Alla scoperta dell’Umbria del gusto vista con gli occhi del cinema
Le pellicole che hanno avuto l’Umbria come set naturale raccontate dalla viva voce degli attori e dei registi. Aneddoti, riflessioni e consigli che diventano occasioni di scoperta di luoghi come Assisi e Bevagna, Todi e Orvieto, Gubbio e Spoleto, con tutto il bello e tutto il buono che questi territori hanno da offrire. Ecco riassunta la mission di “Umbria del cinema – Storie, luoghi e star”, nuovo volume delle Guide di Repubblica, dirette da Giuseppe Cerasa.
Nella Guida, realizzata in collaborazione con la Regione Umbria, si leggono decine di illustri testimonianze, a partire da quella di Paolo Genovese, regista e presidente della Umbria Film Commission. Legami di famiglia a Spina, frazione di Marsciano, Genovese ha girato a Todi “Una famiglia perfetta”: “Era estate – racconta – ma per la magia del cinema il clima era quello di Natale, perché il film era ambientato durante le festività. E dunque l’albero, le luci, gli addobbi, tutto a tema natalizio, per lo stupore dei turisti, soprattutto quelli stranieri, che arrivavano in piazza e di colpo di ritrovavano a dicembre! Magari qualcuno avrà pensato che fosse una usanza del posto quella di festeggiare Natale fuori stagione”.
Legatissimo a Todi è anche Pupi Avati: “Tutto l’amore per la città tuderte nasce da nostra madre, che viveva a Roma da tanti anni, era di cultura contadina e per lei un elemento non trascurabile era la nostalgia per la campagna bolognese dove era nata. E così ha scelto una regione non tanto distante e con una piccola cifra, che gli veniva da un’eredità del padre, lei e mio fratello trovarono un casaletto da restaurare a Ponte Rio, cinque chilometri da Todi, vicino al Tevere”. A Todi si incontrano cucine come quella dell’Enoteca Oberdan, del John’s Restaurant, di Osteria Novecento e della Cantina del Mercataccio, mentre poco fuori dal centro ecco lo chef Oliver Glowig tra i fornelli di Locanda Petreja, in Borgo Petroro, la cucina all’interno di Roccafiore, quella del Relais Todini e quella del Romantik Hotel.
Salto ideale per arrivare al capoluogo, Perugia. Molte delle voci ospitate in Guida hanno incontrato la città nel loro percorso professionale, a partire da Luca Argentero, protagonista di “Lezioni di Cioccolato”, girato in luoghi come la Scuola del cioccolato Perugina, dove sono ambientate due delle pellicole incentrate sul cibo degli dèi. Una location particolare, immersi tra i profumi del cacao e nella storia di un’azienda simbolo del territorio da più di un secolo: “Ho molto amato il personaggio che ho interpretato, Mattia” afferma Argentero. “L’ho considerato un po’ il mio alter ego, anche se con qualche stranezza, di base però è un personaggio che scopre quanto sia bello fare qualcosa nel modo giusto, una scoperta che ho fatto anch’io quando ho iniziato a recitare”. Dici Perugina e pensi a Luisa Spagnoli; nella fiction a lei dedicata, a interpretarla è Luisa Ranieri: “È la storia di un impero costruito grazie alla caparbietà di una geniale visionaria che ho avuto l’onore d’interpretare – spiega la Ranieri -, una donna che un secolo fa credeva nell’uguaglianza e nella parità di genere. Abbiamo girato per le vie di Perugia che in quelle lunghe settimane è tornata indietro nel tempo, tra costumi novecenteschi, carrozze trainate da cavalli e una piccola bottega di confetti tra i suoi vicoli più caratteristici”. Tanta Perugia anche nei racconti del regista Riccardo Milani, in Umbria anche con il film attualmente in lavorazione, “Un trionfo”. In città da non perdere la cucina, fresca di stella, de L’Acciuga, ma anche quella de Il Vizio, L’officina, Mercato Vianova, Osteria del Posto e Civico 25.
