore. Mentre nella precedente versione i portieri dovevano toccare la linea di porta con almeno un piede, adesso possono in alternativa tenerlo dietro la linea di porta.

Un’ulteriore modifica al regolamento riguarda i giocatori che escono dal campo durante il gioco senza il permesso dell’arbitro e commettono un’infrazione nei confronti di un giocatore o di un membro dello staff della squadra avversaria che si trova all’esterno del campo. Un esempio: con la palla ancora in gioco, un calciatore esce dal campo per colpire un avversario che si trova in panchina. In questo caso, se l’arbitro interrompe il gioco, deve poi assegnare alla squadra avversaria un calcio di punizione indiretto da battere sul punto della linea laterale del campo corrispondente a dove è uscito il giocatore che ha commesso l’infrazione.

All’interno del documento ufficiale sulle regole del calcio si trovano anche dei disegni per chiarire alcune norme.

Risulta adesso aggiornato quello che spiega con quale parte del braccio i giocatori possono toccare il pallone senza commettere un’infrazione. Il contatto con la spalla rimane regolare, mentre se il pallone colpisce qualsiasi altro punto al di sotto l’arbitro deve fischiare il fallo, salvo alcuni casi specifici previsti dal regolamento, come ad esempio i contatti chiaramente involontari. La nuova illustrazione è stata inserita per chiarire che il limite spallabraccio è definito dall’ascella del giocatore e non dalla linea descritta dalla maglietta.

Agli arbitri è stata inviata una circolare in risposta ad alcune richieste di chiarimento sulla regola del fuorigioco. Il dubbio riguardava una particolare casistica che aveva creato diversi problemi di interpretazione in passato, con relative polemiche: le azioni di gioco in cui un attaccante riceveva il pallone da un compagno trovandosi in posizione di fuorigioco, ma dopo la deviazione di un giocatore avversario difendente. In alcuni casi gli arbitri giudicavano quel tipo di deviazione come un intervento volontario che quindi annullava la posizione di fuorigioco dell’attaccante rendendo regolare l’azione, mentre in altri casi simili veniva presa la decisione opposta.

Ad esempio nella scorsa stagione durante la finale di Nations League tra Francia e Spagna, in occasione del gol della vittoria segnato da Kylian Mbappé, l’attaccante francese si trovava chiaramente in posizione di fuorigioco al momento del passaggio effettuato dal compagno Theo Hernandez, terzino del Milan. La palla era però arrivata a Mbappé dopo un tocco dello spagnolo Eric García, che nel tentativo di intercettare il passaggio aveva in realtà favorito l’avversario.

Il gol della Francia era stato convalidato dopo una lunghissima revisione dell’azione al Var (la video assistenza arbitrale), perché il tocco di García era stato considerato come un tentativo definito “deliberato” – più semplicemente volontario – di giocare la palla, che aveva quindi annullato la precedente posizione di fuorigioco di Mbappé, in quanto il fuorigioco non è considerato tale se la palla viene ricevuta da un avversario.

Le nuove linee guida stabiliscono che per determinare se un giocatore abbia effettivamente il controllo del pallone nel momento in cui effettua la giocata, e quindi effettui una deviazione volontaria che annullerebbe l’eventuale posizione di fuorigioco di un avversario, l’arbitro deve considerare questi criteri: “Il pallone arriva da lontano e il giocatore lo vede chiaramente; il pallone non si muove velocemente; la direzione del pallone non è inaspettata; il giocatore ha il tempo di coordinare il movimento del proprio corpo, per esempio senza “allungamenti” o salti istintivi, oppure si è mosso ottenendo un contatto/controllo del pallone limitato; un pallone che si muove a terra è più facile da giocare di un pallone in aria”.

Se questi chiarimenti fossero stati forniti agli arbitri lo scorso anno, il gol di Mbappé nella finale di Nations League sarebbe stato probabilmente annullato.

La novità più importante, però, si deve alla tecnologia. Nella finale di Supercoppa Europea, giocata a Helsinki il 10 agosto e vinta dagli spagnoli del Real Madrid per 2-0 contro i tedeschi dell’Eintracht Francoforte, è stato utilizzato per la prima volta in una gara ufficiale il “fuorigioco semi-automatico”. Doveva essere la grande novità per il Mondiale in Qatar, ma la UEFA ha anticipato la FIFA e riproporrà il nuovo sistema anche durante la Champions League, a partire dalla fase a gironi che inizierà a settembre.

La tecnologia consente di determinare in pochi secondi, in modo ancora più preciso, se un giocatore si trova in posizione di fuorigioco. L’informazione arriva sui monitor degli arbitri presenti nella centrale operativa del Var che lo comunicano in tempo reale all’arbitro in campo.

Il nuovo sistema permette di tracciare 29 diversi punti del corpo di ogni calciatore (tutti quelli rilevanti ai fini del fuorigioco), con immagini che vengono riprese da 12 diverse telecamere per 50 volte al secondo, calcolando la loro posizione esatta sul campo. Inoltre un sensore all’interno del pallone invia alla sala operativa del Var la propria posizione per 500 volte al secondo, per determinare l’esatto momento in cui viene effettuato il passaggio verso il giocatore che si trova in sospetta posizione di fuorigioco.

Rispetto a prima non cambia però il ruolo di guardalinee e arbitri. Spetta sempre a loro alzare la bandierina per segnalare il fuorigioco e all’arbitro fischiare per interrompere il gioco e assegnare un calcio di punizione. Per questo la tecnologia si chiama “fuorigioco semi-automatico” e non “automatico”, visto che sono sempre degli esseri umani e non una macchina a decidere.

