Carlo III, il primo discorso al parlamento di Westminster: «Elisabetta aveva dato un servizio disinteressato che voglio seguire fedelmente»
di Luigi Ippolito
Il nuovo sovrano britannico si è rivolto a Lord e deputati nella veste di organo super partes e “consigliere” dei governi. Quando era principe di Galles però non aveva fatto mistero delle sue opinioni, tentando di influenzare segretamente i ministri
Primo atto politico per re Carlo: il discorso nel parlamento di Westminster, di fronte a Lord e deputati, tenuto in una cornice carica di storia, quella Westminster Hall vecchia quasi di mille anni che ha visto incoronazioni, dichiarazioni di guerra e perfino il processo, nel ‘600, a Carlo I, condannato alla decapitazione.
Nel pomeriggio il neo sovrano e la consorte Camilla sono volati a Edimburgo per partecipare alla cerimonia che vedrà il feretro di Elisabetta trasferito dal palazzo di Holyroodhouse alla cattedrale di St.Gilles.
A Westmister si è vissuto un momento delicato nell’architettura costituzionale britannica, che vede il sovrano al di sopra delle parti politiche ma comunque in grado di “consigliare” i governi. E infatti Sir Lindsay Hole, lo Speaker della Camera dei Comuni, ha ricordato al nuovo re le sue “pesanti responsabilità”: «Sappiamo che lei tiene nel più grande rispetto – ha sottolineato – le preziose tradizioni, le libertà e le responsabilità verso la nostra storia unica e il nostro sistema di governo parlamentare. Sappiamo che lei porterà quelle responsabilità con la forza e la dignità mostrate dalla scomparsa Maestà».
Un monito cui Carlo non si è sottratto, affermando nella sua risposta che «il Parlamento è lo strumento vivente e il respiro della nostra democrazia» e ricordando che Elisabetta aveva dato «un esempio di servizio disinteressato che io, con l’aiuto di Dio e dei vostri consigli, sono risoluto a seguire fedelmente». Perché la regina non aveva mai esplicitamente oltrepassato la linea di demarcazione fra il “Dignified”, la Corona, e l’“Efficient”, l’esercizio di governo.
Ma su Carlo aleggiavano timori, perché da principe di Galles non aveva fatto mistero delle sue opinioni e aveva tentato di influenzare segretamente i ministri. Ora il nuovo re è impegnato a fugare i dubbi, promettendo che non devierà dal solco tracciato da Elisabetta in 70 anni di regno. Anzi, viene fuori che Carlo ha tenuto a prepararsi scrupolosamente per il nuovo ruolo: l’ex premier David Cameron ha rivelato alla Bbc che il futuro re aveva svolto con lui delle finte udienze settimanali, per allenarsi a quella che adesso diventerà la sua routine.
Gli incontri fra il sovrano e il primo ministro sono quanto di più segreto esiste nella liturgia costituzionale britannica: nessun altro vi assiste, nessuno registra o prende appunti. È una specie di confessionale durante il quale i premier possono rivelare cose che non direbbero ad alcuno: e la regina – o il re – è lì a consigliare e indirizzare. Dalla prossima settimana la “liturgia” vedrà di fronte Carlo e Liz Truss, anche lei agli esordi come capo del governo: dal rapporto che si stabilirà fra di loro dipenderà molto del futuro della Gran Bretagna.
12 settembre 2022 (modifica il 12 settembre 2022 | 15:27)
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