Tappa ad Assisi, città la cui filmografia è legata ai lavori di Liliana Cavani. La regista ha girato nel 1966 “Francesco d’Assisi” con Lou Castel, poi “Francesco” con Mickey Rouke nel 1989. Nel 2014 su Rai 1 va in onda la sua terza opera sul Santo. “L’Umbria è una vera grazia di Dio tuttora” afferma la regista. L’offerta per gli amanti della cucina d’autore nella città del Poverello è nutrita, dal Benedikto all’interno del Nun Relais a Borgo Antichi Orti, dalla Locanda del Cardinale al Frantoio del Fontebella Palace Hotel. Ad Assisi si dice affezionato anche Giancarlo Giannini: “È stato proprio lì che Lina Wertmüller e io decidemmo di fare pace, riconciliandoci dopo 14 anni di silenzi. Nel novembre del 1993 – racconta – ci incontrammo e ci abbracciammo nel corso di una rassegna che Assisi dedicava a Lina”. Ancora Assisi nelle parole di Elena Sofia Ricci, legata alla città e al ruolo di Suor Angela in “Che dio ci aiuti”: “Una città che toglie il fiato. Nonostante l’avessi visitata più e più volte, starci per lavoro è appunto diverso. Ci sono degli orari in cui in inverno per la nebbia la basilica di San Francesco scompare, un’impresa che appare davvero sovrannaturale. Una magia incredibile in una terra carica di spiritualità, e questo colpisce nel profondo indipendentemente dall’essere credente o meno”. La Ricci alla regione è legata anche per motivi familiari e la frequenta dagli anni dell’infanzia, oltre ad aver lavorato già negli anni Ottanta su un set umbro, quello diretto da Carlo Verdone per “Io e mia sorella”, a Spoleto.
Nella città del Festival dei Due Mondi spiccano le insegne dello storico Tric Trac e dell’elegante Apollinaire. Poco fuori ecco la cucina tipica de Il Capanno. All’ombra della Rocca Albornoziana prende forma anche una delle serie Tv più amate del Paese: Don Matteo. Non potevano mancare dunque in Guida le voci dei carabinieri ad honorem Flavio Insinna e Nino Frassica, i quali riportano anche alle origini della serie, quelle che vedono come protagonista le ambientazioni di Gubbio. Il viaggio prosegue così con un altro grande protagonista, Diego Abatantuono, che nella Città dei Ceri ha recitato in “Turné” di Gabriele Salvatores, nel 1990: “Ricordo varie scene, ad esempio quando Fabrizio Bentivoglio, protagonista assieme a me del film, si allena in via della Repubblica, in centro, e poi sul corso del torrente Carmignano fino ad arrivare in piazza Grande, dove lo accolgo a braccia aperte. Poco distante – racconta Abatantuono – c’è il Palazzo del Podestà, gemello di Palazzo dei Consoli, con una sala superiore utilizzata come prigione fino all’Ottocento, prima di cambiare funzione in epoca più recente”. Per assaporare Gubbio, l’eleganza del Park Hotel ai Cappuccini incornicia la cucina di Ivano Monni, chef del ristorante Nicolao. A due passi dal palazzo dei Consoli da provare anche i piatti del Castello di Petroia-Sala Accomanducci e della Taverna del Lupo, così come l’offerta olistica dell’agriturismo Tenuta di Fassia.
Proseguendo sempre più a nord nella regione, ecco Città di Castello, che ha dato i natali a Monica Bellucci: “Viaggio tantissimo – spiega – ma lì c’è gran parte della mia famiglia e le mie amiche più care, rapporti risalenti a quando frequentavo il liceo classico. Città di Castello è sempre nel mio cuore e ci torno ogni volta che posso. L’Umbria è terra di santi e di artisti, un posto da visitare, da scoprire e da amare, impossibile non innamorarsene”, aggiunge la Bellucci che ha interpretato la strega buona Dolores in “La befana vien di notte 2 – Le origini”, un sequel/prequel dell’omonima commedia record d’incassi del 2018. “I luoghi magici e incantevoli che fanno da sfondo alle vicende del fantasy tutto italiano sono borghi di rara bellezza e siti naturali ideali per ambientare una favola misteriosa come quella”. Restando a Città di Castello, nella frazione di Bivio Canoscio vive Valeria Ciangottini, attrice che debuttò giovanissima come Paola ne “La Dolce Vita” di Federico Fellini del 1960: “Ricordo con grande piacere la positiva esperienza della scuola di teatro che avevamo creato a Città di Castello. Era gratuita e aveva portato, nella nostra sala con il piccolo teatro, professionisti di livello mondiale a tenere lezioni di approfondimento per i partecipanti. Dieci anni di grandi soddisfazioni, tra il 1990 e il 2000. Tra i nostri studenti, in diversi hanno poi continuato, e intrapreso una carriera. Una per tutti? Valentina Lodovini”. L’attrice, nata nella vicina Umbertide, conferma: “Quello è il primo palcoscenico sul quale ho messo piede. Per raggiungere questa scuola doveva percorrere una manciata di chilometri fino al Teatro degli Illuminati”. L’associazione culturale “Ottobre” accompagna i primi passi da attrice della Lodovini e l’amore per le sue terre non passerà mai, visto che torna spesso a Città di Castello con i suoi spettacoli, come nel 2015 in occasione delle celebrazioni per i cento anni della nascita di Alberto Burri.
