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Alicia von Rittberg, la regina ragazzina di ‘Becoming Elizabeth’: “L’ultima Tudor sola tra gli uomini”

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Prima di diventare Elisabetta I, sesta e ultima monarca della dinastia Tudor. Prima di conquistarsi i soprannomi di Regina vergine, Gloriosa o la buona Regina Bess e prima dominare un complesso regno diviso da conflitti politici e religiosi. Prima di dare il nome a un’epoca di straordinaria fioritura culturale, l’età elisabettiana, e prima di trasformarsi con quel trucco spesso e probabilmente velenoso nell’icona dal volto bianco che la storia ha tramandato. Prima di tutto questo Elizabeth era una ragazza. Certo non proprio una ragazza come le altre: unica figlia del re Enrico VIII e di Anna Bolena, cresciuta in esilio finché l’ultima moglie del re, Caterina Parr non convinse Enrico a reintrodurre sia lei che la sorellastra Maria nella linea di successione dopo il principe Edoardo. Becoming Elizabeth, la serie della showrunner Anya Reiss su Starzplay (un nuovo episodio ogni domenica) si concentra sulla storia mai raccontata di Elisabetta I, quel momento delicato, rischioso e imprevedibile in cui la morte del padre e l’incoronazione del fratello di soli nove anni la rendono improvvisamente una pedina in un gioco pericolosissimo.

‘Becoming Elizabeth’, l’adolescenza di Elisabetta Tudor nella serie a giugno su Starzplay

A interpretare Elisabetta è Alicia von Rittberg, 28 anni di Monaco di Baviera, una carriera giocata tra piccolo (è stata Romy Schneider in un film tv tedesco) e grande schermo (era la giovane Emma in Fury con Brad Pitt) qui in una prova impegnativa. Le parliamo via Zoom.

Cosa sapeva di Elizabeth e cosa ha scoperto?


“Non sono inglese, tutto quello che sapevo erano i miei pochi ricordi scolastici: il soprannome di “regina vergine” e che fosse stata una delle più grandi donne leader della storia dell’umanità. Quello che mi ha sorpresa e fatto innamorare del progetto è stato vederla come persona reale, una ragazza. Perché a quattordici anni Elizabeth non era regina era soltanto un’adolescente, ho fatto di tutto per non farne un ritratto pubblico, politico, storico ma mostrarla il più possibile come un essere umano”.

Perché crede che la sua vita, il suo regno siano rilevanti oggi?


“Tutto ciò che è politica e in particolare una giovane donna che arriva sul trono penso che sia rilevante oggi come 400 anni fa. Mostrare la sua battaglia in un mondo dominato dai maschi è importante. Quando si raccontano delle figure pubbliche non si deve dimenticare che sono persone come noi, quello che è interessante è capire come sono diventati i personaggi che poi noi abbiamo conosciuto attraverso la televisione, i libri”.

Come è andato il suo provino?


“Malissimo. Quando ho avuto l’opportunità di fare l’audizione ero sicurissima al 100% che non ci fosse neppure una chance per me dal momento che sono tedesca. Anche solo provare a interpretare questa icona del mondo britannico mi sembrava uno scherzo. Nella prima fase ho inviato un video con una sequenza e mi hanno invitato per la seconda fase… a quel punto credo veramente di aver fatto il peggiore provino dal vivo di sempre. Seriamente… non ricordavo una battuta, ho fatto un casino assurdo. Ciò nonostante mi hanno invitato per un test screening con gli abiti e lì ho incontrato Tom Cullen che era già stato scelto per interpretare Thomas Seymour. Sono stati tutti così gentili, mi sono sentita a mio agio e non ho dimenticato niente, per fortuna”.

Con Tom Cullen che interpreta Tom Seymour

Con Tom Cullen che interpreta Tom Seymour 

Come si è preparata?


“Ho avuto la parte proprio all’inizio del primo lockdown e in qualche modo per me è stata una fortuna perché ho avuto molto tempo per prepararmi. Ho lavorato tantissimo sul mio inglese, per circa sei mesi ho studiato l’accento e come se avessi fatto una scuola di arte drammatica: ho letto tantissimo… storia, letteratura e poesia. Ho letto tutte le sue lettere, una fonte importantissima per me perché era come sentire la sua voce, ho imparato a scrivere come lei, a suonare il virginale… quello insieme alla sceneggiatura è stata la preparazione migliore che potessi avere. Ho fatto per sei mesi esattamente quello che faceva lei, che studiava tutto il tempo e in qualche modo sono diventata Elizabeth”.

Nella serie ci sono diverse scene di sesso. Qual era il valore, il significato anche a livello di moneta di scambio in quell’ambiente, in quell’epoca?

“È una questione piuttosto delicata. Credo che siamo stati il più possibile vicini ai fatti o almeno a tutto quello che sappiamo di lei, abbiamo scelto di raccontare attraverso il suo sguardo quindi il pubblico vede la storia dal suo punto di vista. E poi dobbiamo ricordarci che si tratta di una quattordicenne… quindi per lei tutto è una scoperta e in qualche modo anche gli spettatori scoprono questo mondo con lei. L’adescamento, il plagio che lei ha vissuto non è certo romantico, ma è tutto quello che conosce. E noi come spettatori è come se fossimo risvegliati e ci chiedessimo: ‘Cosa abbiamo appena visto?’ Sono sequenze che portano a domande su cosa è giusto e sbagliato. È un argomento molto difficile perché Elizabeth era giovanissima e noi abbiamo fatto di tutto per affrontare il tema in modo delicato”.

Cate Blanchett in Elizabeth: The Golden Age

Cate Blanchett in Elizabeth: The Golden Age 

Al cinema altre attrici hanno incarnato Elizabeth in età matura: Helen Mirren, Kate Blanchett, Judi Dench. Ha preso ispirazione da loro?


“Ho visto tutte le loro performance naturalmente ed è qualcosa che può essere francamente intimidente perché è straordinario il lavoro che hanno fatto e ho amato le loro interpretazioni. Però fare un paragone o cercare di emularle sarebbe stato sbagliato perché non avrei potuto che perdere in questa gara. Helen Mirren ha detto una cosa molto intelligente in cui mi sono riconosciuta: ogni pittore ha fatto il suo ritratto di Elisabetta I mostrando la loro visione di quella persona e anche io come attrice ho fatto lo stesso. Quello che posso fare è mostra il mio ritratto di Elisabetta”.

Helen Mirren nella miniserie Elizabeth I

Helen Mirren nella miniserie Elizabeth I 

Studiava economia prima di diventare attrice. Come è nato il colpo di fulmine per la recitazione?


“Mi sono innamorata della recitazione a undici anni e la grande fortuna è stata che ho potuto continuare a studiare e recitare e poi a diciott’anni ho cominciato a chiedermi cosa volevo fare per il resto della mia vita. Mi piace recitare ma mi piaceva anche Marx e lo studio analitico così ho dato la mia laurea breve in materie economiche e nel frattempo recitavo. Ho studiato e scritto la mia tesi sul set, nei camper, in stanze di albergo. È stato un periodo un po’ folle ma sono veramente grata perché mi ha permesso di tenere un po’ di distanza dalla competizione e mi ha fatto solo godere l’aspetto bello di questa avventura. Rifarei tutto di nuovo uguale”.

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