Cinquant’anni fa la scoperta dei Bronzi di Riace: viaggio nel mondo dei guerrieri venuti dall’antica Grecia
Da un lato un giovane, aitante e aggressivo, dall’altro un vecchio con un occhio solo: due guerrieri, alti quasi due metri e ribattezzati con poca fantasia “Bronzo A” e “Bronzo B”. Sono passati cinquant’anni dal giorno in cui i Bronzi di Riace vennero scoperti casualmente sul fondo del mar Ionio, a pochi metri dalla spiaggia di Riace Marina, il 16 agosto del 1972. Da allora, nella loro nuova vita “pubblica”, le due statue hanno conquistato l’attenzione degli studiosi e dei comuni cittadini, fino a diventare uno dei simboli artistici d’Italia. Le teorie sulle loro origini, i misteri e le polemiche attorno al loro ritrovamento, le curiosità sulla storia che raccontano e le ipotesi sul loro tragico naufragio mantengono accesa ancora oggi una passione che tocca non solo gli archeologi, ma tutti i visitatori che quotidianamente si mettono in coda per vederli al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria. Viaggio nel mondo dei due guerrieri venuti dall’antica Grecia.
Di Antonio Nasso