In questa regione è ambientata anche una delle scene più famose de “La vita è bella” (presente anche nella copertina della Guida): il lager nazista fu ricostruito negli studios di Papigno, a metà strada tra Terni e la Cascata delle Marmore. Proprio a Terni val la pena sostare per incontrare la cucina di Origine, ristorante che porta la firma della famiglia Serva, già pluripremiata con la Trota di Rivodutri, nel Lazio. Tra gli indirizzi da appuntare anche Nascostoposto, Convivio e Crunch, mentre per la spesa è da provare Galli 1950. Tornando a “La Vita è Bella” resterà per sempre indimenticabile il piccolo Giosuè, interpretato dall’attore Orvietano Giorgio Cantarini: “Amo moltissimo Orvieto, è parte di me. Mi sento cittadino del mondo, ma nella città della Rupe sono a casa. E mi sorprende ogni volta. È strano, ma quando la raggiungo una sorta di rito conduce i miei passi al duomo. Mi siedo, faccio foto. Devo andarci, non posso farne a meno. Quella bellezza mi dà grande energia”. Dopo una visita al Pozzo di San Patrizio e alla Torre del Moro, si possono provare le specialità di ristoranti come Sette Consoli, il Duca di Orvieto, così come la verace offerta della Trattoria della Palomba o quella gourmet di Invinum, all’interno dell’Altarocca Wine Resort.
Non molto distante da Orvieto è l’area del Monte Peglia e Selva di Meana, riconosciuta dall’Unesco come Riserva della Biosfera. Qui il regista e sceneggiatore Stefano Rulli ha girato il docufilm “Un silenzio particolare”, che nasce con l’intento di descrivere La Città del Sole: un casale sul Monte Peglia dove ragazzi con malattie psichiche possono trascorrere insieme le vacanze, fondato dal regista e dalla moglie, la scrittrice Clara Sereni. E se a Città della Pieve incontriamo Michela Cescon, ormai divenuta cittadina di questo angolo di regione, in Valnerina sono ambientati i documentari di Andrea Sbarretti. La regione è set, infine, anche dei lavori di Francesco Cordio: “L’Umbria l’ho conosciuta e frequentata fin da bambino. Mio padre, Nino, acquistò un casale immerso nella campagna tra Todi e Orvieto nel 1972. Quando abbiamo deciso di girare ‘Lo Stato della Follia’, uscito nel 2013, avendo bisogno di un teatro dove far raccontare al protagonista la sua storia dura e dolorosa, ho pensato subito al Comunale di Todi. Lì dentro, con la platea e i palchi vuoti, l’attore Luigi Rigoni ha raccontato, come mai aveva fatto prima, quello che aveva vissuto dentro l’ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa”. Cordio tiene le redini anche del festival Diritti a Baschi – Human Rights International Film Festival. Nella stessa Baschi impossibile perdersi l’esperienza di Casa Vissani, guidata da chef Gianfranco e da suo figlio Luca, e quella di Trippini, a Civitella del Lago, con lo chef Paolo impegnato a rendere sempre più attuale la storia del ristorante di famiglia.
La Guida di Repubblica “Umbria del cinema – Storie, luoghi e star” sarà disponibile in edicola (12 euro il prezzo del quotidiano) e online sul nostro sito www.ilmioabbonamento.it dal 5 agosto, e presto anche in libreria, su Amazon e Ibs.