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Caldo, 10 città roventi. Allerta nubifragi in 4 regioni: mappa / “Eventi estremi, 17 al giorno”

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Roma, 29 luglio 2022 – L’Italia resta nella trappola di un meteo folle. Saranno dieci oggi le città da bollino rosso per il caldo. Il livello di allerta permane massimo a Cagliari, Campobasso, Catania, Firenze, Frosinone, Palermo, Perugia, Pescara, Rieti e Roma. Migliora sabato, quando l’allerta 3 interesserà sei località – Cagliari, Campobasso, Catania, Frosinone, Palermo e Roma – con una tregua dall’afa anche in diverse città del Centro Sud. Due quelle in arancione e undici quelle in giallo. Oggi ancora temporali al Nord: allerta gialla per il maltempo in Emilia Romagna, Lombardia, Trentino Alto Adige e Veneto.

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I danni a causa del maltempo con l'esondazione dal torrente Re, a Niardo (Ansa)
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(L’articolo prosegue sotto alla cartina)

Diciassette eventi estremi al giorno

Coldiretti traccia un bilancio drammatico: finisce un mese di luglio che si classifica tra i più bollenti di sempre, segnato però in media da 17 eventi estremi al giorno lungo la Penisola tra grandinate, nubifragi, trombe d’aria, bombe d’acqua e tempeste di vento che hanno aggravato i danni provocati dalla siccità che ammontano ad oltre 6 miliardi di euro nelle campagne. I dati sono dell’European Severe Weather Database (Eswd). “Siamo di fronte – sottolinea Coldiretti in una nota – ad una evidente tendenza alla tropicalizzazione con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal caldo al maltempo. Cambiamenti climatici che provocano danni perché i terreni non riescono ad assorbire l’acqua su un territorio come quello italiano reso più fragile dalla cementificazione e dall’abbandono, con 7.252 comuni, ovvero il 91,3% del totale, a rischio idrogeologico secondo dati Ispra. Senza dimenticare che nel 2022 si è verificato un aumento del 170% degli incendi spinti proprio in un mese di luglio bollente e siccitoso che ha favorito la corsa del fuoco lungo boschi e campagne di tutta la penisola con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo”, secondo l’analisi di Coldiretti su dati Effis.

Gli ultimi dati sulla siccità di Po e laghi

A essere colpiti dalle ultime perturbazioni – riferisce Coldiretti – nelle campagne sono state le coltivazioni di mais, foraggi, vigneti e alberi da frutto ma anche danni alle coperture di fabbricati e capannoni delle aziende agricole con milioni di euro di danni senza peraltro contribuire a sconfiggere la situazione di emergenza idrica in agricoltura determinata dal caldo e dalla grave siccità. Il livello del fiume Po a 3,3 metri sotto lo zero idrometrico al Ponte della Becca “è rappresentativo delle criticità presenti sull’intera Penisola a partire dalla pianura Padana dove per la mancanza di acqua – si sottolinea nella nota – è minacciata oltre il 30% della produzione agricola nazionale e la metà dell’allevamento che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo. La situazione di carenza idrica riguarda anche i grandi laghi del Nord con il Maggiore che ha appena il 16% di riempimento dell’invaso e in quello di Como va ancora peggio con appena il 5% mentre nelle zone a valle serve l’acqua per irrigare le coltivazioni, e persino il Garda è pieno poco meno di 1/3 (31%)”.

La grandine sempre più grande

Tra le manifestazioni meteo estreme, “la caduta della grandine nelle campagne – afferma Coldiretti – è la più dannosa in questa fase stagionale per le perdite irreversibili che provoca alle coltivazioni proprio alla vigilia della raccolta, mandando in fumo un intero anno di lavoro. Un evento climatico avverso che si ripete sempre con maggiore frequenza ma a cambiare è anche la dimensione dei chicchi che risulta aumentata considerevolmente negli ultimi anni con la caduta di veri e propri blocchi di ghiaccio anche piu’ grandi di una palla da tennis”. Nelle zone interessate dal maltempo sono in corso le verifiche dei danni da parte della Coldiretti che segnala anche “l’aggravarsi del bilancio dei danni provocato dalla siccità”, che ha un “impatto devastante sulle produzioni nazionali che hanno fatto stimare un calo del 10% della produzione agricola nazionale”.

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