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Alessandro Orsini, la Luiss chiude l’Osservatorio del professore: “L’Eni ha deciso di interrompere la collaborazione”

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L’Università Luiss chiude il sito del professor Alessandro Orsini. La decisione, spiegano i vertici dell’Ateneo in una nota, è dovuta al mancato rinnovo della collaborazione da parte di Eni che sosteneva il progetto dell’Osservatorio sulla Sicurezza Internazionale. “L’accordo di collaborazione con Eni per la realizzazione dell’Osservatorio sulla Sicurezza Internazionale, affidato dall’ateneo al professor Alessandro Orsini, è giunto a scadenza da circa due mesi e non sarà rinnovato. Per questa ragione – si legge – i canali di comunicazione dell’Osservatorio, incluso il sito internet Sicurezza Internazionale, da oggi non sono più attivi”, anche se il professore dovrebbe mantenere, a quanto risulta, la sua cattedra di professore associato alla Luiss.

Non è la prima volta, però, che emerge lo scontro tra Orsini, considerato dai suoi detrattori un sostenitore di Putin, e l’Ateneo per il quale lavora. A marzo erano stati proprio i vertici della “Guido Carli” a prendere le distanze dal docente in duro comunicato in cui lo si accusava di aver leso “la reputazione” dell’ateneo con le sue ospitate televisive. La comunicazione dell’ateneo arriva, peraltro, in coda alla decisione del Teatro Goldoni di non concedere la sala al professore per portare in scena il suo monologo, e al termine di una nuova giornata di polemiche dopo la partecipazione di Orsini ad Accordi & Disaccordi, sul Nove. Pietra dello scandalo il passaggio in cui, per spiegare perché l’ingresso di nuovi Paesi nella Nato rappresenterebbe a suo avviso un pericolo, il professore ha usato un paragone con la seconda guerra mondiale, affermando che Hitler non voleva certo scatenarla, ma che fu colpa degli accordi tipo “articolo 5” del patto della Nato.

Durante il programma sul Nove, Orsini aveva affrontato il tema dell’allargamento della Nato ad altri Paesi, facendo però una premessa: “Prima devo chiarire come sia scoppiata la Seconda guerra mondiale. Quando Hitler invase la Polonia non voleva la Seconda Guerra Mondiale. Non è scoppiata perché Hitler a un certo punto ha deciso deliberatamente di attaccare l’Inghilterra, la Francia, la Polonia e la Russia. Hitler non aveva nessuna intenzione di far scoppiare la guerra mondiale. È successo che i Paesi europei hanno creato delle alleanze militari, ognuno delle quali conteneva un articolo 5 della Nato, cioè un articolo che prevedeva, nel caso di attacco da parte di un Paese straniero, che tutti i membri della coalizione sarebbero entrati in guerra. Quello che successe è che il primo settembre del 1939 la Germania invase la Polonia, l’Inghilterra e la Francia si erano alleati con la Polonia, e si creò un effetto domino a cui Hitler non aveva interesse e che Hitler non si aspettava nemmeno che scattasse”.

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Peter Gomez

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