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Biden: non ci sono prove della caduta di Mariupol. Nuovi aiuti Usa a Kiev 

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di Lorenzo Cremonesi, Giusi Fasano, Andrea Nicastro, Marta Serafini

Le notizie di giovedì 21 aprile sulla guerra in Ucraina, in diretta: Putin annuncia la conquista di Mariupol. Shoigu: «Tre, quattro giorni per terminare operazione nell’acciaieria». Biden annuncia invio di nuove armi pesanti a Kiev

• La guerra in Ucraina è arrivata al 57esimo giorno, e Putin ora annuncia un «successo»: la «liberazione di Mariupol», ormai completata – fatta salva la resistenza dell’acciaieria Azovstal, per spezzare la quale, secondo il ministro della Difesa russo Shoigu, serviranno ancora «tre, quattro giorni».

• Mosca ha annunciato di aver testato ieri il nuovo missile balistico Sarmat, capace — secondo il ministero della Difesa — di «penetrare ogni sistema di difesa missilistica esistente o futura».


Il premier danese e quello spagnolo sono oggi in visita a Kiev; quello britannico è in India per cercare di allargare la coalizione contro la Russia (una missione particolarmente ostica).

• Il presidente cinese, Xi Jinping, in un lungo discorso, è tornato a condannare le sanzioni e a chiedere il dialogo per risolvere le questioni internazionali, evitando — come fatto finora — di esprimersi contro l’invasione russa.




• Kiev: Kadyrov ricevette l’ordine di uccidere il presidente ucraino Zelensky.

Ore 17.14 – La Russia sanziona Zuckerberg e Kamala Harris


La Russia ha imposto sanzioni contro 29 funzionari, imprenditori e giornalisti Usa, tra cui la vicepresidente Kamala Harris e l’ad di Meta, Mark Zuckerberg. Altre sanzioni sono state decise contro 61 cittadini canadesi. Lo ha annunciato il ministero degli Esteri di Mosca, citato dalla Tass.

Ore 17.00 – Zelensky: «Grato per il sostegno Usa»


Zelensky ha immediatamente espresso, via Twitter, la sua gratitudine a Biden: «Grato al presidente americano Biden e al popolo statunitense per il sostegno del popolo ucraino contro l’aggressione russa. C’è più bisogno che mai oggi di questo aiuto! Salva le vite dei nostri difensori della democrazia e della libertà e ci porta più vicini al ritorno della pace in Ucraina», ha scritto.

I?m grateful to @POTUS & ?? people for the leadership in supporting the people of Ukraine in the fight against Russian aggression. This help is needed today more than ever! It saves the lives of our defenders of democracy and freedom and brings us closer to restoring peace in ??.

— ????????? ?????????? (@ZelenskyyUa) April 21, 2022

Ore 16.14 – Biden: non ci sono prove della caduta di Mariupol


Il presidente Joe Biden oggi ha parlato a lungo dalla Casa Bianca dove ha incontrato il premier ucraino Denys Shmyhal.

Il presidente degli Stati Uniti ha messo in discussione che Mariupol sia caduta completamente in mani russe: non ci sono prove, ha detto.

Ha anche annunciato un nuovo pacchetto di aiuti all’Ucraina di 800 milioni di dollari
, che comprende sistemi di artiglieria pesante, obici e munizioni, insieme a droni tattici.

Biden ha poi sottolineato che P
utin «non riuscirà mai a dominare, occupare l’Ucraina», mentre gli Usa «non rinunceranno mai a combattere contro i tiranni».

Gli obiettivi degli Stati Uniti e degli alleati, ha spiegato il presidente Usa, sono «impedire a Putin di invadere l’Ucraina e continuare ad isolarlo». In questa direzione, gli Stati Uniti metteranno al bando le navi russe dai porti americani: «Nessuna nave, nessuna, che batte bandiera russa o che è di proprietà o gestita da russi potrà attraccare in un porto degli Stati Uniti».

Ma dagli Usa arriva anche un nuovo programma per far accogliere i rifugiati ucrain
i che arrivano in Europa direttamente negli Usa, «per creare un canale privilegiato e assicurarsi una migrazione legale dall’Europa agli Stati Uniti».

Ore 16.06 – Mulé: «Acciaieria non attaccata per pericolo ordigni chimici»


«A Mariupol la situazione è molto compromessa per gli ucraini. L’acciaieria non viene attaccata per motivi strategici: c’è la fondata ipotesi che all’interno vi siano dei pericolosi ordigni chimici che potrebbero esplodere». Lo ha detto il sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulé a Un giorno da pecora su Rai Radio1. «E poi c’è un motivo di propaganda: Putin vorrebbe mostrare l’immagine dei soldati ucraini uscire sconfitti con le mani alzate», ha aggiunto.

Ore 15.59 – Media Kiev: «Video Putin-Shoigu possibile montaggio»


Il video dell’incontro di oggi tra il presidente russo Vladimir Putin e il suo ministro della Difesa Sergej Shoigu diffuso dalle agenzie russe potrebbe essere un falso. Questa è l’ipotesi ventilata dai media ucraini, tra cui Ukrainska pravda che fa notare come Putin faccia movimenti innaturali e abbia una postura tesa.

Ore 15.54 – Zelensky: «120mila civili intrappolati a Mariupol»


«A Mariupol ci sono 120mila civili intrappolati perché le autorità russe impediscono loro di lasciare la città». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha spiegato di essere in attesa di una risposta di Mosca alle proposte presentate da Kiev per evacuare i civili.

Ore 15.44 – Gentiloni: «La guerra ha un impatto economico significativo»


E’ «chiarissimo» che la guerra in Ucraina ha «un impatto economico significativo» a livello globale, impatto che è «particolarmente profondo» per l’Unione Europea. Lo sottolinea il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni, in un discorso pronunciato al Peterson Institute for International Economics, a Washington D.C, negli Usa. A incidere sul bilancio finale sarà la durata della guerra stessa, «gli Stati membri hanno iniziato ad adottare una varietà di misure per affrontare questa crisi che quest’anno peseranno inevitabilmente sui deficit pubblici di almeno lo 0,6% del Pil.

Ore 15.35 – Oms: 162 attacchi alla sanità ucraina, 73 morti e 52 feriti


Dall’inizio del conflitto le forse armate russe hanno colpito 162 volte bersagli sensibili come ospedali, ambulanze e personale sanitario. Secondo i dati divulgati dall’Organizzazione mondiale della sanità il bilancio è di 73 morti e 52 feriti. «Ospedali, ambulanze, medici e personale sanitario non dovrebbero mai essere un bersaglio», rimarca l’Oms su Twitter.

.@WHO has verified 15 additional attacks on health care in #Ukraine.

As of 21 April, 162 attacks on health care have been verified in Ukraine. These attacks took place between 24 February and 16 April & caused 73 deaths and 52 injuries.

Health care should never be a target. pic.twitter.com/8m3ignKc1F

— WHO Ukraine (@WHOUkraine) April 21, 2022

Ore 15.30 – Borrell: «Aiutiamo Kiev ma non partecipiamo alla guerra»


«Non vogliamo essere bellicosi, non vogliamo che la guerra si diffonda e non vogliamo farne parte, ma vogliamo aiutare militarmente l’Ucraina a difendere la sua libertà e sovranità. Continueremo ad aiutare». Lo afferma l’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Josep Borrell, in un’intervista a El Confidencial.

