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Chi era il cardinale Angelo Sodano: il diplomatico in prima linea con due Papi che lavorò per la pace

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di Luigi Accattoli

Scomparso a 94 anni il segretario di Stato di Wojtyla e Ratzinger. Il messaggio di Francesco: anche io ho beneficiato delle sue doti

CITTA’ DEL VATICANO – È morto ieri a Roma il cardinale Angelo Sodano, 94 anni, che fu Segretario di Stato con due Papi per 15 anni e decano del Collegio dei cardinali per 14 anni. Nella lunga collaborazione con Wojtyla, Sodano fu di buon aiuto nell’accompagnarne la forte azione di pace del Papa polacco ma forse sottovalutò lo scandalo degli abusi che già allora iniziava a manifestarsi e gli viene attribuita una parte di responsabilità per il ritardo dell’intero sistema vaticano nella reazione a quel dramma.

Per il fronte della pace va ricordata la decisa dissuasione che tentò di esercitare nei confronti degli Stati Uniti e di tutto il fronte occidentale nei mesi di preparazione delle due guerre del Golfo (1991 e 2002). Svolse quel ruolo dietro le quinte, con incontri riservati, ma anche con un vivace protagonismo di dichiarazioni e interviste. «Chi terrà il campo una volta sconfitto Saddam?», fu uno dei suoi moniti. E un altro: «Conviene all’Occidente inimicarsi ulteriormente il mondo musulmano?».

Per formazione e carriera Sodano era il tipico diplomatico vaticano: fu segretario di nunziatura in Ecuador, Uruguay e Cile e infine nunzio in Cile. Dal Cile, nel 1978, fu chiamato in Curia al ruolo di segretario per le relazioni con gli Stati, dal quale dipende l’intera attività diplomatica della Santa Sede. Segretario di Stato lo diventa nel 1990 con Wojtyla e lo rimane anche, per più di un anno, con Benedetto XVI fino al 2006.

Un altro merito diplomatico che gli viene riconosciuto è quello d’aver accompagnato Giovanni Paolo II nell’acquisizione della dottrina dell’ingerenza umanitaria a metà degli Anni 90 del secolo scorso, durante la guerra in Bosnia. In precedenza, da responsabile della diplomazia vaticana, si era adoperato per la mediazione della Santa Sede tra Cile e Argentina nel conflitto per il canale di Beagle.

Più volte Francesco in questi anni ha reso omaggio allo spirito di servizio con cui il cardinale Sodano ha operato nei vari incarichi e lo ha fatto anche ieri nel telegramma alla sorella Maria Sodano: «Nella Curia Romana ha svolto la sua missione con dedizione esemplare e in ogni incarico si è dimostrato uomo ecclesialmente disciplinato, amabile pastore, animato dal desiderio di diffondere ovunque il lievito del Vangelo». Nel telegramma del Papa non manca uno spunto di personale riconoscenza verso il cardinale defunto: «Anch’io ho avuto modo di beneficiare delle sue doti di mente e di cuore, specialmente nel tempo in cui ha esercitato la funzione di decano del collegio cardinalizio».

Quanto al ruolo ispirato alla prudenza, svolto da Sodano nella reazione allo scandalo degli abusi, gli osservatori lo mettono in contrasto con il ruolo propulsore su quello stesso tema che invece fu svolto, all’interno della Curia, dal cardinale Ratzinger.

In particolare Sodano fece valere argomenti di «difesa del bene compiuto» nel caso del fondatore dei Legionari di Cristo, Marcial Maciel Degollado — poi definitivamente sanzionato da Benedetto XVI nel 2006 — quando le malefatte di quel prelato messicano (abusi sessuali, stupri, figli avuti da donne diverse in Paesi diversi) iniziarono a divenire di dominio pubblico, nella seconda metà degli Anni 90.

Sono testimone di come Sodano in un’occasione, nel gennaio del 1999, essendo io suo ospite per un’intervista, affrontò con un collaboratore la questione del fondatore dei Legionari. «Anche se tutte queste accuse fossero provate — lo sentii dire — resta il fatto che l’opera da lui creata ha fatto del bene a tante persone e alla Chiesa stessa . Noi ora dobbiamo fare in modo che quel bene non vada disperso».

Nato a Isola d’Asti in Piemonte nel 1927, dal 1959 a Roma e in giro per il mondo, vescovo dal 1977, cardinale dal 1991, Sodano che era già in cura per varie patologie è stato infine colpito dal Covid-19 ed è morto nella clinica Columbus — dov’era ricoverato dal 9 maggio — per la polmonite da esso provocata.

«Con la sua scomparsa viene meno una delle figure più eminenti nel dialogo per un’Europa delle culture e delle fedi, allargata a Est — ha dichiarato la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati —. In tempi di guerra come quelli odierni, il suo messaggio risuona come attivo incitamento alla moderazione e alla speranza».

28 maggio 2022 (modifica il 28 maggio 2022 | 21:24)

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