La differenza è che non saranno più gli arbitri nella centrale operativa del Var a selezionare il fermo immagine sul quale poi tracciare le linee e determinare se un gol sia stato segnato o meno in fuorigioco, ma ora riceveranno direttamente sui monitor l’immagine scelta dal sistema e potranno comunicare nel giro di pochi secondi all’arbitro il loro verdetto, accorciando i tempi della revisione dell’azione.

“Siamo consapevoli che a volte ci vuole troppo tempo per controllare una possibile posizione di fuorigioco”, ha spiegato l’ex arbitro italiano Pierluigi Collina, ora capo degli arbitri della FIFA: “soprattutto quando i dubbi sono tanti. È qui che la tecnologia in questione è di grande aiuto, poiché aiuta a prendere decisioni più velocemente e con maggiore precisione. I test sono stati un successo e siamo sicuri che, in Qatar, avremo uno strumento molto prezioso che aiuterà a prendere le decisioni più corrette in campo. Alcuni lo chiamano fuorigioco robotico, ma non è così. Gli arbitri e gli assistenti arbitrali restano responsabili delle decisioni che prendono”.

Durante la Supercoppa Europea il sistema ha funzionato senza problemi, adesso si attendono nuove verifiche durante le partite di Champions League. Non è stato ancora comunicato quando questa nuova tecnologia verrà introdotta in Serie A.

Le regole del calcio vengono aggiornate ogni anno dall’IFAB (l’acronimo sta per International Football Association Board), un’antica associazione internazionale indipendente dalla FIFA, che fu fondata nel 1886. L’IFAB ha ancora oggi il diritto esclusivo di stabilire qualsiasi innovazione o modifica nel regolamento del gioco del calcio, alle quali devono attenersi tutte le associazioni calcistiche del mondo che organizzano competizioni a livello professionistico.

I cambiamenti del regolamento vengono stabiliti nell’assemblea generale dell’IFAB che si tiene una volta all’anno, solitamente tra febbraio e marzo. Il Regno Unito conserva un grande potere nelle decisioni in quanto “patria” del calcio: le federazioni di Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord esprimono infatti un voto a testa, mentre alla FIFA spettano gli altri quattro voti in rappresentanza delle altre 207 federazioni associate. Ogni modifica o integrazione al regolamento deve essere approvata con tre quarti dei consensi, quindi con almeno 6 voti su 8.

All’assemblea si presentano il presidente della FIFA e tre membri scelti a rotazione dallo stesso presidente. Perché la FIFA riesca a far passare una nuova regola ha quindi bisogno che venga votata, oltre che dai suoi membri, da almeno due dei quattro membri delle federazioni britanniche. Questo sistema è stato spesso criticato: l’accusa è che non sia più al passo con i tempi perché il potere mantenuto nell’IFAB dalle federazioni del Regno Unito non consente ad altri paesi di incidere sui cambiamenti delle regole del calcio, ma in 136 anni nessuno è riuscito a cambiare il meccanismo delle votazioni.

Negli ultimi tempi, però, l’IFAB ha cercato di rendere più trasparenti i suoi processi. Il regolamento del calcio aggiornato viene pubblicato ogni anno in sette lingue (inglese, francese, spagnolo, portoghese, tedesco, giapponese e arabo, manca ancora l’italiano), sul sito ufficiale è possibile consultare tutte le circolari riguardanti i chiarimenti di casi specifici e si può conoscere la composizione delle commissioni che preparano le proposte prima di arrivare al momento delle votazioni.

Nel comitato tecnico, che lavora a stretto contatto con i rappresentanti politici delle federazioni (Technical Subcommittee), ci sono sette ex arbitri: Pierluigi Collina e lo svizzero Massimo Busacca rappresentano la FIFA, mentre le federazioni britanniche partecipano con i rispettivi responsabili degli arbitri. Le proposte vengono inoltre presentate e analizzate dalla commissione arbitrale (Technical Advisory Panel) e da quella calcistica (Football Advisory Panel). Della prima fanno parte gli ex arbitri a capo di tutte le confederazioni mondiali, per la UEFA c’è l’italiano Roberto Rosetti. Nell’altra commissione formata da ex allenatori ed ex giocatori ci sono invece vecchie conoscenze del calcio italiano, come Zvonimir Boban, Luis Figo e Hidetoshi Nakata, e l’ex allenatore dell’Arsenal Arsene Wenger, adesso responsabile dello sviluppo globale del calcio per la FIFA. Ci sono anche cinque donne, tra cui la calciatrice Lydia Williams, portiera della nazionale australiana e dell’Arsenal.

Dopo la svolta storica che ha portato all’introduzione del Var a partire dal 2016, nei prossimi mesi l’IFAB dovrà esprimersi su un’altra possibile modifica su cui si dibatte molto: il tempo effettivo. Per evitare le perdite di tempo da parte dei giocatori, che non vengono sempre correttamente compensate dai minuti di recupero assegnati dagli arbitri, diversi esperti propongono di accorciare la durata delle gare da 90 a 60 minuti, ma arrestando il cronometro ogni volta che il gioco si interrompe, come avviene ad esempio nel basket.

Sul tema si è espresso così il presidente della FIFA, Gianni Infantino: “Non è possibile che le partite durino 47-48 minuti su 90, devono durare almeno 60 minuti effettivi. Non così se la soluzione sia quella di fermare il cronometro ogni volta. Ero contrario al Var all’inizio ma abbiamo visto dei benefici. Ben venga qualsiasi cosa che possa migliorare il calcio”.

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