Ore 15.23 – Bombardamenti distruggono finestrini di un treno diretto a Zaporizhzhia, nessuna vittima


L’onda d’urto provocata dall’esplosione di una bomba ha causato la rottura dei finestrini del treno numero 119. Il convoglio era diretto a Zaporizhzhia – Leopoli. Lo ha reso noto il sito ucraino Ukrinform. I finestrini verranno sostituiti a Kryvyi Rih, il paese natale del presidente ucraino Zelensky.

Ore 15.19 – Baerbock: «Putin consenta l’evacuazione di Mariupol»


«Spetta a Putin fermare i bombardamenti e porre fine a tutto questo», lo ha detto commentando l’assedio russo in corso nella città di Mariupol la ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock. «La gente deve essere in grado di lasciare la città. I bombardamenti russi delle vie e delle strade devono essere fermati, in modo che le persone innocenti possano essere portate in salvo», ha aggiunto Baerbock durante un incontro a Tallin con la sua controparte estone Eva-Maria Liimets.

Ore 15.11 – Usa, Biden annuncerà 800 milioni di aiuti militari per l’Ucraina


Prima di volare in Oregon il presidente degli Stati Uniti Joe Biden annuncerà oggi l’ulteriore pacchetto di aiuti militari Usa per 800 milioni di dollari all’Ucraina. Lo riferisce un alto dirigente dell’amministrazione americana.Gli aiuti comprendono artiglieria pesante e munizioni.

Ore 15.05 – Gb. Johnson: «India ha posizione differente con Russia»


L’India ha «storicamente una relazione assai differente con la Russia rispetto al Regno unito», ha detto il primo ministro britannico Boris Johnson parlando coi giornalisti durante la sua visita in India, secondo quanto riporta la Cnn. Per questo si «deve riflettere su questa realtà».

Ore 14.41 – Onu: oltre 7,7 milioni di sfollati interni in Ucraina


Secondo le stime dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni delle Nazioni Unite gli sfollati interni ucraini sarebbero oltre 7,7 milioni. Si tratta di persone fuggite dalle proprie abitazioni ma rimaste nei confini del Paese sotto assedio russo dal 24 febbraio scorso.

Ore 14.32 – La richiesta del ministero degli Esteri ucraino: «Corridoio umanitario urgente da stabilimento Azovstal»


«Centinaia di civili, bambini, difensori ucraini feriti sono bloccati nei rifugi delle fabbriche. Non hanno quasi più cibo, acqua, medicine. Azovstal è costantemente bombardato dalla Russia nonostante che un gran numero di civili si nasconda lì. Gli ucraini non si fidano delle truppe russe, hanno paura della deportazione, dell’omicidio. Abbiamo bisogno di un corridoio umanitario urgente dallo stabilimento di Azovstal con garanzie di sicurezza umana». Così il ministero degli Esteri ucraino su Twitter. «La Russia è responsabile dei suoi crimini di guerra. Gli invasori hanno ucciso e torturato migliaia di civili», ha concluso.

Ore 14.26 – Kiev: «Scambio prigionieri, tornano a casa 19 persone»


«Un altro scambio di prigionieri. A casa stanno tornando 19 persone di cui 10 sono militari (2 ufficiali) e 9 civili. Tra le persone liberate ci sono dei feriti che ora possono ricevere tutto l’aiuto necessario. Sono grata al presidente Zelensky». A dare l’annuncio su Telegram la vicepremier Iryna Vereschuk.

Ore 14.20 – Di Maio, prioritario ridurre dipendenza energetica da Mosca «Con la tappa odierna in Congo si conclude una missione molto importante per il governo italiano in questa regione dell’Africa». Così il ministro degli Esteri Luigi Di Maio parlando dal Congo dopo la firma dell’intesa sul gas. «L’aggressione russa ai danni dell’Ucraina ha portato un Paese come l’Italia a dover diversificare le proprie fonti di approvvigionamento energetico», ha aggiunto, sottolineando che insieme al ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, e all’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, «stiamo costruendo nuovi partenariati energetici con tanti Paesi amici».

Ore 14.10 – Mosca ordina chiusura consolati lettone, lituano ed estone


Mosca ha ordinato la chiusura dei consolati lettone, lituano ed estone in Russia come misura di ritorsione: a renderlo noto il ministero degli Esteri, come riporta Sky News. All’inizio di questo mese Lettonia ed Estonia avevano ordinato la chiusura di due consolati russi ciascuna a causa dell’invasione dell’Ucraina. Inoltre, la Lituania aveva espulso l’ambasciatore russo dopo il massacro di Bucha.

Ore 13.59 – «A Kherson russi costringono civili a combattere con loro» Secondo l’esercito ucraino, nella città meridionale di Kherson le truppe russe stanno progettando di «mobilitare con la forza» la popolazione locale per farla combattere al fianco di Mosca. Lo riferisce la Bbc. Kherson, con una popolazione di 283.000 abitanti, è una delle città ucraine occupate dalle forze russe dopo l’invasione. In un villaggio, i rappresentanti russi hanno tenuto una riunione con la gente del posto dove hanno dichiarato che non ci saranno più «corridoi verdi» per i civili e hanno vietato alla gente di andarsene. «Allo stesso tempo, gli occupanti russi hanno fissato l’obiettivo di fermare completamente il sostegno umanitario della regione da parte delle autorità ucraine», si legge ancora nell’articolo.

Ore 13.38 – Gb sanziona presunto responsabile del massacro di Bucha


Il Regno Unito ha esteso a quattro ufficiali delle forze armate russe, a un vicedirettore dei servizi segreti interni di Mosca (Fsb) e a 18 tra individui e aziende del complesso industrial-militare che fa capo alla Russia (inclusa l’azienda che produce i Kalashnikov) la lista dei sanzionati in risposta all’invasione dell’Ucraina. Lo rende noto il governo di Boris Johnson attraverso una nota del Foreign Office in cui si precisa che tra gli ufficiali c’è anche il tenente colonnello Azatbek Omurbekov, indicato da alcune fonti occidentali come il comandante del reparto accusato del cosiddetto «massacro di Bucha».

Ore 13.27 – Estonia riconosce azioni Mosca come «genocidio»


L’Estonia è diventato oggi il primo Paese a riconoscere ufficialmente le azioni della Russia in Ucraina come genocidio. Lo riporta il Kyiv Independent. «Il Parlamento estone ha approvato una risoluzione che definisce l’aggressione della Russia e i successivi crimini di guerra contro l’Ucraina un atto di genocidio e ha esortato altri Paesi a fare lo stesso», scrive il giornale in un tweet.

?? Estonia becomes first country to officially recognize Russia’s actions in Ukraine as genocide.

The Estonian parliament approved a resolution calling Russia?s aggression and subsequent war crimes against Ukraine an act of genocide and urged other countries to do the same.

