Economia

A maggio l’inflazione sale al 6,8%, al top dal 1990. Corrono gli alimentari

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Nel mese di maggio si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registri un aumento dello 0,8% su base mensile e del 6,8% su base annua (da 6,0% del mese precedente). Lo comunica l’Istat diffondendo il dato definitivo dell’inflazione a maggio, che lima la stima preliminare (era 6,9% su base annua). “Dopo il rallentamento di aprile, l’inflazione torna ad accelerare salendo a un livello che non si registrava da novembre 1990”, sottolinea l’Istituto.

Corrono gli alimentari

In forte crescita a maggio i prezzi del cosiddetto carrello della spesa che sale a 6,7%, come non accadeva dal marzo 1986 (quando fu 7,2%). Lo indica l’Istat confermando la stima preliminare sui prezzi al consumo. Accelerano, infatti, i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona che passano da 5,7% di aprile a 6,7% e anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da 5,8% a 6,7%). Tra i rincari che fanno salire il carrello della spesa c’è quello degli alimentari lavorati ( 6,6% annuo).

Le tipologie di prodotto

L’accelerazione dell’inflazione su base tendenziale, dopo il rallentamento di aprile, indica l’Istat, si deve ai prezzi di diverse tipologie di prodotto e in particolare dei Beni energetici, la cui crescita passa da 39,5% di aprile a 42,6% a causa degli Energetici non regolamentati (da 29,8% a 32,9%; la crescita dei prezzi degli Energetici regolamentati è stabile a 64,3%), dei Beni alimentari (da 6,1% a 7,1%), soprattutto dei Beni alimentari lavorati (da 5,0% a 6,6%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da 2,4% a 4,4%) e dei Servizi relativi ai trasporti (da 5,1% a 6,0%). Pertanto, l’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da 2,4% a 3,2% e quella al netto dei soli beni energetici da 2,9% a 3,6%.

Accelerano anche i prezzi dei servizi

Su base annua accelerano sia i prezzi dei beni (da 8,7% a 9,7%) sia quelli dei servizi (da 2,1% a 3,1%); rimane stabile, quindi, il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (-6,6 punti percentuali come ad aprile). Rispetto al mese precedente, l’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto, per lo più, ai prezzi dei Beni energetici non regolamentati ( 3,6%), degli Alimentari lavorati ( 1,3%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona ( 1,2%) e degli Alimentari non lavorati ( 1,1%). Inoltre, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) registra un aumento su base mensile dello 0,9% e del 7,3% su base annua (da 6,3% nel mese precedente), confermando la stima preliminare. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (Foi), al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,8% su base mensile e del 6,8% su base annua.

Inflazione acquisita per il 2022 al 5,7%

L’inflazione acquisita per il 2022, ovvero quella che si otterrebbe ipotizzando una variazione nulla nella restante parte dell’anno, è pari a 5,7% per l’indice generale e a 2,4% per la componente di fondo (al netto degli energetici e degli alimentari freschi).

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