Attorno agli orologi rubati c’è un gran mercato

A Milano, nella notte tra il 10 e l’11 settembre, sono stati rubati in furti distinti tre orologi: due Rolex e un Audemars Piguet. In via Manzoni l’Audemars Piguet da 40mila euro è stato strappato dal polso a un turista statunitense. Un Rolex Submariner da 15mila euro è stato rubato nella zona della stazione Centrale a un ragazzo che è stato minacciato con una pistola dal rapinatore. In corso Como, alle sei del mattino, un Rolex GMT, anch’esso da 15 mila euro, è stato strappato a un turista inglese.

Il 29 agosto, sempre a a Milano, in via della Spiga, era stato rubato un orologio Patek Philippe modello Aquanaut da 70mila euro a un cittadino turco residente in Italia. Stava camminando quando un uomo gli aveva afferrato il polso e gli aveva strappato l’orologio. Due giorni prima, poco distante, a una turista messicana era stato rubato, nello stesso modo, un Audemars Piguet collezione Royal Oak da 23mila euro. L’11 agosto un turista canadese stava camminando in centro, sempre a Milano, quando due uomini hanno iniziato a scherzare e a scambiare battute, poi lo hanno coinvolto in una specie di balletto. Alla fine il turista si è ritrovato senza il suo Rolex Sea Dweller da 25mila euro.

A Cervia, due settimane fa, un ragazzo ha strappato il Rolex da 35mila euro a un uomo che stava camminando in via delle Paratoie. Il ladro è stato bloccato da alcuni passanti mentre stava scappando: gli hanno legato mani e piedi con i lacci delle scarpe e poi hanno chiamato la polizia. Il ragazzo ha poi ammesso di essere arrivato sulla riviera romagnola poco prima proprio per rubare orologi.

All’inizio di luglio, a Napoli, all’attore francese Daniel Auteuil era stato rubato un Patek Philippe da 40mila euro. Era in taxi, con il gomito appoggiato al finestrino, due persone in scooter si sono avvicinate e gli hanno strappato l’orologio. Il 2 luglio a Milano, a un turista kazako di 59 anni era stato rubato un orologio Richard Mille del valore di 700mila euro. Un modello ancora più prezioso era stato rubato al pilota della Ferrari Charles Leclerc ad aprile, mentre si trovava a Viareggio. Tre tifosi gli avevano chiesto l’autografo e poi gli avevano strappato l’orologio. Era un modello personalizzato con la scritta “Leclerc” del valore di due milioni di euro. L’orologio è stato poi ritrovato a Napoli. I ladri, che erano in trasferta a Viareggio, l’avevano affidato a un ricettatore dei Quartieri spagnoli che ha però faticato a venderlo proprio a causa della scritta Leclerc. Alla fine l’orologio era stato ceduto per 200mila euro, un decimo del valore iniziale, a un imprenditore spagnolo. I tre rapinatori sono stati arrestati: erano già stati segnalati per furti di orologi compiuti in varie città italiane.

Sono moltissimi i furti di orologi, preziosi o comunque molto richiesti, che avvengono in Italia. È un’attività criminale relativamente a basso rischio e che può fruttare anche molto. Spesso non si tratta di piccoli ladruncoli, come si è portati a pensare. Ci sono bande di specialisti che si muovono sia in Italia sia all’estero. D’estate si spostano nelle città con maggiore presenza di turisti. Bande di specialisti in trasferta dall’Italia sono state segnalate sull’isola greca di Mykonos e su quella spagnola di Ibiza, a Cannes, in Francia, o a Montecarlo. 

In Spagna diverse inchieste giudiziarie hanno scoperto che le bande più attive di relojeros, da reloj, orologio in spagnolo, provenivano da Napoli. Sono bande che, secondo le indagini, si spostano di città in città fermandosi un paio di giorni per poi tornare alla base, in Italia. Gli orologi vengono poi affidati ai ricettatori che li offrono sul mercato nero.

La tecnica più usata è quella degli “strappatori”. I ladri agiscono in scooter o a piedi, presidiando le zone intorno agli alberghi più costosi, nei pressi dei negozi di lusso oppure a tarda notte vicino ai locali più di moda. Possono agire in coppia, a bordo di scooter, affiancando persone che guidano l’auto tenendo il gomito appoggiato al finestrino, oppure a piedi, in due o tre: la persona presa di mira viene distratta da uno dei componenti della banda, magari anche con una spinta, mentre un altro gli strappa l’orologio dal polso. Ha spiegato a Repubblica Marco Calì, dirigente della squadra mobile di Milano: «Questione di un attimo, fanno pressione sui gancetti e con la tecnica dello strappo portano via orologi da decine ma anche centinaia di migliaia di euro che hanno già adocchiato e verificato siano nella lista di quelli che si piazzano facilmente sul mercato nero».

Altro metodo è quello della segnalazione della gomma bucata. La vittima in auto viene affiancata dai ladri in scooter che gli segnalano la foratura di una gomma. Appena il guidatore scende dall’auto per controllare, lo scooter si avvicina e l’orologio viene strappato. 

Molto utilizzata, soprattutto negli ultimi anni, è la tecnica del selfie. Una persona famosa viene avvicinata da un gruppo che chiede di fare una fotografia: si tratta di un pretesto per strappare l’orologio. Ma c’è anche qualcuno che improvvisa scenette divertenti con balletti, alla fine dei quali la vittima viene abbracciata: in quel momento un complice strappa l’orologio.

Alle bande di specialisti napoletani si sono aggiunte da tempo quelle composte da franco-algerini e centrafricani. Dice ancora Marco Calì: «Basta un’occhiata sul polso al tavolino di un bar o appoggiato al finestrino dell’auto e in mezz’ora si entra nel mirino della banda: un piccolo pedinamento e il gioco è fatto».