— The Kyiv Independent (@KyivIndependent) April 21, 2022



Ore 13.23 – Il messaggio di Zelensky: «Noi pronti a scambio prigionieri». Mosca: soldati Kiev possono lasciare Mariupol con corridoi


«Siamo pronti a scambiare la nostra gente con prigionieri militari». Così il presidente ucraino Zelensky, citato dal Washington Post, sottolineando che la Russia «finora» ha respinto i tentativi di evacuare i civili. Kiev si è offerta di inviare alti funzionari a Mariupol per negoziare l’evacuazione di quasi 1.000 civili e 500 soldati. Intanto Mosca fa sapere che i soldati di Kiev potranno lasciare Mariupol attraverso i corridoi designati: «Questa opportunità esisteva anche prima della dichiarazione di Zelensky», ha detto ancora il portavoce del Cremlino Peskov, citato dalla Tass, in risposta alla proposta di Kiev di scambiare i russi catturati con i suoi militari e civili intrappolati a Mariupol.


Ore 13.19 – Peskov, non in agenda telefonata Putin-Erdogan

Ore 13.14 – Unhcr: in Ucraina più di 5 milioni di rifugiati


Il numero dei rifugiati ucraini fuggiti dall’invasione dell’esercito russo il 24 febbraio continua a crescere, ma molto più lentamente rispetto alle prime settimane del conflitto. È quanto emerge dai dati dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati pubblicati oggi. Secondo l’Unhcr, ad aprile, finora, sono fuggiti poco più di 1.050.000 ucraini, nettamente meno dei 3,4 milioni costretti a lasciare la propria terra nel mese di marzo.

Ore 13.12 – Unesco rinvia sine die la
sessione in Russia a giugno


L’Unesco ha rinviato sine die la sessione fissata dal 19 al 30 giugno prossimi a Kazan, in Russia, la cui programmazione aveva suscitato indignazione nei Paesi occidentali dopo l’invasione di Mosca.

Ore 13 – Vereshchuk: «Continua evacuazione da Mariupol»


Continua l’evacuazione a Mariupol. «Ieri sono riusciti a lasciare la città attraverso il corridoio umanitario quattro bus. Si sono fermati durante la notte a Berdyansk ed adesso sono diretti a Vasylivka. Li aspettiamo a breve a Zaporizhia. Oggi continueremo ad evacuare donne, bambini e anziani». Lo scrive su Telegram la vice premier per i territori temporaneamente occupati, Iryna Vereshchuk.




Ore 12.57 – Lagarde, invasione russa è spartiacque per Europa


«L’invasione russa dell’Ucraina rappresenta uno spartiacque per l’Europa. Viola i principi fondamentali di pace, sicurezza internazionale e mina l’ordine economico mondiale». Così la presidente della Bce, Christine Lagarde, in una nota al 45esimo meeting del Fmi. «Il Consiglio direttivo della Bce esprime pieno sostegno al popolo ucraino», ha sottolineato, spiegando che la guerra avrà un «impatto materiale sull’attività economica e sull’inflazione, non solo in Europa».

Ore 12.52 – Mosca, la notte scorsa colpiti mille obiettivi militari ucraini Le forze russe hanno colpito la notte scorsa con missili e proiettili di artiglieria 1.001 obiettivi militari in Ucraina, incluse 162 postazioni di fuoco: lo ha reso noto il ministero della Difesa del Paese. Lo riporta il Guardian.

Ore 12.49 – A fine mese una missione di esperti a Chernobyl

Il direttore generale dell’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Rafael Mariano Grossi, prevede di dirigere una missione di esperti dell’Aiea nel sito di Chernobyl alla fine di questo mese per condurre valutazioni di sicurezza nucleare, protezione e radiologia, fornire attrezzature fondamentali e riparare i sistemi di monitoraggio a distanza dell’Agenzia.


Ore 12.28 – Sanchez: «A Borodyanka ho visto le atrocità di Putin, non abbandoneremo Kiev»


Il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez è stato «per le strade di Borodyanka, ho visto l’orrore e le atrocità della guerra di Putin». A scriverlo lui stesso su Twitter, aggiungendo che «non lasceremo da solo il popolo ucraino».

Conmovido al comprobar en las calles de Borodyanka el horror y las atrocidades de la guerra de Putin.

No dejaremos solo al pueblo ucraniano. pic.twitter.com/OfEIa9oOTC

— Pedro Sánchez (@sanchezcastejon) April 21, 2022

Ore 12.12 – Cremlino: Putin riceve rapporti da militari «ogni ora». Attesa «una risposta da Kiev sulla bozza di colloqui»


Il presidente russo Putin, in qualità di «comandante supremo», riceve rapporti «non solo giornalmente, ma ogni ora» dai militari sull’andamento dell’operazione militare speciale in Ucraina. Lo ha affermato l’addetto stampa del capo di stato, Dmitry Peskov. La Russia — ha aggiunto — si aspetta una risposta dall’Ucraina alle sue proposte come parte del processo negoziale (è «sorprendente» che Zelensky non sia stato informato di questo, ha detto il portavoce) e ha ribadito che la dichiarazione di Kiev su un possibile attacco al ponte che collega la Crimea alla terraferma russa costituisce «un annuncio di attacco terroristico». Peskov ha chiarito, poi, che Mosca non ha ancora risposto alla richiesta del segretario generale dell’Onu Guterres di essere ricevuto dal presidente Putin.

Ore 12.10 – Papa e Santa Sede chiedono tregua per Pasqua ortodossa


Nella Domenica delle Palme il Papa aveva chiesto una tregua pasquale per arrivare alla pace. La Santa Sede e il Pontefice si uniscono all’appello di Antonio Guterres, segretario generale Onu, d’accordo con mons. Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, per una tregua in occasione della Pasqua secondo il calendario giuliano, il 24 aprile prossimo.

Ore 12 – «Alekperov si dimette dalla guida di Lukoil»


Il numero uno del colosso petrolifero russo Lukoil Vagit Alekperov si è dimesso. Lo fa sapere un comunicato della società, senza rivelare il motivo della scelta del ricco imprenditore 71enne. Guidava Lukoil dal 1993. L’oligarca russo, che ha un patrimonio netto stimato di quasi 23 miliardi di dollari secondo il Billionaires Index di Bloomberg, è stato sanzionato dal Regno Unito il 13 aprile, quando ha introdotto 178 nuove misure contro Mosca e i cittadini russi vicini al Cremlino. Il nome di Alekperov non è, però, nelle liste delle sanzioni dell’Unione europea e degli Usa.

Ore 11.54 – Podolyak: guerra può finire con incontro Zelensky-Putin


La guerra in Ucraina «può finire con colloqui diretti» tra il presidente ucraino Zelensky e il presidente russo Putin. È quanto ha detto oggi Mykhailo Podolyak, consigliere della presidenza ucraina, affermando che Kiev resta in attesa di valutare l’andamento dell’offensiva militare russa nell’Est del Paese nei prossimi giorni. «Questo è ciò su cui stanno lavorando oggi il team di avvocati e di consulenti, e il gruppo negoziale della parte ucraina», ha affermato. «Di conseguenza, speriamo che le posizioni di Zelensky siano estremamente forti in questi colloqui».

