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Boom degli oratori estivi. Dopo il Covid torna la voglia di crescere insieme

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di Giulio Sensi

I programmi ludico-educativi proposti dalle parrocchie. Lombardia super organizzata, servizio a 250mila bambini e formazione per gli adolescenti. Piccoli registi in Calabria. E a Scampia ritorna il «laboratorio dei talenti»

Nella parrocchia di Maria Santissima del Buon Rimedio del quartiere di Scampia a Napoli è andato in scena qualche giorno fa uno spettacolo teatrale che ha riscosso molto successo: protagonisti i ragazzi dell’oratorio con la rivisitazione di una pièce teatrale riscritta grazie all’aiuto di un volontario esperto di teatro. «Si trovano in Paradiso, nell’anticamera del Signore, dopo una morte accidentale e scoprono di essere lì perché legati a uno stesso evento. Si uniscono e condividono l’idea di tornare sulla terra per cercare di recuperare quelle parti della vita che non erano andate bene. Una bella avventura». A raccontare l’esperienza è il parroco don Alessandro Gargiulo, infaticabile animatore di una comunità parrocchiale che rappresenta un vero e proprio punto di riferimento per un quartiere complesso come quello di Scampia.

Da tre anni Maria Santissima del Buon Rimedio conta su una struttura attrezzata e accogliente realizzata grazie ai fondi della Cei. In questo oratorio durante l’estate trecento ragazzi si trovano per fare attività formative, pregare, discutere e giocare insieme. «Lo chiamiamo Laboratorio dei Talenti. Cerchiamo – sorride don Alessandro che anima le attività insieme al viceparroco Don Michele Esposito – di valorizzare le ricchezze di tutti in una cornice di generosità e scambio. Le generazioni si incontrano e fanno cose insieme, si aiutano i ragazzi a scoprire i loro talenti che a volte in famiglia e negli ambienti educativi non vengono stimolati». Teatro, musica, creatività, lavorazione della ceramica e altre esperienze che la pandemia non ha fermato e che dal 28 giugno si intensificheranno per tutta l’estate con l’aiuto di tanti volontari. «Hanno bisogno di spensieratezza e di utilizzare in modo positivo il tempo libero», racconta ancora don Gargiulo.

La stessa spensieratezza la incontriamo anche un po’ più a sud, nella diocesi di Reggio Calabria – Bova, Comune di San Giovanni Motta. Nella parrocchia di Santa Caterina Vergine e Martire, Don Giovanni Gullì, prete e bravo videomaker, sta girando insieme ai ragazzi della comunità un nuovo film con gli effetti speciali creati nel garage della canonica. Nel 2015 arrivò a Santa Caterina da un paese poco vicino, portando anche la sua passione per il cinema. Da sette anni all’oratorio gira lungometraggi coi ragazzi. «Abbiamo iniziato con la parodia di Ghostbusters – racconta – ma negli anni abbiamo toccato tutti i generi cinematografici, dall’horror al comico ai video musicali. Un’occasione per far esprimere la creatività dei ragazzi, insegnando loro le tecniche realizzative». In Paese c’è grande attesa per la nuova produzione, la rivisitazione della tradizione dei film a episodi del dopoguerra italiano. Ispirati a registi come Risi, Comencini e Loy, i ragazzi saranno protagonisti di una trama che collega un angelo e un diavolo mandati sulla terra per decidere se annientare l’umanità o salvarla. L’appuntamento è per metà agosto, nella piazza del paese. «Il nostro – racconta Don Gullì – è un oratorio accampato. Non abbiamo strutture e ogni sabato preghiamo il cielo che ci mandi una bella giornata, altrimenti ci spostiamo in chiesa, togliamo banchi e panche e poi risistemiamo tutto prima della messa».

Su al Nord

Da sud a nord: siamo a Lissone, in provincia di Monza e Brianza. In questi giorni 250 adolescenti iniziano la loro esperienza come animatori dei 1600 ragazzi che passeranno l’estate nei sei oratori della zona. Il progetto si chiama «Tuttomondo». «L’obiettivo – racconta Don Matteo Cascio, responsabile della pastorale giovanile della comunità di Lissone – è fare in modo che si mettano in gioco. Facciamo laboratori, tornei, incontri con volontari di associazioni del territorio, gite. Nelle scorse settimane abbiamo svolto un percorso con i ragazzi delle prime superiori per fare in modo che siano loro a prendersi cura dei piccoli, con il supporto di due educatori professionali e altri volontari. Il nostro programma è incentrato sulle dinamiche di libertà e responsabilità: libertà non significa fare quello che si vuole, ma imparare a scegliere, poter disporre di quanto si è scelto. Partiamo sempre dalle scelte e dalle esperienze personali per aiutare i ragazzi ad esercitare la loro responsabilità».

In tutta la Lombardia fervono i preparativi per l’estate che sta per iniziare: nei tanti oratori – 2300 ben strutturati e organizzati con impianti sportivi, aule, saloni e cucine – ci si prepara ad accogliere per intere giornate circa 250mila ragazzi dai 6 ai 20 anni e oltre. Di questi 70mila adolescenti faranno da animatori. Una vera e propria ripartenza dopo due anni molto duri. «Impegnativi e pesanti – commenta don Stefano Guidi – perché in quanto luoghi di aggregazione gli oratori hanno subito molte limitazioni. Ma non ci siamo mai fermati e siamo rimasti in molti casi l’unico ambito di socializzazione aperto. Questo tempo difficile ci ha anche permesso di approfondire legami e relazioni buone e significative, perciò abbiamo energia e entusiasmo per ripartire e siamo in grado di farlo in sicurezza».

Don Guidi è il coordinatore di OdL (Oratori diocesi lombarde), l’organo che mette insieme gli uffici e i servizi di pastorale giovanile delle dieci Diocesi della Lombardia. «Abbiamo la fortuna di avere oratori ben organizzati e spazi ampi tutto l’anno,ma d’estate mettiamo ancora più cura perché e il momento in cui ragazzi e adolescenti hanno più tempo a disposizione». Soprattutto questi ultimi sono attenzionati: «Gli adolescenti – spiega – sono oggi più fragili ed esposti, vivono una situazione di affaticamento e gli oratori vogliono connettersi con loro per aiutarli a ritrovare le energie e a ridare positività ed entusiasmo. Ci dedicheremo alle loro emozioni: il tema dell’estate 2022 è “Batticuore, gioia piena alla tua presenza”».

Crescere insieme

La speranza è di contribuire a restituire ai ragazzi la socialità perduta. Come spiega don Michele Falabretti, responsabile del Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile della Cei, «c’è un grandissimo bisogno da parte loro di rivedersi, ritrovarsi, ricominciare». Un momento importante insomma: «Un centro estivo ancora più ora diventa un’esperienza molto stabile di comunità perché il tempo è prolungato, non si abita in un solo luogo, si fanno gite e attività varie». Garantendo percorsi di crescita: «Per gli adolescenti – conferma don Falabretti – fare da animatori sarà un’esperienza importante: significa scoprire qualcosa di sé stessi. Perché prenderci cura degli altri è lo spazio che restituisce significato alla nostra vita».

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14 giugno 2022 (modifica il 14 giugno 2022 | 02:42)

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