“Basta armi o reagiremo”: altissima tensione tra Putin e Biden




16 Aprile 2022 – 09:50




Botta e risposta tra Russia e Stati Uniti sull’invio di armi agli ucraini per difendersi in Donbass. Putin non ci sta: “Conseguenze imprevedibili”. La risposta del Pentagono: “Avevamo avvertito la Russia…”














La fornitura di armi sofisticate che gli Stati Uniti stanno inviando all’Ucraina rischia di portare le tensioni tra Mosca e Washington ai livelli massimi. Putin ha intimato Biden di non procedere con gli aiuti altrimenti potrebbero esserci “conseguenze imprevedibili” per la sicurezza globale. Il Pentagono, però, va per la sua strada e “entro 24 ore” il primo carico arriverà “nella regione“, senza ovviamente specificare dove. Come abbiamo visto su InsideOver, il pacchetto di aiuti militari vale 800 milioni di dollari e include, tra l’altro, elicotteri e cannoni obice da 155 mm, che possono cioè colpire obiettivi anche a lunghissima distanza.

Il rischio escalation

Intanto, il segretario di Stato americano, Antony Blinken, fa fosche previsioni sulla durata della guerra per tutto il 2022 e moltiplica i fattori di rischio di uno scontro tra Russia e mondo occidentale. Le tensioni aumentano anche sui rapporti tra l’Unione europea e Mosca, che ha deciso di espellere 18 membri dello staff della rappresentanza Ue in risposta all’analoga “azione ostile” presa da Bruxelles nei confronti di 19 funzionari russi dell’ambasciata presso la Ue. Ma l’Unione ha risposto parlando di “decisione infondata” che farà aggravare “l’isolamento internazionale” della Russia ribadendo l’appello a “mettere fine all’aggressione contro l’Ucraina“.

L’avvertimento di Putin

L’avvertimento di Vladimir Putin sull’invio di nuove armi americane è stato ricevuto da Washington e fa riferimento alla possibile fornitura alle forze ucraine di lanciarazzi multipli, anche se non è ancora certo che gli Usa e la Nato abbiano in programma di inviare questo tipo di arma. Oltre agli americani, il Comitato investigativo russo ha affermato che sono 24 i Paesi che armano Kiev, tra i quali 21 sono membri dell’Alleanza. “Facciamo appello agli Stati Uniti e ai loro alleati perché mettano fine all’irresponsabile militarizzazione dell’Ucraina, che comporta conseguenze imprevedibili per la sicurezza regionale e internazionale“, scrivono i russi in una nota che accusa l’Occidente di non prendere in considerazione il pericolo che armi sofisticate finiscano nelle mani di quelle che Mosca definisce “forze radicali nazionaliste” in Ucraina.

La risposta di Washington

Come detto, Biden va per la sua strada con le nuove forniture a Zelensky, specie adesso che la guerra si combatte in un territorio più favorevole ai russi, il Donbass. “Avevamo avvertito la Russia che se avessero invaso l’Ucraina la risposta sarebbe stata senza precedenti. Come dice Biden, le grandi nazioni non bluffano“, ha affermato il portavoce del Dipartimento di Stato. Il Pentagono non ha reso noto quali armi verranno consegnate per prime ma, oltre a elicotteri e cannoni, indispensabili per cercare di controbilanciare la superiorità dell’artiglieria russa prima dell’offensiva terrestre nell’est dell’Ucraina, ci saranno anche mezzi blindati, centinaia di sistemi anti-carro Javelin e 300 droni suicidi Switchblade.

Il ruolo dei soldati americani

Per essere certi che gli ucraini utilizzino al meglio tutte le armi e la tecnologia inviata dagli Usa. soldati americani dovranno anche addestrare le forze di Zelesnky nell’uso di alcuni dei sistemi più sofisticati, in particolare alcuni tipi di radar. Nonostante il totale sostegno all’Ucraina, Biden ha rinunciato, su suggerimento dei suoi collaboratori, alla missione che avrebbe voluto compiere a Kiev. Un viaggio ritenuto troppo “a rischio”, ha detto la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki. Secondo indiscrezioni, nella capitale ucraina potrebbero però recarsi il capo del Pentagono Lloyd Austin o il segretario di Stato Blinken, che ha condiviso con gli alleati europei la sua profezia sulla probabile durata della guerra nei prossimi mesi. E a gettare benzina sul fuoco contribuisce la messa in guardia della portavoce del ministero degli Esteri russo alla Svezia e alla Finlandia. Se i due Paesi entreranno nella Nato, afferma Maria Zakharova, non vi troveranno “maggiore sicurezza“, ma al contrario “si troveranno automaticamente sulla prima linea dell’Alleanza“.




























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