Ore 11.50 – Scholz blocca le forniture di armi pesanti da Germania


Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha bloccato le forniture di armi pesanti all’Ucraina, secondo quanto scrive la Bild. A marzo l’Ucraina aveva chiesto blindati Leopard, Puma, Marder, Boxer e veicoli corazzati Fuchs. Intanto, a otto settimane circa dall’inizio della guerra, sono 366.304 le persone entrate in territorio tedesco come annunciato dal ministero federale dell’Interno su Twitter. Il numero reale è probabilmente molto più alto, sottolineano le stesse fonti.

Ore 11.44 – L’annuncio del Consiglio di Sicurezza di Kiev: distrutta divisione mercenari nel Luhansk


Sul territorio delle regioni di Luhansk, a fianco dei militari russi combattono almeno 500 mercenari da Libia e Siria. Le forze armate ucraine hanno distrutto una divisione di mercenari stranieri di 20-25 persone. Così su Telegram il segretario del Consiglio Nazionale della Sicurezza e della Difesa ucraino Oleksii Danilov.

Ore 11.37 – Kiev: oltre mille corpi di civili in obitori della regione


Negli obitori della regione di Kiev si trovano attualmente i corpi di oltre mille civili. Lo ha indicato all’Afp un responsabile ucraino. «Sono 1.020 i corpi di civili, unicamente civili, negli obitori della regione di Kiev», ha detto la vice prima ministra Olga Stefanichyna, parlando dalla città di Borodianka. «Si tratta di civili recuperati negli edifici, ma anche sulle strade», ha aggiunto, precisando che le morti risalgono all’inizio dell’invasione russa in ucraina a fine febbraio.

Ore 11.35 – Viminale: 98.406 i profughi sinora giunti in Italia


Sono 98.406 le persone in fuga dal conflitto in Ucraina arrivate fino a oggi in Italia, delle quali 93.956 alla frontiera e 4.450 controllate dal compartimento Polizia ferroviaria del Friuli-Venezia Giulia. A renderlo noto è il Viminale, precisando che si tratta di 50.875 donne, di 11.952 uomini e di 35.579 minori. Le città di destinazione dichiarate all’ingresso restano Milano, Roma, Napoli e Bologna. L’incremento, rispetto a ieri, è di 494 ingressi nel territorio nazionale.

Ore 11.29 – Kiev: rimpatrio ucraini deportati sarà altra guerra


Il ritorno in patria dei cittadini ucraini deportati in Russia sarà un altro fronte per Kiev dopo la fine della fase attiva della guerra. Così il consigliere del presidente ucraino Mykhailo Podoliak, come riporta l’agenzia ucraina Ukrinform. «Voglio far notare che anche questa sarà una guerra. Dopo la guerra, c’è una guerra per riprendersi il nostro popolo». Secondo Podoliak, la Russia — che ha una tradizione storica e una pratica del cosiddetto reinsediamento dei popoli per separarli dalla loro patria — non ammette mai che le persone siano state deportate con la forza o perché costrette. E «i russi continueranno a cercare di convincere la comunità mondiale che questa migrazione è stata volontaria».

Ore 11.22 – Sindaco: «furiosi» bombardamenti russi su Kharkiv


Il sindaco di Kharkiv, Ihor Terekhov, ha detto che la città è vittima di un intenso bombardamento russo. Parlando in televisione, il primo cittadino ha dichiarato che ci sono «potenti esplosioni, la Russia sta bombardando furiosamente la città» dove restano ancora un milione di persone.

Ore 11.21 – Unicef, il 90% dei profughi sono donne e bambini


«I dati parlano chiaro, più di 5 milioni di persone sono fuggite dalla guerra in Ucraina in meno di 8 settimane e il 90% di loro sono donne, bambine e bambini», dichiara il portavoce dell’Unicef Italia, Andrea Iacomini. «Sono cifre da brividi più di 90mila ogni singolo giorno. Ecco perché oggi più che mai è importante ribadire che i bambini e le bambine dell’Ucraina hanno bisogno di pace», conclude.

Ore 11.20 – La versione di Xi: Cina al centro di un sistema globale integrato. Pechino: saremo l’ancora della pace globale


Mentre gli occhi del mondo sono puntati sulla guerra russo-ucraina, la Cina di Xi Jinping tende sempre più a porsi come campione planetario d’interdipendenza e capofila di un’alternativa asiatica al polo statunitense-occidentale, oggi impegnato in un devastante conflitto con Mosca. «Non importa quanto sia cambiato e quanto cambierà il mondo, la Cina insisterà fermamente sulla riforma e l’apertura», ha affermato Xi parlando al Boao Forum per l’Asia, la «Davos cinese». Il discorso del presidente della Repubblica popolare, per quanto non latore di sostanziali novità sulla linea di politica internazionale di Pechino, fornisce un punto d’osservazione su come vede la Cina il mondo post-guerra ucraina. «I fatti hanno provato ancora una volta che la mentalità da guerra fredda, l’egemonismo e la politica di potenza finiscono semplicemente per distruggere la pace globale», ha affermato parlando in video alle centinaia di delegati. Il leader cinese ha richiamato i «principi della Carta delle Nazioni unite» che richiede il ricorso al dialogo e ai negoziati per risolvere i conflitti tra i paesi e ha ribadito che Pechino «sostiene ogni tentativo

di risolvere una crisi attraverso mezzi pacifici, si oppone ai doppi standard, alle sanzioni unilaterali, alle giurisdizioni dal braccio lungo», cioè l’applicazione di normative nazionali al di fuori della giurisdizione dei Paesi.

Ore 11.19 – Zelenky: «A Mariupol distrutto 95% edifici, impossibile adesso sbloccare situazione»


Zelensky ha affermato che attualmente le forze armate ucraine non possono sbloccare con mezzi militari la situazione a Mariupol. In un’intervista al canale di notizie francese Bfm Tv, il presidente dell’Ucraina ha dichiarato che le autorità ucraine stanno facendo tutto il possibile, ma «la Federazione Russa al momento impedisce al nostro esercito di intervenire a Mariupol, «il cui blocco assomiglia più a un’operazione terroristica che a una guerra, perché in città oltre ai difensori ucraini sono bloccati anche bambini e anziani». Tutto lì è stato distrutto – ha aggiunto – : «Il 95-98% di tutti gli edifici, comprese scuole, asili, aree residenziali, fabbriche e altro ancora. In piedi resta al massimo il 3-4% degli edifici».

Ore 11.05 – Fossa comune a Mariupol: russi portano corpi con i camion


«I nostri cittadini hanno riferito che oggi a Mangush, vicino Mariupol, i soldati russi hanno scavato una fossa comune di 30 metri e portato dei corpi con i camion». Lo rende noto il sindaco di Mariupol Vadim Boychenko, citato dall’agenzia Unian. Secondo il primo cittadino
, in questo modo i russi stanno provando a nascondere i crimini commessi.

