“A un passo dalla catastrofe”. La follia dei russi a Chernobyl




9 Aprile 2022 – 20:58




Senza protezioni e a mani nude su un materiale altamente radioattivo: è la follia dei soldati russi che hanno occupato la centrale nucleare di Chernobyl. Ecco cosa può accadere














Durante la loro occupazione nella centrale nucleare di Chernobyl, i soldati russi non sono stati impegnati solo a scavare trincee in una zona altamente contaminata come la foresta intorno alla centrale, ma hanno commesso numerose azioni molto pericolose per la loro incolumità come toccare a mani nude materiale radioattivo. Il racconto è stato fatto dall’ingegnere capo ucraino della centrale, Valeriy Simyonov, al New York Times: un soldato russo facente parte di un’unità di protezione chimica, biologica e nucleare, ha prelevato a mani nude una “fonte di cobalto-60 in un deposito di rifiuti nucleari“, esponendo se stesso a una tale radiazione in grado di far schizzare il contatore Geiger. Non è chiaro, ha aggiunto, cosa sia accaduto all’uomo.

“Meno di un anno di vita”

Come abbiamo visto sul Giornale.it, Chernoybl presenta già livelli di radiazioni più alti del normale, ma anche polveri e saccheggi: così si è presentata la centrale tornata sotto il controllo degli ucraini. La Cnn ha avuto accesso esclusivo e ha potuto constatare le ripercussioni dell’attacco russo, ma anche delle azioni dei soldati di Vladimir Putin. Un esempio lampante riguarda una stanza in cui i soldati russi hanno vissuto durante l’occupazione della centrale nucleare: il rilevatore di radiazioni si è subito attivato, con un segnale acustico “penetrante”. “I soldati russi che hanno scavato le trincee vicino alla centrale nucleare di Chernobyl hanno non più di un anno di vita“, ha affermato il ministro dell’Energia ucraino, German Galushchenko, secondo quanto riferisce su Twitter il ministero della Difesa di Kiev.

Le trincee nella Foresta Rossa

Come ci siamo occupati su InsideOver, poi, i soldati russi non solo hanno corso il rischio di beccarsi radiazioni ma un video, pubblicato sul media ucraino Unan, mostra le trincee scavate dalle truppe di Mosca nella “Foresta Rossa” (dal nome assunto da molte piantagioni dopo il disastro nucleare), il sarcofago del reattore numero 4 sullo sfondo, i segni di una guerra passata anche da queste parti, da regioni dove la storia è rimasta esclusa, ferma e cristallizzata per 36 anni. Ovviamente, scavando delle trincee, hanno smosso un terreno contaminato non rispettando nemmeno i protocolli basilari di sicurezza secondo quanto denunciato dagli ucraini. “Enormi schifezze. Quello che vedete qui sono trincee che sono state scavate nella zona di esclusione di Chernobyl, documentate da un drone che vola sopra la testa“, si vede in questo video pubblicato su Twitter reso noto dal Corriere.

La mancanza di elettricità

Non dimentichiamoci, poi, che all’inizio del conflitto all’ordine del giorno c’era la mancanza dell’elettricità necessaria per alimentare la centrale nucleare con tutti i rischi collegati. “Senza energia elettrica, la situazione sarebbe diventata catastrofica”, racconta alla Bbc Oleksandr Lobada, supervisore della sicurezza, “perché avrebbe potuto essere rilasciato del materiale radioattivo”. L’allarme era stato lanciato dall’Agenzia internazionale dell’energia atomica (Aiea) che aveva denunciato l’interruzione della trasmissione dei dati da parte dei sistemi che permettono di controllare a distanza i materiali nucleari della centrale. Secondo l’azienda di Stato ucraina, l’assenza di energia avrebbe impedito il raffreddamento del combustibile nucleare esaurito, il che avrebbe potuto portare al rilascio di sostanze radioattive. “Se la temperatura nelle piscine di raffreddamento aumenterà – era stato l’avvertimento di Energoatom – si potrebbe verificare la formazione di vapore e il rilascio di sostanze radioattive nell’ambiente, che il vento potrebbe trasportare in altre regioni dell’Ucraina, della Bielorussia, della Russia e dell’Europa”. Per fortuna, poi, l’emergenza è rientrata ma dopo le notizie di queste ultime ore, purtroppo, la vicenda Chernobyl continua a essere di stretta attualità.




























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