Carlo Smuraglia, il racconto della sua Resistenza nell’intervista di Gad Lerner: ‘Così un proiettile uccise un nostro capitano, fu il dolore più grande’
Gli studi alla Normale, la formazione di una coscienza antifascista e la scelta di unirsi alla Resistenza invece di rispondere alla chiamata alle armi della Repubblica Sociale di Mussolini. E poi l’impegno nell’Anpi e il lavoro fatto fianco a fianco con storici e ricercatori. Un video di 35 minuti, un documento prezioso per la memoria collettiva in cui di Carlo Smuraglia, presidente onorario dell’Anpi morto il 31 maggio a 99 anni, ripercorre la militanza partigiana con la ‘divisione Cremona’ del Corpo italiano di liberazione, i combattimenti, la paura e i momenti più duri della guerra, quelli della morte dei compagni. “Il giorno prima della liberazione di Venezia un proiettile vagante uccise un capitano, quello a cui eravamo più affezionati. È stato uno dei momenti più dolorosi”. Nell’intervista, realizzata da Gad Lerner per il progetto Noi, partigiani (tutti i video sono disponibili sul sito noipartigiani.it), Smuraglia parla anche del lavoro nell’Associazione e dello sforzo fatto per dare dignità e il giusto riconoscimento alla Resistenza non armata “senza la quale quella armata avrebbe fatto ben poco”, a quella del Sud e al ruolo delle donne partigiane
Sostieni ilfattoquotidiano.it
ABBIAMO BISOGNO
DEL TUO AIUTO.
Per noi gli unici padroni sono i lettori.
Ma chi ci segue deve contribuire, se vuole continuare ad avere
un’informazione di qualità. Diventa anche tu Sostenitore.
CLICCA QUI
Grazie
Articolo Precedente
Torino, le madri dei ragazzi arrestati per gli scontri davanti a Confindustria: “In carcere dal 12 maggio, misure eccessive”