Aborto, dilaga la protesta negli Stati Uniti. Biden: “Sentenza devastante e dolorosa”
Una decisione “devastante”, “terribile”, “scioccante”, e che “danneggerà le donne più povere“. Il presidente americano Joe Biden continua ad attaccare la Corte Suprema sull’aborto mentre firma la prima significativa stretta sulle armi e vola in Europa per i vertici di G7 e Nato, lasciando un’America attraversata dalle proteste e spaccata tra gli Stati che hanno già imposto il divieto all’interruzione di gravidanza e quelli che si candidano a diventare un porto sicuro per le donne.
Intanto centinaia di persone si sono radunate davanti alla Corte Suprema per il secondo giorno consecutivo per protestare, mentre proseguono le manifestazioni dal New Jersey alla California. La polizia di New York ha arrestato almeno 25 manifestanti pro-aborto ieri sera, principalmente per aver bloccato il traffico, durante le proteste a cui hanno partecipato almeno 17.000 persone.
Dieci persone tra i 18 e i 29 anni sono invece state arrestate ieri sera a Eugene, nell’Oregon. nove persone sono state accusate di cattiva condotta e una anche di resistenza a pubblico ufficiale.
Abolito il diritto all’aborto, Biden: ‘Giorno triste per l’America’
“La decisione presa dalla Corte Suprema è devastante e dolorosa”, ha insistito il presidente Biden dalla Roosevelt Room della Casa Bianca con la First Lady Jill al suo fianco. L’occasione è la firma di un provvedimento atteso e importante ma la delusione per l’annullamento del diritto all’aborto brucia ancora per ignorare l’argomento. Oltre la rabbia, “una decisione terribile e scioccante” ha ribadito, Biden ha voluto assicurare che la sua amministrazione compirà passi concreti per tutelare i diritti riproduttivi delle donne. Innanzitutto garantendo l’accesso alle pillole abortive, quindi proteggendo il diritto a spostarsi da uno Stato all’altro per sottoporsi all’interruzione di gravidanza. Questa sarà una delle questioni più calde delle prossime settimane con il rischio per milioni di donne americane di trovarsi abbandonate nei “deserti dell’aborto” o costrette a percorrere centinaia di migliaia di chilometri per riuscire a sottoporsi ad un intervento.
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Sonia Sotomayor, Elena Kagan e Stephen Breyer. Poi ci sono i giudici conservatori che hanno votato a favore dell’abolizione del diritto all’aborto (ANSA)
A poche ore dalla sentenza della Corte sono già undici gli Stati che hanno imposto o ufficializzato il divieto totale: Kentucky, Louisiana, South Dakota, Arkansas, Missouri, Oklahoma, Alabama, North Dakota, Utah e Wisconsin. Nelle prossime settimane potrebbe essere la volta di altri 12 Stati, tra i quali il Texas, che si muoveranno verso un divieto totale o ulteriori limitazioni come ha subito annunciato il governatore della Florida, il repubblicano iperconservatore Ron DeSantis, che intende abbassare il limite consentito da 24 a 15 settimane anche in caso di stupro o incesto. In tutto sono oltre 26 milioni le donne in età riproduttiva che vivono in queste zone e che potrebbero essere costrette a un esodo amaro e pericoloso.
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Sette Stati Usa hanno bandito l’aborto subito dopo la sentenza della Corte Suprema che lo ha abolito a livello federale, altri sette lo faranno nei prossimi 30 giorni. (ANSA)
“Queste decisioni dipendono dagli Stati adesso. Ma la mia amministrazione controllerà su come vengono prese e se vengano violate altre leggi impedendo, ad esempio, l’accesso ai servizi sanitari in altri Stati”, ha promesso Biden annunciando di aver dato mandato al segretario alla Salute di garantire l’accesso delle donne alla pillola abortiva ed altri farmaci per “l’assistenza riproduttiva” in linea con la Fda. Il presidente sa di avere poteri limitati e per questo ha continuato a chiedere agli americani di usare la loro voce alle elezioni di midterm e mandare al Congresso il maggior numero di democratici così da approvare una legge federale che garantisca il diritto all’aborto a livello nazionale. Il problema è che la sentenza della Corte Suprema rende possibile anche un bando a livello nazionale. Per questo il voto di novembre sarà un passaggio cruciale.
Nel frattempo agli Stati repubblicani che chiudono le cliniche abortiste rispondono quelli democratici, California e New York in testa, candidandosi a diventare le zone franche dell’aborto, mentre molte aziende assicurano alle dipendenti che pagheranno le eventuali spese di viaggio. Con questa ombra, e tra l’incredulità dei leader mondiali che hanno criticato la decisione della Corte suprema americana, il presidente arriva in Germania per partecipare al vertice del G7 per poi spostarsi a Madrid per il summit della Nato. Sul fronte delle armi negli Usa almeno Biden ha incassato un successo, con l’approvazione da parte del Congresso della prima stretta significativa degli ultimi 30 anni. “Oggi per la prima volta Washington facendo qualcosa di concreto, c’è ancora molto lavoro da fare e non mollerò, ma questa è una giornata storica”, ha dichiarato il presidente firmando il provvedimento e ringraziando le famiglie delle vittime delle stragi, da Sandy Hook a Uvalde, il cui “vuoto” non potrà mai essere colmato. Sul possesso di armi c’è ancora molto lavoro, ha ammesso Biden, ma con questa stretta molte vite saranno salvate.
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All’indomani della sentenza choc della Corte Suprema americana contro l’aborto, tutti i partiti sono compatti nel difendere la legge che regolamenta l’interruzione volontaria della gravidanza. Speranza: ‘Continuiamo a batterci’. Bonino: ‘America mi hai deluso’ (ANSA)