Ore 11 – Arestovych: «Russi non sono in grado di prendere Azovstal»


Stamattina Putin e Shoigu hanno annunciato pubblicamente che Mariupol è stata presa e che non assaliranno Azovstal perché non vogliono causare perdite all’esercito russo. Questo significa che non sono in grado di prendere Azovstal, l’hanno capito avendo registrato lì gravi perdite. I nostri difensori continuano a resistere». Così Oleksiy Arestovych, consigliere dell’ufficio del presidente ucraino, nel briefing in cui ha fatto il punto sulla situazione attuale. E ancora: «L’annuncio preventivo della vittoria prima della Pasqua e del 9 maggio dimostra che i russi si sono resi conto delle mancanza di prospettive per la loro ultima fase dell’operazione in questa fase della guerra».

Ore 10.45 – «La Russia non rischia alcun default»


Quanto è probabile, e vicino, un default della Russia? Secondo gli investitori internazionali, la risposta a entrambe le domande è «molto»: di fatto, il blocco delle riserve in valuta straniera deciso con le sanzioni internazionali dovrebbe impedire alla Russia di finanziare il suo debito se non in rubli, e le riserve della Banca centrale «fruibili» dovrebbero ormai essere di 50 miliardi di dollari.

Eppure, secondo quanto dichiarato dalla governatrice della Banca centrale, Elvira Nabiullina, Mosca «non corre alcun rischio di default» perché «ha tutte le risorse finanziarie» per far fronte ai suo impegni.

La frase potrebbe nascondere, in realtà, un punto tecnico interessante, e destinato a scatenare contenziosi internazionali. Nabiullina ha spiegato, infatti, che Mosca «ha» tutte le risorse finanziarie per far fronte ai suoi impegni: il che è indubitabilmente vero. Il punto è che quelle risorse sono ora bloccate dalle sanzioni, e che la Russia sosterrà che il default sia soltanto una questione «tecnica» non imputabile alla volontà del debitore (lo Stato russo, appunto). È la prima volta nella storia che ci si trova di fronte a un default causato dalle sanzioni: e Mosca potrebbe cercare di far valere le sue ragioni legali.

Ore 10.30 – Il piano per assassinare Zelensky, consegnato a Kadyrov


Sin dai primi giorni dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia si parla dei tentativi di assassinare il presidente ucraino Zelensky. Secondo le autorità ucraine, il piano originario di Mosca prevedeva la rapida conquista di Kiev, la decapitazione del governo ucraino e la sua sostituzione con un esecutivo-fantoccio. Ora però il segretario del Consiglio nazionale di Sicurezza e difesa ucraino Oleksiy Danilov ha offerto nuovi dettagli sul «piano» di Mosca.

Il leader ceceno Ramzan Kadyrov — secondo quanto dichiarato da Danilov a una radio ucraina — ha ricevuto un piano per assassinare il presidente ucraino il 3 febbraio durante un incontro con il presidente russo Putin. Kadyrov si era impegnato perché la propria unità cecena completasse la missione. Danilov ha anche puntualizzato di non sapere dove si trovi al momento il leader ceceno. «Posso solo dire, con certezza, che non è mai stato qui».

Ore 10.15 – «Fate uscire i civili dall’acciaieria»


La domanda – osservando le immagini dell’Azovstal devastata dalle bombe russe — è inevitabile, e lo è da giorni: quante persone restano, nascoste nei sotterranei dell’ di Mariupol?

Secondo il ministro della Difesa russo, Shoigu, la risposta è «circa duemila»: e si tratta di soldati.

Secondo l’Ucraina, la risposta è ben più alta: la vicepremier ucraina Iryna Vereshchuk ha parlato di «mille civili e 500 soldati feriti», oltre ai combattenti. La vicepremier ha chiesto a Mosca di approntare un corridoio umanitario per permettere loro — sia ai civili sia ai soldati feriti — di uscire da lì.

Non è chiaro se l’esercito russo — dopo la richiesta di Putin di «non far uscire una mosca dall’acciaieria» — acconsentirà alla richiesta.

Ore 9.20 – Putin, il «successo» a Mariupol e lo stop, pubblico, a Shoigu


La resistenza ucraina nell’acciaieria Azovstal non è ancora terminata: «Serviranno ancora tre, quattro giorni per terminare l’operazione, perché ci sono ancora 2mila soldati ucraini asserragliati», dice il ministro della Difesa russo, Shoigu. Ma la città di Mariupol è — di fatto, e proprio ad eccezione dell’acciaieria — «sotto controllo russo». A dirlo sono i due massimi responsabili militari e politici della Federazione russa: Shoigu, appunto, e Vladimir Putin.

Durante un incontro tra i due, di cui ha dato notizia l’agenzia russa Tass, Putin avrebbe ordinato a Shoigu di cancellare l’ordine di assaltare l’acciaieria — un’azione di difficoltà enorme, data la caparbietà della resistenza ucraina —, chiedendogli di continuare l’assedio: «Non deve passare una mosca», avrebbe detto.

«Questo è uno di quei casi in cui dobbiamo pensare» — ha detto Putin, correggendosi immediatamente con un «cioè, dobbiamo sempre pensare, e in questo caso a maggior ragione, a preservare la vita e la sicurezza dei nostri soldati e dei nostri generali».

«Non c’è alcun bisogno di infilarsi in quelle catacombe, o di strisciare in quei cunicoli industriali: l’importante è che l’assedio non faccia passare una mosca». Putin ha assicurato che la Russia garantirà, a chi si arrende, di avere salva la vita, e di essere «trattato con umanità».

Il presidente russo ha anche definito «un successo» la «liberazione» di Mariupol: e non si tratta di una parola scelta a caso. Mariupol sarebbe la prima grande città ucraina a cadere da quando Mosca ha iniziato l’invasione, il 24 febbraio; e Putin è alla ricerca di una qualche forma di «vittoria» da presentare alla nazione il 9 maggio, giorno in cui la Russia festeggia la vittoria contro il nazismo nella II GM.

Nel suo incontro con Putin, Shoigu ha fornito al presidente le cifre della battaglia dell’acciaieria, destinata a entrare nella storia di questa guerra: oltre 4 mila degli 8.100 soldati — tra reggimenti ucraini, battaglioni nazionalisti e mercenari stranieri — presenti a Mariupol al momento dell’accerchiamento russo sarebbero stati uccisi; 1.478 si sarebbero arresi.

Ore 9.15 – I due premier in visita a Kiev, oggi


Continuano le visite di capi di Stato e di governo europei a Kiev: oggi, a incontrare Zelensky, saranno il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez e il suo omologo danese Mette Frederiksen.

La visita di Sanchez era stata annunciata giorni fa, senza però che fossero comunicati i dettagli sul giorno scelto per il viaggio — che, va ricordato, è particolarmente impegnativo dal punto di vista dei dispositivi di sicurezza: il capo delle ferrovie ucraine, ad esempio, si era apertamente lamentato del comportamento tenuto dal premier polacco, che aveva postato una foto del suo viaggio in treno, esponendosi a una geolocalizzazione potenzialmente pericolosa.

Non ci sono novità, invece, su una eventuale visita di esponenti del governo statunitense a Kiev.

Ore 9.05 – I soldati russi uccisi in Ucraina sarebbero 21 mila


Il dato — come sempre — non sarà confermato, smentito né commentato da Mosca: quando il portavoce del Cremlino, Peskov, aveva ammesso «perdite tragiche», era stato severamente ripreso dai «falchi» che spingono Putin a continuare, e incrementare, lo sforzo bellico.

