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Blindati con armature artigianali, i russi corrono ai ripari dopo gli assalti ucraini ai veicoli della logistica

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di Guido Olimpio

L’adozione in corsa di queste contromisure dimostra che lo Stato Maggiore di Mosca non si attendeva certi rischi e che comunque ha sottovalutato il teatro di guerra

Cassette riempite di terra, sacchetti di sabbia, «armature» prelevate da altri mezzi, paratie in metallo. I russi sono costretti a correre ai ripari per proteggere i veicoli della logistica. In particolare le autobotti diventate uno dei bersagli preferiti degli ucraini. In rete sono tante le foto che mostrano l’adeguamento. Di due tipi. Uno serve a mimetizzare l’autocisterna, da qui il ricorso a fascine di legno e altra vegetazione oppure a teloni che fanno da guscio. Il risultato non sempre pare efficace. Il secondo, non meno importante, è necessario per tentare di ridurre l’impatto del tiro nemico. Tuttavia contro sistemi moderni possono fare ben poco. Lo si è visto anche per i tank, dotati in alcuni casi di una gabbia in metallo nella parte superiore proprio per fare da scudo ai missili anti-carro Javelin.

I paragoni con Mad Max

L’adozione in corsa di queste contromisure dimostra che lo Stato Maggiore di Mosca non si attendeva certi rischi e che comunque ha sottovalutato il «teatro». Peraltro è avvenuto anche in altri conflitti: gli americani dopo l’invasione dell’Iraq hanno modificato diversi camion aggiungendo corazzature rudimentali e delle torrette. Questo perché gli attacchi degli insorti diventavano intensi ed era profonda la minaccia degli ordigni esplosivi sempre più potenti. Qualcuno sul web ha fatto paragoni con Mad Max, in realtà gli esempi bellici non sono così rari. E persino i narcos messicani realizzano nelle loro officine dei blindati «artigianali» chiamati «mostri». Anche questo è un adattamento alla situazione del terreno dove i cartelli impiegano armi da fuoco di grosso calibro. Alla fine è sempre la lotta tra lancia e scudo.

7 aprile 2022 (modifica il 7 aprile 2022 | 14:01)

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