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Bollette, il presidente dell’Autorità: «L’autunno sarà difficile per aziende e famiglie. Serve tetto ai prezzi»

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L’intervista

di Fausta Chiesa20 ago 2022

Bollette, il presidente dell'Autorità: «L'autunno sarà difficile per aziende e famiglie. Serve tetto ai prezzi»

Prezzo del gas balzato a 244 euro al megawattora ieri sul mercato europeo all’ingrosso di riferimento, il Ttf di Amsterdam, con un massimo a 261 e una tendenza alla crescita che sembra inarrestabile. Stefano Besseghini presiede l’Arera, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente.

Che autunno ci attende?

«Ormai il prezzo del gas è stabilmente a valori elevati e questo si trasferirà al sistema, con impatti sulle filiere industriali, sull’approvvigionamento e sulle bollette dei cittadini. Da quando è iniziata l’ascesa dei prezzi, il governo ha messo a disposizione circa 30 miliardi in strumenti a sostegno della generalità dei consumatori e con interventi mirati dell’industria energivora e delle famiglie vulnerabili. Con questi livelli di prezzi, tuttavia, il costo dell’energia diventa insostenibile anche per altri settori dell’economia e per le famiglie del ceto medio, a meno che non intervenga la Ue».

Come?

«Spingere con decisione sulla riduzione dei consumi per ridurre la centralità del gas, esplicitare la proposta di un tetto al prezzo del gas o un altro meccanismo che permetta di avere un maggiore controllo sui prezzi al Ttf. Inoltre, potrebbe sospendere temporaneamente il mercato degli Ets, i titoli legati all’emissione di CO2, con effetto in particolare sul mercato dell’energia elettrica. Qualsiasi intervento, europeo o nazionale, deve però tenere conto di un aspetto cruciale».

Quale?

«Il sistema energetico è estremamente complesso. Tutela dei consumatori e tenuta degli operatori di mercato sono due variabili da coniugare sempre, in un delicato equilibrio che, come dimostrano le recenti vicende in Germania, vede i primi inevitabilmente sostenere le difficoltà dei secondi».

Ci sono operatori in crisi?

«Certamente. E c’è allarme. Ora anche per il blocco delle modifiche unilaterali dei contratti, introdotto con il Dl Aiuti. La fase più critica arriverà in autunno-inverno, in cui la domanda è maggiore».

Con la socializzazione degli oneri, la morosità è scaricata sulle bollette di chi paga. È in arrivo una “botta”?

«È lungi dall’essere immediata. Intanto a essere socializzati sono solo gli oneri di sistema e le componenti regolate, ora sono a carico dello Stato, e non la materia prima. Poi abbiamo messo un filtro di un paio d’anni in cui l’operatore è sollecitato a recuperare i crediti non riscossi».

Temete un aumento della morosità?

«Finora è sotto controllo, ma è probabile che ci sarà un incremento. Attualmente la morosità è limitata grazie agli aiuti del governo, estesi a chi ha un Isee fino a 12 mila euro e alle famiglie vulnerabili. Il bonus sociale oggi arriva a oltre tre milioni di famiglie, prima dell’automatismo avviato nel 2021 erano 700 mila. Ma c’è un provvedimento da rendere stabile in futuro: trasferire gli oneri di sistema, almeno le parti con finalità sociale, sulla fiscalità generale che è progressiva. La bolletta espone a potenziali paradossi perché il consumo di energia non è un buon indicatore di capacità reddituale. Un basso consumo può caratterizzare il monolocale della signora pensionata monoreddito così come il giovane single ad alto reddito, che vive poco in casa».

Quale gettito prevede con le tasse sugli extra-profitti?

«Arera è coinvolta sul meccanismo che si applica ai produttori di rinnovabili. Stiamo conducendo le analisi. I primi gettiti sono previsti a metà settembre e potrebbero attestarsi tra 1 e 1,5 miliardi. Risorse che andranno a coprire gli oneri generali di sistema».

Che cos’altro si può fare?

«Non molto, a regole attuali. Abbiamo rivisto il calcolo del costo della materia prima nelle bollette del gas. Da ottobre sarà agganciato al mercato Psv italiano e non più al Ttf europeo e la periodicità da trimestrale diventerà mensile. Questo ci permetterà di aggiornare le tariffe basandoci su un prezzo più attuale e non su quello fissato mesi prima, anche per rispondere ai segnali di difficoltà degli operatori nel chiudere i contratti per il prossimo inverno. Se a ottobre il prezzo scenderà, per il tetto europeo o per altri motivi, i benefici si potranno trasferire tempestivamente in bolletta».

Sembra di capire che difficilmente il prezzo scenderà. Che cos’altro dovremo fare?

«Già da ora è sensato consumare meno, per spendere meno singolarmente ma anche per far scendere la domanda generale che produrrebbe un calo del prezzo».

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