Ma secondo l’Ucraina, i morti tra i soldati russi in questa guerra, iniziata 57 giorni fa, sono moltissimi: «Almeno 21.000», dice l’Esercito di Kiev.

Che nel suo ultimo aggiornamento puntualizza poi, nel dettaglio, le altre perdite — materiali — dell’esercito di Mosca: 172 aerei da caccia abbattuti, oltre a 151 elicotteri e 166 droni; distrutti 829 carri armati russi, 393 pezzi di artiglieria, 2.118 veicoli blindati per il trasporto delle truppe, 4 sistemi di missili balistici, 136 lanciamissili, 8 navi, 1.508 veicoli, 76 autocisterne e 67 unità di difesa antiaerea.

Ore 8.50 – I corpi torturati a Borodyanka


«Sarà peggio di Bucha», aveva detto — prima di rientrare in città dopo il ritiro delle truppe russe — Zelensky, parlando di Borodyanka. Una previsione fosca, ma che si sta rivelando azzeccata.

Nove cadaveri di civili sono stati trovati in questa città della provincia di Kiev, e alcuni presenterebbero — secondo quanto riferito dalla polizia della capitale ucraina — «segni di tortura».

Ieri il presidente del Consiglio Ue Charles Michel ha visitato la cittadina: «La storia non dimenticherà i crimini di guerra commessi qui», ha detto.

Ore 8.45 – Quanti sono i soldati russi in Ucraina


Quante sono le truppe mobilitate dalla Russia attualmente in Ucraina? E quante sono pronte a intervenire? Secondo la presidenza ucraina, la risposta alle due domande è, rispettivamente, 90mila e 22mila. «Circa 90mila sono ora sul territorio dell’Ucraina e circa 22mila si trovano lungo i confini, si nascondono tra i cespugli», ha detto il consigliere di Zelensky Arestovich, aggiungendo che questi ultimi scrivono alle loro famiglie dicendo: «Non vogliamo combattere».

Ore 8.25 – Quattro pullman carichi di civili escono da Mariupol


A osservare le immagini, sembra incredibile che a Mariupol possano ancora esserci dei civili. E invece, come il sindaco della città martire di questa guerra non si stanca di ripetere, i civili ci sono, eccome: intrappolati sotto bombardamenti che non cessano, da settimane, di colpire qualunque obiettivo, non solo militare. Oggi, dopo giorni di tentativi, quattro pullman carichi di civili sono usciti dalla città, ha detto Kiev; un altro tentativo avverrà alle 14 ora locale (le 13 in Italia). A migliaia restano ancora lì, nell’«inferno sulla Terra» (qui sotto, un video dell’acciaieria dove si concentrano le difese dei marines ucraini e del battaglione Azov).

This is evidenced by footage from today of a #Russian BMP-3 firing at the #Azovstal Plant as well as numerous other videos of free fall bombs, artillery strikes and other indiscriminate shelling designed to destroy structure vs kill soldiers. pic.twitter.com/398mhPmwK9

— OSINT Aggregator (@AggregateOsint) April 21, 2022

Ore 8.10 – Johnson, il «coccodrillo» e la visita in India


Finora, a fare rumore, sono state le dichiarazioni fatte prima di atterrare. Quelle in cui Boris Johnson si è lanciato in una metafora avventurosa: «Trattare con Putin? È come provare a parlare con un coccodrillo mentre ha la tua gamba tra le sue fauci».

Ma la missione di Johnson in India sarà da tenere d’occhio per vari motivi. Il premier britannico incontrerà la sua controparte indiana, Narendra Modi, per rafforzare i legami commerciali e di sicurezza con l’India — ma anche per convincere Delhi a sostenere l’alleanza occidentale contro la Russia.

Non sarà semplice: giorni fa a compiere lo stesso tentativo è stato Joe Biden, senza però grandi risultati, e sull’India si è scatenata anche la pressione diplomatica di Mosca — forte di prezzi fortemente scontati sulle sue materie prime.

Ore 7.55 – «Verso lo stop al gas russo a maggio»


È importante l’intervista di Federico Fubini a Stefano Besseghini, presidente della Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente). La trovate in versione integrale qui; questi i passaggi chiave:

Per la Commissione europea, il sistema dei pagamenti delle forniture in rubli viola le sanzioni. Significa che si va verso uno stop del gas russo a maggio?


«Questo è un po’ quello che tutti si aspettano, credo che in effetti potrebbe accadere in maggio. In questo caso il rischio di non riempire completamente gli stoccaggi potrebbe esserci. Bisogna vedere quello che riusciamo a recuperare dagli accordi che l’Italia ha già stretto e da quelli che si sta cercando di concludere».

Ma buona parte dei nuovi accordi non sono per quest’anno. Quale potrebbe essere la risposta del governo?


«In quel caso entreremmo quasi certamente in uno scenario di emergenza, quindi scatterebbe un protocollo che prevede dei distacchi di carico e delle prevalenze fra le utenze. I dettagli sono riservati, ma si vedrà».

Dunque, per esempio, si limita l’illuminazione notturna e si riduce di un grado o due il riscaldamento negli immobili pubblici e privati?

«Di solito sono questi gli interventi. Dipende naturalmente dalla profondità del fenomeno e da quanto tempo potrebbe esserci tra il momento del distacco dalla Russia e l’inizio del periodo invernale».

Ore 7.45 – I dubbi dei funzionari del Cremlino sulla guerra di Putin


(Marco Imarisio) Ieri un’inchiesta di Bloomberg ha confermato quel che già si sapeva da settimane: al Cremlino, alcuni alti funzionari della ristretta cerchia presidenziale, convinti del fatto che l’invasione dell’Ucraina è stata «un errore catastrofico», hanno tentato di persuadere Putin a trovare una via d’uscita, facendo leva sul timore che il Paese possa essere riportato indietro di decenni, in termini di risorse e benessere e lamentando il rischio dell’altissimo costo che verrà pagato in termini economici e politici.

Ma non hanno trovato alcuna sponda. E ora Putin prepara le parate del 9 maggio, «quando otto aerei da guerra Mig-29 voleranno sui cieli di Mosca in una formazione che riprodurrà la Z».

L’articolo integrale è qui.

Ore 7.30 – «Prepariamoci a pesanti attacchi hacker all’Occidente»


Cinque Paesi alleati — inclusi gli Stati Uniti — hanno messo in guardia l’Occidente su possibili imminenti attacchi cibernetici da parte della Russia contro gli Stati che appoggiano l’Ucraina. Lo riporta il Guardian.

Secondo i membri della rete multinazionale di intelligence «Five Eyes» (Australia, Usa, Regno Unito, Nuova Zelanda e Canada) Mosca è pronta a mettere in campo i suoi hacker e potrebbe coinvolgere anche gruppi criminali specializzati in attacchi informatici per colpire governi, istituzioni e imprese. «L’intelligence indica che il governo russo sta esplorando opzioni per potenziali attacchi informatici».