Gli orologi che hanno maggior mercato sono i Rolex. C’è una grandissima domanda: per comprare alcuni modelli in negozio, come il Cosmograph Daytona o il Submariner, bisogna aspettare diversi mesi. Così alcuni acquirenti si rivolgono al mercato nero. Ma ci sono anche orologi, molto richiesti e preziosi, per cui bisogna aspettare oltre un anno dal momento dell’ordine, o che vengono venduti solo a chi può dimostrare di possederne già determinati altri.

Nel passaggio dal ladro al ricettatore gli orologi perdono fino al 70-80% del loro valore. Questo significa che, per esempio, un orologio da 10mila euro viene ceduto dal ladro al ricettatore a 2-3mila euro. Questo, a sua volta, lo rivende però a 4-5mila euro, metà o poco meno del valore iniziale. 

Tra i gli orologi più ricercati sul mercato nero e quindi più oggetto di furti c’è, appunto, il Rolex Cosmograph Daytona. Ne esistono 38 modelli con prezzi di listino anche distanti tra loro. Il più economico in acciaio costa 11.500 euro, ma ci sono esemplari come il Daytona Madreperla, il Rosa o l’Oro Bianco che costano circa 40mila euro. Altri Rolex molto richiesti sono l’Explorer, il cui prezzo di listino va da 6.800 a 10.700 euro, e il Submariner che costa può costare dagli 7.500 ai 35mila euro. I modelli d’epoca poi possono valere notevolmente di più di quanto indicato sul listino.

Tra gli orologi più ricercati e rubati ci sono i Patek Philippe Nautilus (circa 25mila euro), gli Omega Speedmaster (da 6mila euro circa) e l’Audemars Piguet Royal Oak (25mila circa il prezzo di un modello nuovo). Tutti questi modelli, se vintage o prodotti in particolari anni, possono valere sul mercato nero anche molto di più. 

Ci sono poi orologi che se individuati al polso di una potenziale vittima, consentono al ladro di ottenere cifre davvero notevoli. Tra questi i Richard Mille, marchio svizzero, il cui modello più economico costa 50mila euro. Permettono grandi guadagni anche Audemars Piguet, Patek Philippe, IWC, Vacheron Constantin, Hublot, Jaeger-LeCoultre, Piaget, Tudor, Franck Muller. Ci sono orologi, come il Franck Muller Aeternitas Mega 4, che costano fino a 2 milioni di euro.

A spiegare cosa succede una volta che un orologio è stato rubato sono stati alcuni camorristi divenuti collaboratori di giustizia: l’orologio viene fotografato e l’immagine è poi inviata ai non molti ricettatori specializzati. Se è interessato, il ricettatore chiede di controllare di persona l’orologio e poi, se lo giudica autentico (ma è improbabile che un ladro si sbagli e rubi un falso), lo compra direttamente. Quindi segnala l’orologio rubato agli intermediari che cercano gli acquirenti finali ai margini di saloni specializzati svizzeri o a Monaco di Baviera, dove ogni anno si tiene la più grande fiera internazionale degli orologi di lusso. Orologi rubati in Italia finiscono spesso in Asia. I cinesi sono considerati i maggiori e migliori acquirenti, perché si interessano meno alla provenienza o alla garanzia. Un luogo dove si incrociano venditori, intermediari e compratori finali è Dubai. Il camorrista Luca Esposito, arrestato mentre cercava di raggiungere Dubai con documenti falsi, parlò così ai magistrati della sua attività:

«Io mi reputo il dealer più forte in Europa. Io i soldi li faccio sempre girare acquistando orologi, io sono bravo mediaticamente e non ho aperto un negozio proprio per non avere fastidi. Nel mio telefono troverete contatti con sultani. Ho sempre gestito online i miei affari. L’ultimo calciatore tramite cui ho acquistato orologi è (…). Ho pagato tramite una mia card su conto estero lituano per complessivi 36.400 euro. Poi ho dato 500 euro a (…), più altri 2.000 a un intermediario. L’orologio è stato venduto a un cliente tedesco. I calciatori acquistano gli orologi a prezzo di listino. I calciatori sfruttano questa possibilità, ma anche altre persone dello spettacolo. Ho fatto da tramite per un Patek Philippe Tiffany, che poi è andato all’asta per 4,5 milioni di euro».

Non è il primo arrestato ad aver raccontato che alcuni calciatori sono spesso ottimi acquirenti e che, appunto, acquistano a prezzi di listino senza badare troppo alla provenienza dell’orologio. Tra il 2008 e il 2012 i calciatori del Napoli subirono otto scippi di orologi (due volte Marek Hamsik). Uno dei ladri, arrestato, raccontò ai magistrati che a commissionare i furti erano i leader della tifoseria ultras del Napoli, in particolare il gruppo dei Mastiff, per punire i calciatori per alcune loro dichiarazioni contro la violenza negli stadi. A volte, quando i calciatori facevano dichiarazioni più concilianti nei confronti della tifoseria organizzata, gli orologi venivano restituiti.

Non è raro che la polizia, con l’arresto di ricettatori, intermediari o bande di ladri, riesca a recuperare orologi rubati. Quando non è possibile risalire subito ai proprietari, gli orologi vengono inseriti in una bacheca dove chi ha subito furti può riconoscere ciò che gli è stato rubato. Naturalmente dovrà poi dimostrare che si tratta veramente del suo orologio. Una bacheca analoga è presente sul sito dell’Arma dei Carabinieri.

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