Calenda imbarca la “ditta” Emiliano
22 Agosto 2022 – 13:38
Ad Azione la parentopoli del governatore. Il caso Carfagna
Carlo Calenda ha deciso di appaltare la lista per la Camera in Puglia a Mara Carfagna, che prende il seggio in questa regione per consentire ai suoi di scattare in Campania.
Per garantirsi il posto Carfagna ha fatto un accordo elettorale con il suo vecchio amico di partito Massimo Cassano, che da Forza Italia passò con Alfano all’epoca della scissione per l’appoggio al governo Letta. Cassano rimase sottosegretario, ma Alfano lasciò la politica sciogliendo il suo partito. A quel punto per Cassano si aprirono le porte di Michele Emiliano che come uso accoglie tutti. Cassano fondò una lista “Popolari per Emiliano” e da li con i suoi uomini di centro occupò i consigli comunali di tutta la Puglia. Emiliano lo nominò direttore generale di Arpal, l’agenzia dei navigatori. Ma non ha mai voluto abbandonare il sogno della carriera nazionale. Ha tentato con la Lega, che gli ha chiuso le porte. Un mese fa era con tutti i suoi alla presentazione a Roma della lista di Di Maio, ma anche i posti erano pochi. Alla fine è andato dalla Carfagna, che lo ha introdotto in Azione con un accordo vantaggiosissimo: tutti i secondi posti in tutti i collegi alla Camera Puglia dietro di lei, che così si garantisce la rielezione. E così si sono candidati Alfredo Pagliaro, fratello di Paolo consigliere regionale di centrodestra, e nominato dal sindaco di Lecce presidente della Lupie Servizi la partecipata comunale. La sua nomina fu annunciata con giubilo da Luigi Mazzei, coordinatore del partito di Cassano a Lecce, due mesi fa assunto come dirigente da Cassano all’Arpal. Ruolo che Cassano non lascia, né la maggioranza che dice di aver abbandonato sull’altare di Calenda gli chiede di lasciare. Cassano ha appena rinnovato il contratto ai navigatori di Di Maio, mentre De Luca in Campania li ha rimandati a casa. Agli inizi di agosto ha bandito in fretta e furia altri concorsi, e una gara da 7 milioni per il servizio di accoglienza aggiudicata a un raggruppamento che assume 121 formatori. A luglio aveva lanciato un bando per 5 dirigenti che i sindacati hanno fatto ritirare. All’Arpal sono entrati come formatori 5 figli di consiglieri comunali di Bari, la segretaria di Popolari per Emiliano di Modugno, e il cugino di Cassano Alessandro D’ambrogio.
Il consigliere del partito di Cassano Giuseppe Bufo ha avuto un incarico legale all’Aprpal, la figlia è stata assunta come interinale. La ragazza a dicembre 2019 è stata licenziata per giusta causa dalla municipalizzata di Barletta: avrebbe abusato dei permessi ex legge 104 e rinviata a giudizio per truffa aggravata ai danni dell’Inps. Ma per l’agenzia interinale che l’ha messa all’Arpal di Cassano è idonea. Del resto di fronte alle tante critiche di parentopoli ricevute da Cassano, anche dal Pd, Emiliano è l’unico che lo ha difeso: “non possiamo vietare ai parenti di lavorare, ho visto anche che molti dei soggetti che avevano avuto contratti interinali con le agenzie non hanno superato il concorso pubblico e questo mi dice che il sistema funziona”. Quindi se non hai la capacità di superare un concorso pubblico, ma vieni preso da agenzia interinale per un lavoro pubblico, per Emiliano significa che sei buono. Chissà che ne pensi Calenda, il meritocratico.