Ore 7.15 – «I russi avanzano verso Kramatorsk», secondo quanto riferisce l’intelligence di Londra


Con il passare delle ore, e dopo aver «ammorbidito» la resistenza con bombardamenti pesantissimi, l’avanzata delle forze russe nel Donbass prende forma. A testimoniarlo è anche il bollettino del ministero della Difesa britannico: «Le forze russe», scrivono gli 007 militari di Londra, «stanno ora avanzando dalle aree di posizionamento nel Donbass verso Kramatorsk, che continua a soffrire di persistenti attacchi missilistici».

«La Russia probabilmente desidera dimostrare successi significativi prima delle celebrazioni annuali del 9 maggio, giorno della vittoria» nella Seconda guerra mondiale, scrive il ministero della Difesa: «E questo potrebbe influenzare la rapidità e la forza con cui tentano di condurre operazioni in vista di questa data».

Ore 7 – La Cina e la volontà di «rispettare le scelte di ogni Paese»


Quale altra prova è necessaria della non volontà di Pechino di condannare l’aggressione russa, e di non porsi come negoziatore tra Mosca e Kiev? Se lo chiedeva, sulle pagine del Corriere di ieri, il corrispondente da Pechino, Guido Santevecchi. A ulteriore conferma di quanto scriveva, sono arrivate nella mattinata di oggi le parole del leader cinese, Xi Jinping.

Durante il discorso di apertura del Forum Boao, la «Davos asiatica», Xi ha proposto un nuovo approccio per la «promozione della sicurezza nel mondo», che «rispetti la sovranità di tutti gli Stati e il percorso di sviluppo che ognuno sceglie».

«Rispettiamo la sovranità e l’integrità territoriale di tutti i paesi. Aderiamo alla non interferenza negli affari interni degli altri e rispettiamo ugualmente il percorso di sviluppo che ciascuno sceglie», ha affermato il leader cinese, sottolineando che Pechino si oppone a «mentalità tipiche della guerra fredda, unilateralismo e scontro di blocco», affermazioni che i politici del Paese asiatico usano spesso quando si riferiscono agli Stati Uniti per criticare la sua politica estera.

«Prendiamo molto sul serio le legittime preoccupazioni in materia di sicurezza di tutti i paesi e cerchiamo un’architettura di sicurezza equilibrata, efficace e sostenibile ottenuta non a spese degli altri», ha aggiunto, evitando accuratamente di definire «invasione» quella compiuta da Mosca e ribadendo che «le divergenze e le controversie devono essere risolte attraverso il dialogo», che «la Cina sostiene tutti gli sforzi che portano a una soluzione pacifica delle crisi», e che Pechino «si oppone all’imposizione di sanzioni unilaterali».

Ore 6.45 – Le «condizioni» di Mosca per far terminare la guerra


L’«operazione militare speciale» della Russia in Ucraina terminerà quando la Nato smetterà di utilizzare il territorio ucraino per minacciare Mosca, ha detto l’alto funzionario del ministero degli Esteri russo Alexey Polishchuk all’agenzia di stampa Tass. «L’operazione militare speciale terminerà quando i suoi compiti saranno assolti», ha spiegato, passando poi a elencarli: «Tra questi ci sono la protezione della popolazione pacifica del Donbass, la smilitarizzazione e la denazificazione dell’Ucraina, nonché l’eliminazione delle minacce alla Russia provenienti dal territorio ucraino a causa della sua presa da parte di paesi Nato. Tutti gli obiettivi», ha aggiunto, «saranno raggiunti».

Ore 06.22 – Kadyrov, la Russia completerà oggi la conquista di Mariupol

Le forze russe neutralizzeranno oggi l’ultima resistenza opposta dal Reggimento Azov e dai fanti di marina ucraini presso l’acciaieria Azovstal di Mariupol. Lo ha annunciato il leader ceceno Ramzan Kadyrov, dopo due ultimatum rivolti ai militari ucraini dal ministero della Difesa russo e una controproposta da parte di Kiev di negoziati per l’evacuazione dei combattenti asserragliati nell’acciaieria, dove si troverebbero anche centinaia di civili.

«Prima o dopo l’ora di pranzo (di oggi) l’Azovstal sarà sotto il pieno controllo delle forze della Federazione Russa», ha scritto Kadyrov sul proprio profilo Twitter. La conquista dell’acciaieria segnerebbe la definitiva conquista di Mariupol da parte delle forze russe, che assediano la città sin dall’inizio dell’invasione militare dell’Ucraina, circa otto settimane fa.


Ore 04.05 – Biden annuncia nuove misure

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, annuncerà, oggi, nuovi provvedimenti per l’Ucraina. Tra le ipotesi si parla di un ulteriore stanziamento in assistenza militare. Nel comunicare l’agenda pubblica del presidente di giovedì, la Casa Bianca ha indicato che Biden apparirà davanti alla stampa alle 9.45 (13.45 GMT) per fare un annuncio «su Russia e Ucraina». L’ufficio presidenziale non ha fornito maggiori dettagli, ma poche ore prima la rete televisiva della Cnn ha assicurato che il governo degli Stati Uniti stava preparando un nuovo pacchetto di 800 milioni dollari in aiuti militari. Questo porterebbe a circa 3,4 miliardi di dollari l’assistenza militare che gli Usa hanno fornito all’Ucraina, da quando la Russia ha invaso il Paese, il 24 febbraio scorso. Inoltre, l’annuncio sarebbe arrivato appena una settimana dopo che Biden aveva autorizzato un altro pacchetto del valore di 800 milioni di dollari, che includeva più armi letali di quelle fornite in precedenza, per aiutare a combattere l’offensiva russa nel Donbass. Biden farà le sue dichiarazioni prima di intraprendere un viaggio sulla costa occidentale, a Portland, nell’Oregon, e a Seattle, nello stato di Washington, che si concentrerà sulla sua agenda economica e sulla crisi climatica. L’annuncio arriverà il giorno dopo le nuove sanzioni contro una rete di 40 persone e società, guidata dall’oligarca russo Konstantin Malofeev, che presumibilmente sta aiutando la Russia a schivare le sanzioni occidentali per la guerra in Ucraina.

Ore 03.22 – Maduro, sanzioni a Russia aberranti

Il presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, ha comunicato che il suo Paese è pronto ad affrontare l’impatto che le sanzioni imposte dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea alla Russia potrebbero avere sul resto del Paese mondo, dopo l’invasione dell’Ucraina da parte del paese eurasiatico. «Ci stiamo preparando, siamo preparati, posso dire, ad affrontare l’impatto dell’effetto boomerang sull’economia occidentale e mondiale, a seguito delle aberranti sanzioni contro l’economia russa. Le sanzioni sono aberranti. C’è molta arroganza in Occidente» ha detto Maduro in un discorso trasmesso dal canale statale Venezolana de Televisión. Il presidente ha assicurato che l’effetto delle sanzioni ha colpito anche i Paesi da cui provengono queste misure, come gli Usa o le nazioni europee. Maduro ha, poi, assicurato che la vicepresidente esecutiva, Delcy Rodríguez, ha preparato un piano per evitare l’impatto dell’inflazione e l’«effetto boomerang» in Venezuela, dovuto ai prezzi del grano e del mais, tra gli altri. A tal fine, ha spiegato che il suo governo sta lavorando per garantire che tutto il cibo consumato sia prodotto nel territorio e che si raggiungano i livelli di esportazione. «Il Venezuela deve produrre il 100% di tutto ciò che mangia, dobbiamo fare lo sforzo supremo, il massimo sforzo per produrre tutto».

Ore 02.58 – Trudeau, Canada invierà artiglieria pesante

Il primo ministro canadese, Justin Trudeau, ha confermato che il Canada fornirà all’Ucraina artiglieria pesante, per rispondere all’offensiva russa nell’est del paese. Durante una conferenza stampa, Trudeau ha affermato che la decisione di inviare artiglieria pesante in Ucraina arriva a seguito della richiesta di Zelensky. Tuttavia, il premier non ha fornito dettagli sulla spedizione di quell’equipaggiamento militare, che ha inquadrato «nel contesto di una guerra illegale da parte della Russia». Trudeau ha osservato che il Canada sta rispondendo direttamente alla richiesta principale dell’Ucraina «in questa fase della guerra», in cui la Russia sta tentando di ottenere il controllo di gran parte dell’est del Paese. Il vice primo ministro canadese e ministro delle Finanze, Chrystia Freeland ha twittato mercoledì che Ottawa e Washington stanno lavorando «per garantire che il regime di Putin paghi l’intero costo della sua brutale guerra» e che l’Ucraina sia vittoriosa. La decisione del Canada di inviare artiglieria pesante in Ucraina arriva dopo il colloquio tra Trudeau, il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden e i leader europei.

L’Ukraine a besoin d’un soutien financier immédiat et à long terme face à la guerre horrible menée par Poutine.

C’est ce dont j’ai parlé avec @C_Lindner aujourd’hui, et je l’ai remercié pour le leadership européen essentiel de l’Allemagne dans son soutien à l’Ukraine. #G20 pic.twitter.com/EtkD9zLO3I

— Chrystia Freeland (@cafreeland) April 20, 2022

Ore 01.57 – Governatore: i russi controllano l’80% di Luhansk Oblast

Il governatore della regione ucraina orientale di Luhansk, Serhiy Gaidai, ha affermato che le forze russe controllano l’80% del territorio dell’Oblast. L’area controllata dalla Russia è aumentata in particolare, secondo Gaidai, dopo la cattura il 18 aprile della città di Kreminna. Buona parte della regione è sotto il controllo de facto dell’autoproclamata Repubblica popolare di Lugansk, che ha dichiarato in modo unilaterale l’indipendenza dall’Ucraina il 12 maggio 2014.

Ore 01.45 – Difesa Usa, 20 caccia attivi in più grazie a ricambi

L’aviazione ucraina ha aggiunto circa 20 velivoli operativi grazie all’afflusso di pezzi di ricambio. Lo riporta la Cnn
, citando fonti della Difesa statunitense. Sebbene non sia stato specificato quale paese abbia fornito i ricambi, gli Stati Uniti e altri Paesi hanno lavorato «per ottenere i pezzi necessari alla manutenzione». Attualmente, l’Ucraina ha più aerei rispetto a tre settimane fa. Secondo la Cnn, gli Stati Uniti si sono impegnati a inviare all’Ucraina 16 elicotteri Mi-17, ma l’amministrazione ha rifiutato di essere coinvolta nel trasferimento di Mig-29 da un altro paese. Il presidente Zelensky aveva chiesto ripetutamente ad altri Paesi i caccia Mig-29 Fulcrum dell’era sovietica, che i piloti ucraini sanno già come pilotare. Mercoledì, l’account Twitter ufficiale dell’aeronautica militare ucraina ha confermato le notizie Usa, affermando: «L’Ucraina non ha ricevuto nuovi aerei dai partner! Con l’assistenza del governo degli Usa, @KpsZSU ha ricevuto pezzi di ricambio e componenti per il ripristino e la riparazione della flotta di aeromobili delle forze armate, che consentiranno di mettere in servizio più velivoli».

Ore 01.26 – Zelensky, partner iniziano capire cosa ci serve

«Sono molto lieto di dire, con cauto ottimismo, che i nostri partner hanno iniziato a capire meglio le nostre esigenze. A capire di cosa abbiamo esattamente bisogno. E di quando esattamente ne abbiamo bisogno: non tra settimane o tra un mese, ma immediatamente, in questo momento, mentre la Russia sta cercando di intensificare i suoi attacchi». Così nel suo ultimo videomessaggio il presidente Zelensky, in merito all’invio di armi a Kiev da parte dell’Occidente. «Stiamo facendo più del massimo per garantire la fornitura di armi al nostro esercito — ha proseguito il leader ucraino —. Ogni giorno tutti i nostri diplomatici, tutti i nostri rappresentanti e io personalmente lavoriamo 24 ore su 24, sette giorni su sette e attraverso tutti i canali possibili, ufficiali e non, per accelerare la consegna degli aiuti». Zelensky ha annunciato anche di aver firmato un decreto con cui «203 militari delle forze armate ucraine hanno ricevuto riconoscimenti statali, 49 dei quali postumi».

Ore 00.39 – Iniziato addestramento esercito con obici Usa

L’addestramento del personale ucraino sugli obici statunitensi da 155 mm è iniziato in un Paese europeo al di fuori dell’Ucraina. A confermarlo un alto funzionario della difesa Usa: si tratta di un primo passaggio che consentirà all’esercito di Kiev di utilizzare l’artiglieria statunitense appena fornita per l’escalation dei combattimenti nella regione del Donbass. Il funzionario, che ha parlato in condizione di anonimato, ha precisato che il primo dei 18 obici statunitensi da 155 mm promessi è arrivato mercoledì su voli cargo e che altri sono in arrivo. I sistemi di artiglieria devono essere spostati via terra direttamente in Ucraina; l’addestramento del personale ucraino viene svolto su altri obici da 155 mm che si trovano in Europa.

Ore 23.56 – Biden: ucraini più tosti e orgogliosi di quanto pensassi

«Non so voi, ma sono stato in Ucraina un certo numero di volte. Ho parlato molto con loro, ero profondamente coinvolto. E sapevo che erano tosti e orgogliosi, ma vi posso dire che sono più tosti e più orgogliosi di quanto pensassi»: lo ha detto Joe Biden ai vertici militari ricevuti alla Casa Bianca, esprimendo plauso per l’«eccezionale lavoro» che stanno facendo per «armare ed equipaggiare gli ucraini e difendere la loro nazione». Il presidente Usa ha, anche, sottolineano «quanto siano vitali le nostre alleanze e partnership: i nostri alleati stanno accelerando».

Ore 23.52 – Il premier britannico Johnson: «Trattare con Putin è come negoziare con un coccodrillo»


Trattare con Vladimir Putin è come negoziare con «un coccodrillo che ha la tua gamba nelle sue fauci». Il paragone è del premier britannico Boris Johnson, che, parlando ai giornalisti sul volo che lo porta in India, ha ammesso che le discussioni con la Russia per mettere fine alla guerra sono destinate a fallire.

21 aprile 2022 (modifica il 21 aprile 2022 | 17:17)

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